L'aria del mattino è gelida come quella del 2 giugno del 1953, dicono i pochi che hanno la fortuna di ricordarsi quella data. Quel giorno veniva incoronata Elisabetta II e ad assistere c'era anche un bambino di quasi 5 anni. Quello stesso bambino che oggi è diventato il nuovo Re d'Inghilterra con il nome di Carlo III. Un giorno da lui lungamente atteso e, a volte, negli anni, anche prepotentemente desiderato. In questo giorno sono condensati i 70 anni di tempo che Carlo ha avuto per prepararsi al trono. Il Re dovrà affrontare molte sfide, esterne e interne, che nei prossimi anni potranno mettere a rischio la monarchia. Se - e come - sopravviverà, dipenderà da lui e dalle sue scelte. E nella fortissima simbologia di questa giornata già sembra chiara la strada che la monarchia britannica prenderà. Ecco i cinque indizi più importanti che abbiamo visto in questa giornata.
1) Il Re "politico"
Partiamo da quella che sarà probabilmente la cifra più importante di questa nuova "età carolingia": Carlo sarà un re molto più politico di sua madre. La neutralità, la dote che Elisabetta ha incarnato ed esaltato per tutta la vita, non fa per lui, e lo ha mostrato in più di una occasione. Dai suoi interventi alle Cop per il clima quando era ancora principe del Galles, al discorso al Bundestag tedesco. Chissà cosa ci riserva il futuro.
2) La diplomazia
Già tutto in questa incoronazione parla di una continua tensione tra il cercare di onorare le tradizioni da un lato e il voler modernizzare il rito dall'altra. Tutti i simboli di questa cerimonia o vengono dalla storia o vengono usati per raccontare come cambierà il regno, a partire dall'inclusione. "Sarò una benedizione per tutto il popolo", è uno dei passi del giuramento di Carlo, e lui è determinato a portare a termine il compito. Basti pensare al primo ministro Rishi Sunak - di fede hindu - che durante l'incoronazione ha letto un passo della Bibbia. O al fatto che, per la prima volta, la benedizione venga condivisa con leader religiosi di altre confessioni cristiane. È tutto inquadrato per essere una cerimonia inclusiva nei confronti delle altre fedi.
3) Harry, dimenticabile e dimenticato
Una cosa è certa: se oggi Harry avesse deciso di non venire, nessuno se ne sarebbe accorto. Il bilancio della sua partecipazione, se così si può chiamare, è impietoso. Arriva in sordina vestito da civile. D'altronde, ha rinunciato a essere un working royals, e questo gli impedisce di indossare l'uniforme. Entra nell'Abbazia di Westminster da solo, dopo la cugina Beatrice di York e suo marito Edoardo Mapelli Mozzi. Viene relegato in terza fila, in castigo insieme al principe Andrea (anche lui declassato dopo lo scandalo Epstein). Le telecamere lo inquadrano poco o niente. Per lui niente processione dopo l'incoronazione né tantomeno saluto sul balcone insieme al resto della famiglia. Sembra che il Re voglia fare tutti gli sforzi possibili per riavvicinare il suo secondogenito. Una scelta di cuore, più che di convenienza: Harry (e sua moglie, la grande assente Meghan) ha dimostrato di non avere armi contro la Corona. Sono lontani gli echi dei suoi scomposti attacchi alla royal family: davanti alla magnificenza di un rito così antico e commovente, viene messo in disparte e lasciato solo, dal popolo britannico prima che dalla royal family. Fa bene a tornare al volo a Montecito.
4) Kate, la vera Regina
Impossibile non menzionare lo splendore di Kate Middleton. Finalmente una vera principessa del Galles, fiera di portare sulle sue spalle (letteralmente, sul suo mantello) i colori della Union Jack. Nei cuori di tutti gioca un altro campionato: è la vera Regina che aspettiamo di veder salire al trono. Non toglie nulla a Camilla e non ci fa rimpiangere Diana. Con il contegno e la compostezza a cui ci ha abituati incede nella navata accanto al marito. Dietro i due figli minori, Charlotte e Louis, si tengono per mano. Il principino George è davanti con il nonno nel ruolo di paggetto. Ma Kate è molto di più della moglie e della madre dell'erede al trono: è il collante della futura famiglia reale. È il futuro della monarchia. E William sa di aver bisogno di una vera Regina al suo fianco. Vicina al popolo, ma inarrivabile. Vestita con il cappotto da fast-fashion, ma sempre elegantissima. Soprattutto, la sua forza è essere consapevole e rispettosa del suo posto e del suo ruolo all'interno della Ditta.
5) Camilla, "quella cattiva" che ce l'ha fatta
Sul trono oggi siede una Regina - che non è più Consorte - che ha imparato a farsi timidamente ben volere dal popolo, oltre che dalla stessa famiglia reale. Non dimentichiamo che fu Elisabetta II a volerle trasmettere il titolo di Regina, la stessa Elisabetta che per decenni aveva osteggiato la sua unione con Carlo. Il pensiero corre a poco più di 30 anni fa: la strada che Camilla ha fatto da allora è impressionante. Dal "matrimonio troppo affollato", la "rovina famiglie", "l'altra", la "non Diana" insomma.
A Regina d'Inghilterra, sul balcone di Buckingham Palace, mentre saluta la folla accanto all'uomo che ha sempre amato. E forse è per questo che Camilla è stata perdonata: la sua è solo la storia di una donna che ha sofferto per amore, e alla fine, ha vinto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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