"Io nullatenente? Decontestualizzato". Fedez accusa il Codacons, che replica: "Memoria corta"

Nuova pagina nello scontro tra Fedez e il Codacons. Prima il rapper attacca chi ha riportato la notizia del "nullatenente" poi il Codacons, che replica: "Storia farneticante"

"Io nullatenente? Decontestualizzato". Fedez accusa il Codacons, che replica: "Memoria corta"
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Questa mattina, il quotidiano Repubblica ha pubblicato un articolo in cui riportava le parole di Fedez durante un'udienza che si tenne nel 2020. Nello specifico, si trattava di una delle tante udienze in relazione agli scontri giudiziari tra Fedez e il Codacons che si sono conclusi in tribunale. Pubblicando l'articolo, il quotidiano Repubblica ha allegato anche l'audio del rapper in cui, testualmente, si dichiara "nullatenente" in quanto i beni mobili e immobili sono intestati alle sue società. Il virgolettato del rapper è stato riportato da numerose testate giornalistiche e così lui, com'era immaginabile, ha deciso di replicare spiegando l'ovvio.

"Mi spiace molto leggere questo articolo, non ne capisco il senso e lo scopo, se non quello di dare un'idea sbagliata ai lettori e alle lettrici riportando una mia dichiarazione in modo del tutto decontestualizzato", ha detto il marito di Chiara Ferragni in un intervento che è stato pubblicato sulla stessa testata. "Durante un processo mi è stata posta una domanda dal giudice circa quali beni mobili e immobili siano a me intestati. Ho risposto la verità che non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente", ha precisato il rapper, ribadendo quanto già detto durante l'udienza. Fedez è tecnicamente "nullatenente" in quanto, spiega, "è tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo Paese. Se avessi detto il contrario avrei mentito davanti a un giudice compiendo un reato".

E in merito agli accertamenti della Guardia di finanza che sono stati richiesti dal Codacons in relazione a quelle dichiarazioni, il rapper si dice tranquillo: "Le mie società sono a disposizione per ogni eventuale controllo delle autorità competenti, non abbiamo nulla da temere o nascondere". Questi concetti, il rapper li ha ribaditi anche nelle sue storie, aggiungendo però una frecciatina velenosa al Codacons, per lui responsabile della diffusione della notizia, sostenendo che i procedimenti fatti dall'associazione nei suoi confronti sono stati "tutti archiviati". Il che, però, viene smentito dalla stessa associazione: "Fedez ha la memoria corta, e non ricorda che i procedimenti penali a suo carico avviati a seguito di denuncia del Codacons non sono stati affatto tutti archiviati.

Il prossimo 6 maggio infatti il rapper dovrà rispondere del reato di calunnia". Inoltre, definendo "farneticante" la storia Instagram, il Codacons nega di aver diffuso "fantomatici scoop".

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