I punti chiave
La royal family aveva fatto sapere che eventuali cambiamenti ai titoli dei figli di Harry e Meghan sarebbero stati effettuati “a tempo debito”. Quel tempo è arrivato. Dopo il battesimo, avvenuto lo scorso 3 marzo, i Windsor hanno riconosciuto il titolo di principessa a Lilibet Diana. Spetterà a lei, una volta diventata grande, decidere se vorrà usarlo o meno.
Il battesimo della principessa Lilibet Diana
L’8 marzo 2023 è arrivata, a sorpresa, la notizia dell’avvenuto battesimo di Lilibet Diana, figlia di Harry e Meghan. È stato un portavoce dei genitori a dare l’annuncio: “Posso confermare che la principessa Lilibet Diana è stata battezzata venerdì 3 marzo dall’Arcivescovo di Los Angeles, il reverendo John Taylor”. La cerimonia sarebbe avvenuta a Montecito e ha valore anche nel Regno Unito. La madrina della bimba è stata la nonna, Doria Ragland, il padrino l’attore Tyler Perry. Nessuno della royal family ha partecipato all’evento e sembra che la ragione stia nell’impossibilità di rimandare degli impegni pubblici organizzati con largo anticipo.
I giornali hanno raccontato di un momento privato, a cui avrebbero partecipato tra i 20 e i 30 ospiti. Il party nella villa di Montecito dei Sussex, subito dopo il rito del battesimo, sarebbe stato allietato da un coro gospel che ha riproposto alcuni brani della “colonna sonora” del matrimonio di Harry e Meghan, da “This Little Light Of Mine” a “Oh Happy Day”.
Il particolare che ha colpito tutti, però, è stato l’accostamento del titolo di principessa al nome di Lilibet Diana nell’annuncio ufficiale del battesimo. Non era mai accaduto prima. Sembrava che i duchi non avessero intenzione di trasmettere ai figli l’eredità morale e di rango della royal family, soprattutto dopo la Megxit e le numerose dichiarazioni contro il protocollo e la vita nell’istituzione. Così non è stato, ma nessuno può dire che Harry e Meghan abbiano disobbedito alle regole o sfidato la famiglia. Sebbene il loro comportamento risulti contraddittorio, la coppia non ha fatto altro che esercitare un diritto concesso proprio dalla tanto vituperata Corona.
Così volle Giorgio V
Stavolta i Sussex non hanno fatto nulla di male, solo applicato una legge voluta da Giorgio V. L’11 dicembre 1917 il sovrano, tramite lettere patenti, stabilì quali fossero i requisiti imprescindibili per potersi fregiare del titolo di principe e principessa e del trattamento di altezza reale. Si trattò di una restrizione, poiché Sua Maestà sancì che tali prerogative fossero concesse solo a tutti i figli del sovrano in carica, ai figli dei figli maschi del sovrano e al figlio maggiore (sempre maschio) del figlio del principe di Galles.
In pratica quando era viva la regina Elisabetta il figlio maggiore del figlio del principe di Galles era il piccolo George il quale, grazie a questa legge, ha automaticamente ereditato il titolo di principe e il trattamento di altezza reale. La defunta sovrana decise, nel 2012, di estendere questo privilegio anche agli altri figli del primogenito del principe di Galles, cioè a Charlotte e a Louis (che non avevano questo diritto, in quanto suoi bisnipoti e non primogeniti), utilizzando sempre le lettere patenti.
Con Carlo III sul trono c’è un ovvio slittamento dei titoli sulla base delle parentele: tutti i nipoti diretti del re, quindi i figli dei principi di Galles e dei Sussex, sono automaticamente principi e altezze reali. Lo scorso 8 marzo, poco dopo la notizia dell'avvenuto battesimo di Lilibet Diana, Buckingham Palace ha effettuato le modifiche allo status di entrambi i figli di Harry e Meghan. Da ora in poi Archie Lilibet Diana saranno ufficialmente principi della Corona britannica.
Non è ancora chiaro se il re concederà loro di usare anche il trattamento di altezza reale. Non sarebbe contro le regole, però di solito chi ha questa prerogativa ha diritto alla security e ai fondi dei contribuenti, cose che non spettano più ai duchi di Sussex.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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