Il presunto amante, le lettere e Diana: gli ultimi segreti della regina Elisabetta

I messaggi scritti prima di morire, il vero rapporto con Lady Diana, Wallis Simpson ed Edoardo VIII, la chiacchierata amicizia con il conte di Carnarvon: gli ultimi misteri della vita della regina Elisabetta

Il presunto amante, le lettere e Diana: gli ultimi segreti della regina Elisabetta

Crediamo di sapere tutto della regina Elisabetta. Pensiamo che la sua vita, trascorsa per la maggior parte sotto l’occhio attento dei cittadini britannici e del pubblico internazionale, non abbia più segreti. In realtà la questione è molto più complicata: la sovrana e la donna hanno camminato una accanto all’altra per decenni. I due ruoli si sono sovrapposti, fusi e separati senza soluzione di continuità. Non abbiamo quasi mai visto solo la Regina o solo Lilibet (il soprannome che i famigliari usavano per rivolgersi a Elisabetta). Per questo c’è sempre qualcosa che ci sfugge di lei, un aspetto che non avevamo preso in considerazione, o che può essere guardato da diverse prospettive e rimanere, comunque, un mistero della personalità e dell’esistenza di questa grande monarca.

Elisabetta e Wallis

Con le sue azioni, i suoi discorsi, le indiscrezioni e gli aneddoti accertati la regina Elisabetta ha lasciato materiale preziosissimo per gli storici che studiano la sua esistenza e il suo regno. Inevitabilmente, però, la conoscenza genera ulteriori domande. Uno dei dubbi sulla defunta sovrana rimane il rapporto con Edoardo VIII, fratello di suo padre Giorgio VI, che abdicò l’11 dicembre 1936 per sposare l’americana Wallis Simpson.

Cosa pensava davvero Elisabetta II di questa unione? Perdonò mai gli zii per quello che molti definirono “un tradimento” nei confronti del Regno Unito? Quando Edoardo VIII rinunciò al trono la futura sovrana aveva solo dieci anni, ma era abbastanza grande per comprendere la situazione creatasi a corte, assorbire l’astio della royal family verso la Simpson e i timori per il futuro.

La madre di Elisabetta II, Elizabeth Bowes Lyon, avrebbe dichiarato: “Le persone che mi hanno causato più problemi nella vita sono state Wallis Simpson e Hitler”. Una frase che riassume fin troppo bene i sentimenti della Corona verso i duchi di Windsor Edoardo e Wallis. Un’opinione che la futura Regina avrebbe condiviso anche una volta diventata erede al trono e che l’avrebbe accompagnata tutta la vita. Sembra che Elisabetta non abbia mai perdonato lo zio per la sua abdicazione.

Poco importa che tale gesto abbia cambiato il suo destino, consentendole di regnare. Il passo indietro di Edoardo venne percepito come una ribellione all’istituzione monarchica, che è più importante dei singoli uomini e viene prima (o, almeno, dovrebbe) dell’ambizione personale. L’ex Re aveva messo in pericolo la sopravvivenza della Corona, l’aveva destabilizzata anteponendo il desiderio dell’uomo al dovere del sovrano.

Questo sarebbe stato imperdonabile per la regina Elisabetta, che fece della responsabilità e dell’abnegazione alla monarchia la sua ragione di vita. A ciò si aggiunsero delle antipatie personali. Prova ne sarebbero i soprannomi sarcastici che la sovrana e Wallis Simpson si affibbiarono reciprocamente: Elisabetta avrebbe definito la zia acquisita “quella donna”, mentre quest’ultima si sarebbe divertita a chiamare la nipote “Mrs. Temple” (pensando, pare, all’attrice Shirley Temple, a cui Elisabetta somigliava da bambina, soprattutto per i riccioli chiari) e “Cookie”.

Queste, però, furono solo scaramucce. Elisabetta II assestò il colpo di grazia ai duchi di Windsor nel maggio 1972. All’epoca Edoardo VIII era gravemente malato. Il cancro alla gola aveva prosciugato tutte le sue energie e non gli rimaneva più molto da vivere. La regina Elisabetta, il principe Filippo e l’allora principe di Galles Carlo andarono a fargli visita per l’ultima volta (avvenimento ricreato anche nella quinta stagione della serie Netflix The Crown).

Nel documentario The Real Crown. Inside The House of Windsor (2023), citato dal People, l’ex infermiera di Edoardo, Julie Alexander ha ricordato quel momento: “[Edoardo] era molto malato…non mangiava affatto…era molto, molto preoccupato per il suo aspetto e insistette per sedersi su una sedia, non nel letto”. L’ex sovrano avrebbe avuto un ultimo desiderio che solo Elisabetta poteva esaudire: concedere a Wallis Simpson il trattamento di altezza reale. Era certo che la nipote non glielo avrebbe negato. Non in quel momento. Sbagliava. “La Regina disse no” ha raccontato la Alexander. “Disse di no anche in quel giorno triste. Credo che gli abbia spezzato il cuore. Questo era ciò che lui voleva…Non ottenere il titolo per sua moglie fu, per lui, uno schiaffo morale”.

Il rapporto burrascoso con Diana

Molti dubbi e misteri circondano anche il rapporto tra la regina Elisabetta e Lady Diana. Possibile che queste due donne così importanti per la monarchia britannica si siano addirittura odiate? Che non siano mai riuscite a trovare un compromesso, ad avvicinarsi l’una all’altra per tentare di comprendersi e limare gli spigoli, chiamiamoli così, del loro carattere?

Forse, come spesso accade in casi del genere, la verità sta nel mezzo. Ancora una volta, dopo Wallis Simpson, la regina Elisabetta si trovò di fronte una persona che poteva far tremare l’istituzione. Certo, le due storie sono completamente diverse. Diana aveva il carisma per stravolgere la monarchia e cambiarla in meglio, dandole la chiave per aprire le porte del Palazzo sulla modernità (sebbene anche la principessa abbia commesso diversi errori).

Potremmo dire che tra Elisabetta e Diana vi fu uno scontro generazionale, oltre che tra due personalità molto forti, la prima simbolo della tradizione, la seconda del futuro. All’inizio Elisabetta pensava che la nuora non avrebbe avuto gradi difficoltà ad adattarsi alla vita a corte. In una lettera citata da Elle.com la sovrana scrisse: “Confido che Diana troverà la vita qui meno gravosa di quanto ci si aspetta”. Probabilmente Sua Maestà sopravvalutò la flessibilità caratteriale della principessa che, dal canto suo, “era semplicemente terrorizzata da sua suocera”, ha riportato Andrew Morton nel libro Diana. Her True Story In Her Own Words (1992). “Manteneva…le distanze”.

Col tempo, però, le due avrebbero tentato di venirsi incontro. Nel libro The Queen. Her Life (2022) il celebre biografo Andrew Morton ha scritto: “[Elisabetta] era molto solidale nei confronti di Diana” e la principessa la “percepiva…come una sorta di arbitro del suo matrimonio e sentiva che la Regina poteva davvero intervenire per quel che riguardava la relazione tra suo marito e la signora Parker Bowles. Ma il criterio della Regina era di sperare per il meglio”.

La sovrana, poi, avrebbe cercato di dare alla principessa i suoi spazi, di non farle sentire troppo il peso del ruolo. Per esempio quando morì Grace Kelly, nel 1982, Diana espresse il desiderio di andare al suo funerale in rappresentanza della monarchia britannica. Carlo e lo staff reale si sarebbero opposti, ma non Elisabetta. Diana raccontò a Morton: “Andai dalla Regina e dissi: ‘Sai, mi piacerebbe fare questo’ e lei ribatté: ‘Non vedo perché no. Se vuoi farlo, puoi”. Fu il primo impegno pubblico che Diana affrontò da sola, a 21 anni, in un altro Paese, ricevendo il plauso dell’opinione pubblica per il suo comportamento impeccabile e “dignitoso”, da vera royal.

I rapporti tra suocera e nuora si sarebbero definitivamente incrinati con il naufragio del matrimonio di Carlo e Diana. Pochi giorni dopo l’annuncio della separazione, avvenuto il 9 dicembre 1992, Elisabetta avrebbe concesso alla principessa un’udienza a Buckingham Palace. Appena entrata nella stanza, Diana avrebbe iniziato a piangere, sostenendo che la royal family fosse contro di lei. “La Regina non sapeva cosa fare”, ricordò una dama di compagnia, citata dal People. “Aveva sempre odiato questo tipo di confronti emotivi e, in tutta franchezza, non aveva mai dovuto affrontarli né prima né dopo”.

Durante il colloquio la sovrana avrebbe rassicurato la nuora sul fatto che nessuno le avrebbe tolto i suoi figli, vero motivo di angoscia per la principessa. Sembra anche che Sua Maestà, almeno per un certo periodo, avesse creduto in una riconciliazione tra il figlio e la nuora. La pubblicazione del libro scritto da Andrew Morton nel 1992, i tradimenti e le interviste di Lady D. avrebbero spento tutte le sue speranze.

Ogni parola pronunciata dalla ex consorte dell’erede al trono dava origine a una tempesta mediatica che Buckingham Palace riusciva a malapena a fermare. Come donna, forse, Elisabetta poteva comprendere la rabbia di Lady Diana. Ma come sovrana non poteva tollerare nessun affronto all’integrità della Corona.

Solo una grande amicizia

La trama della terza stagione della serie Netflix The Crown lascia intendere che tra Elisabetta II e Lord Henry Herbert, VII° conte di Carnarvon (conosciuto anche con il titolo di Lord Porchester, 1924-2001), responsabile delle scuderie reali, vi fosse qualcosa di più di una semplice confidenza originata dalla comune passione per i cavalli. Nella realtà vi furono diverse insinuazioni e indiscrezioni in merito al vero rapporto tra i due, ma non vennero mai verificate. Secondo le fonti più autorevoli tra la Regina e il conte non vi sarebbe stato mai nulla, se non un’amicizia iniziata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Elisabetta e Henry, ha spiegato il Telegraph, si conobbero nel 1944, quando l’allora principessa aveva 17 anni e il conte 20. Il Guardian ha aggiunto che si sarebbero visti per la prima volta alle scuderie Beckhampton. Sembra anche che l’aristocratico abbia accompagnato Elisabetta e la sorella Margaret a festeggiare, in incognito, la fine della guerra fuori da Buckingham Palace, la famosa notte dell’8 maggio 1945. In quell’occasione la futura sovrana e sua sorella si mescolarono alla folla per respirare l’aria della libertà e della pace ritrovate. Nessuno le riconobbe, mentre attraversavano a piedi Whitehall, Piccadilly e Hyde Park.

Al Telegraph, nel 2012, il figlio di Lord Porchester assicurò che tra il conte e la Regina non accadde mai nulla: “Fu un’amicizia tra pari, che spaziava tra molti interessi. Appartenevano alla stessa generazione, avevano affrontato la guerra. Condividevano un grande amore verso la campagna, la natura, come pure verso i cavalli. Che stessero passeggiando a Sandringham, a Highclere o in Scozia, era sempre un’ossessione”.

Decisamente più duro fu l’esperto reale Dickie Arbiter, che in merito alle insinuazioni su una presunta storia d’amore tra il conte e la sovrana dichiarò al Sunday Times: “[È] disdicevole e privo di fondamento. La Regina è l'ultima persona al mondo ad aver mai considerato [l’idea] di guardare un altro uomo. The Crown è finzione…”.

Le ultime lettere della Regina

Nell’estate 2022 ebbe grande risalto la notizia di una lettera scritta da Elisabetta II nel 1986, durante il restauro del Queen Victoria Building a Sydney e inviata all’allora sindaco della città australiana, Douglas William Sutherland. La particolarità della missiva sta nell’ordine dato dalla sovrana di divulgarne il contenuto “…in un giorno adatto a vostra scelta dell’anno 2085…”.

Una scelta singolare mai spiegata da Sua Maestà. Nessuno sa cosa vi sia scritto nel messaggio. Tuttavia, stando al libro The Making of a King. King Charles III and the Modern Monarchy (18 gennaio 2024) di Robert Hardman, citato dal Daily Mail, quella inviata ai cittadini di Sydney non sarebbe l’unica lettera misteriosa lasciata da Elisabetta. Dopo la sua morte, infatti, lo staff di Balmoral avrebbe trovato due missive in una delle Red Box, ovvero le valigette che contengono i documenti privati e la corrispondenza destinata ai sovrani britannici.

“Era stata l’ultima [Red Box] arrivata alla Regina”, ha scritto Hardman. “Come tutte le Red Box aveva solo due chiavi, una per la monarca, l’altra per il suo segretario privato”. Uno dei messaggi era per Carlo III, l’altro proprio per Sir Edward Young, il segretario personale. “Probabilmente non sapremo mai cosa vi è scritto.

Comunque è abbastanza chiaro che la Regina aveva saputo che la fine era imminente e fatto dei piani di conseguenza. Erano istruzioni finali o addii? O entrambi?”, ha ipotizzato l’autore. “Elisabetta II aveva completato gli ultimi pezzi di un lavoro non terminato”.

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