"Il principe perduto". Ecco il documentario che imbarazza Harry e Meghan

Il canale tedesco ZDF promette di svelare tutti i retroscena della Megxit e della vita in California dei duchi di Sussex

"Il principe perduto". Ecco il documentario che imbarazza Harry e Meghan

I riflettori sono di nuovo puntati su Harry e Meghan. Stavolta, però, non sarebbero stati i duchi a volerlo. Tra pochi giorni, infatti, sarà in onda in Germania un nuovo documentario sulla loro vita dopo la rinuncia al ruolo di senior members della royal family. La coppia, però, non avrebbe preso bene la notizia: per realizzare il progetto, infatti, sarebbero stati intervistate delle persone vicine ai Sussex sia in California, sia a New York, e Meghan sarebbe turbata all’idea che alcune delle rivelazioni fatte possano ostacolare la sua carriera. Non solo: il documentario arriverà a pochi giorni di distanza dalla serie Netflix che il principe Harry ha dedicato alla storia del polo e non è escluso che possa metterla in ombra.

La vita oltre la Corona

Il prossimo 3 dicembre, riporta l’Express, il canale tedesco ZDF manderà in onda il documentario “Prince Harry. The Lost Prince”, diretto da Ulrike Grunewald. Il programma si propone di approfondire le ragioni che avrebbero spinto Harry e Meghan ad abbandonare la royal family per inseguire una nuova esistenza oltreoceano. In particolare di svelare come sarebbe cambiata oggi la quotidianità del duca e della duchessa di Sussex attraverso interviste e retroscena “esplosivi”, titola il Mirror. “La royal family deve fronteggiare i difficili sviluppi e la riorganizzazione [familiare] dopo la Megxit, la morte della Regina e il cancro di Carlo e Kate. Che ruolo avrà Harry in futuro?”, dichiara il network nel comunicato promozionale del documentario. Il quesito è interessante, poiché sembra sottintendere che possano esserci ulteriori evoluzioni nei rapporti tra il principe e la sua famiglia e che per la coppia la vita a Palazzo non sia davvero un capitolo chiuso.

Una figura divisiva

“Anche nel suo autoesilio a Montecito, California” , prosegue la nota di ZDF, “[Harry] rimane un personaggio pubblico. Il suo impegno nei confronti delle organizzazioni caritatevoli, come gli Invictus Games che lui ha fondato… continua a metterlo sotto le luci dei riflettori”. Ci sarebbe, però, l’altra faccia della medaglia, ovvero le scelte che avrebbero reso già solo il nome del duca un elemento divisivo, di polemica. “… Il secondogenito di Re Carlo, che diverse volte in passato è stato il royal più popolare dei Windsor, è ora una figura controversa. Ha sempre combattuto contro il suo ruolo di riserva. I paparazzi e la stampa sono, per lui, una spina nel fianco. In più le sue rivelazioni, negli ultimi anni, hanno causato molti problemi all’interno della famiglia”.

Modernizzatore o minaccia?

Stando all’Express il documentario metterebbe a confronto l’immagine di Harry vista da più giovani, che lo considererebbero “una forza modernizzatrice” e dagli adulti, soprattutto negli ambienti più tradizionalisti, per i quali rappresenterebbe “una minaccia alla monarchia”. ZDF commenta in proposito: “Anziani contro giovani, tradizionale contro moderno, il conflitto familiare nel Casato dei Windsor riflette il dibattito sul futuro della monarchia britannica e il suo valore per la società”. La rinuncia di Harry e Meghan ai loro doveri istituzionali ha rappresentato una spaccatura nella linea consuetudinaria della monarchia. Un evento non originale di per sé (non dimentichiamo l’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936), ma comunque inedito nei modi (un annuncio via social), per quel che concerne il ruolo dei Sussex a corte (Harry rappresenta il ramo cadetto della nuova generazione Windsor) e lo scopo delle loro dimissioni (privacy e indipendenza economica).

“Non puoi essere un royal a metà”

In un’intervista all’Express la regista Ulrike Grunewald (già nota per aver diretto i documentari “The Windsors” nel 2009 e “Princess Diana’s Dangerous Legacy nel 2021) ha spiegato che la realizzazione di questo progetto l’avrebbe aiutata a comprendere cosa significhi davvero essere un reale e per quale motivo, ai tempi della Megxit, i Windsor erano così turbati dall’abbandono di Harry e Meghan e preoccupati per l’avvenire della Corona: “Le accuse più deleterie possono venire solo dall’interno”, ha chiarito la regista. “Le rivelazioni che sconvolgono la royal family vengono fuori soltanto dalla bocca del principe Harry o di Meghan Markle”. Attraverso questa prospettiva la Grunewald si sarebbe resa conto delle ragioni più profonde alla base della frattura tra i Sussex e i Windsor, in particolare del reale significato della linea di condotta della regina Elisabetta, che in quel frangente mise il nipote e la moglie di fronte a una scelta drastica e definitiva: “Comincio a capire il verdetto della defunta sovrana, secondo cui non si può essere ‘metà dentro e metà fuori”. Ovvero non si può condurre una vita da royal a metà.

"L’imbarazzo" della duchessa

Nel documentario, ha sottolineato la regista, viene dato ampio spazio alla figura di Meghan Markle, al modo in cui il suo arrivo a corte ha cambiato le dinamiche all’interno del Palazzo. Secondo la Grunewald, però, c’è la possibilità che la duchessa non accetti di buon grado i risultati della ricerca su cui si basa “The Lost Prince”: “[Meghan] potrebbe sentirsi in imbarazzo [di fronte] alla quantità di critiche che riceve ora anche nelle comunità che l’hanno sostenuta dopo la decisione di lasciare [il ruolo di] working member della royal family”. Per molti c’è ancora speranza che Harry e Meghan riescano a trovare la loro strada, lontani dal gossip. Altri, invece, avrebbero messo in dubbio le capacità dei due, soprattutto l’atteggiamento della duchessa, chiedendosi se la sua apparente predisposizione per la filantropia vada oltre le uscite pubbliche. Un aspetto che la regista di “The Lost Prince” ha preso in considerazione nella sua narrazione dei fatti: “Al momento è difficile vedere qualunque grande risultato della Archewell Foundation, che dichiara di lavorare per il miglioramento delle comunità. Ma ci sono anche le voci di chi vede l’alto potenziale della coppia non solo per la monarchia britannica, ma anche per la società liberale”.

I timori di Harry e Meghan

I duchi di Sussex, naturalmente, non hanno commentato l’uscita del documentario, ma non è escluso che possano esserne infastiditi. “The Lost Prince”, infatti, scava nel loro passato, lasciando riemergere conflitti e situazioni irrisolte. Harry e Meghan, a quanto risulta, non hanno collaborato alla realizzazione del reportage, dunque non hanno nemmeno avuto modo di esprimere la loro opinione, di impostare la prospettiva del progetto come accaduto, invece, per il documentario Netflix “Harry & Meghan” (2022). Tuttavia, secondo l’esperta di pubbliche relazioni Lynn Carratt, intervistata dal Mirror, la seccatura derivante da questa esposizione non voluta non dovrebbe avere influenzare più di tanto le vite dei duchi: “Il nuovo documentario non avrà alcun effetto su di loro. Sebbene diano valore alla loro privacy e non gradiscano il fatto di non avere alcun controllo su ciò che viene detto, sanno che talvolta saranno oggetto di questi documentari e i biografi pubblicheranno sempre libri sulle loro vite…Non credo che [il documentario] avrà un impatto sui loro prossimi progetti”.

Documentario sul polo

Non tutti i giornali credono che i duchi manterranno un atteggiamento calmo e zen di fronte alle rivelazioni promesse dal documentario. Quasi tutti, inevitabilmente, ricordano che il prossimo 10 dicembre sarà disponibile su Netflix il documentario “Polo”, che il principe Harry e Meghan Markle hanno dedicato al celebre sport: “[Il programma] offrirà agli spettatori un accesso senza precedenti al mondo del polo professionale…La serie alzerà il sipario sulla grinta e la passione dello sport, catturando [tutto ciò che riguarda] i giocatori e ciò che serve per competere al livello più alto”, ha scritto Deadline lo scorso aprile, annunciando il progetto. Tuttavia “Polo” potrebbe rischiare di rimanere schiacciato, messo in ombra dalle grandi aspettative suscitate da “The Lost Prince”. Poco importa che il reportage della Grunewald sia visibile solo in Germania “a causa di restrizioni legali”, riporta l’Express.

Nella nostra epoca la diffusione di informazioni (sia vere, sia, purtroppo, false) non è certo un problema: per questo “Polo” potrebbe non ricevere l’attenzione mediatica che i Sussex auspicano, qualora “The Lost Prince” si rivelasse davvero una bomba.

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