Moza bint Nasser è una donna d’affari tenace e intelligente, un’appassionata di moda e un’influencer da più di un milione di follower su Instagram. Ha quasi rubato la scena alla regina Rania lo scorso primo giugno, al matrimonio del principe ereditario Hussein. La “shaykha” del Qatar è un personaggio davvero interessante e con le idee molto chiare.
La “shaykha”
Moza bint Nasser si è fatta notare al matrimonio dei principi Hussein e Rajwa. A dire il vero era difficile non vederla: le sue scelte di stile non solo sono sempre azzeccate, ma la “shaykha” riesce sempre a personalizzarle, rendendosi riconoscibilissima anche in mezzo a centinaia di teste coronate. Moza si è laureata in Sociologia all’Università del Qatar nel 1986 e nel 1977 è diventata la seconda moglie di Hamad bin Khalifa al-Thani, ovvero l’emiro del Qatar dal 1995 al 2013.
Per questo le spetta di diritto l’appellativo onorifico di “shaykha”, femminile di “shaykh” (sceicco, diciamo noi in italiano). Letteralmente questa parola significa “anziano”, ma nel mondo islamico e preislamico è stata usata anche per riferirsi a un’autorità (per esempio a un capo tribù), poiché l’anziano è colui che conosce meglio le consuetudini, la legge e ha più esperienza. Ormai il titolo non tiene più conto dell’età anagrafica. Moza ha dato sette figli al marito, tra cui l’attuale emiro, Tamim bin Hamad al-Thani. Ciò la rende molto potente all’interno della dinastia reale qatariota, anche se Hamad ha abdicato in favore del figlio.
Non sono tante le principesse e le Regine mediorientali che si sono distinte nell’impegno pubblico, sociale e politico, in favore del loro Paese. Moza bint Nasser, invece, ha scelto di non rimanere chiusa tra le mura del Palazzo ed è riuscita a diventare una delle 100 donne più potenti al mondo secondo Forbes. Per far capire meglio che tipo di persona sia Moza, possiamo ricordare ciò che disse di lei al Time l’ex emiro: “Quando dobbiamo parlare sono io che vado nel suo ufficio, perché è mia moglie quella sempre impegnata”. Moza bint Nasser ha un passato familiare importante e pesante: è figlia di Nasser bin Abdullah al-Missned, oppositore dell’emiro Ahmad bin Ali al-Thani (emiro dal 1960 al 1972). Nasser pagò il suo attivismo con la prigione e l’esilio in Kuwait nel 1964 (da cui ritornò quando si sposò Moza).
Un fiuto infallibile per la moda (e per gli affari)
La “shaykha” ha 63 anni ed è presidentessa onoraria della Fashion Trust Arabia, la fondazione che si occupa della promozione internazionale della moda araba e islamica. Il suo gusto in fatto di moda l’ha resa celebre in tutto il mondo. Quando immaginiamo Moza bin Nasser la prima cosa che viene in mente è il turbante che la rende tanto riconoscibile e che lei usa come fosse una sorta di hijab. Spiccava anche al matrimonio di Hussein in Giordania.
Per l’occasione la “shaykha” ha scelto due capi di Valentino: il primo, indossato per la cerimonia, è un cappotto dell’autunno-inverno 1989, ispirato al lavoro dell’architetto Joseph Hoffman (in origine il capo era bianco, ma Moza ha sfoggiato una versione rosa). Il secondo verde acido, scelto per il ricevimento, proviene dalla collezione autunno-inverno del 2021. Da notare anche che non ha indossato la tiara per il banchetto, però ha messo in vita una cintura di smeraldi e diamanti di Boghossian.
Non è certo un caso che Moza abbia scelto la maison italiana: le quote dell’azienda di Valentino Garavani sono state acquistate, nel 2012, proprio dal fondo sovrano Mayhoola for Investments (e nel 2016 è stato acquisito anche il marchio Balmain). Operazioni fatte, pare, su consiglio della “shaykha”.
Moza avrebbe creato da sola il suo stile e il risultato è eccellente. In proposito Vanity Fair ricorda una sua frase che non lascia spazio a interpretazioni: “Non ho uno stylist perché non troverei nessuno che capisca quello che voglio”. Infatti ha l’invidiabile capacità di tenere in equilibrio, sul filo sottile dell’eleganza, la sua volontà con i dettami della moda islamica (niente spacchi o scollature, per intenderci).
La “shaykha” non ha solo la passione per la moda. Sembra che abbia anche promosso la fondazione del canale “Al-Jazeera”, nel 1996, diventato in pochissimi anni il fulcro dell’informazione in tutto il mondo arabo-islamico. Moza ha dato vita anche a Education City, il polo universitario vicino Doha, a ospedali e musei.
Come Ava Gardner
Lo stilista Stephane Rolland ha detto di lei: “È la risposta del mondo arabo ad Ava Gardner”. In effetti la “shaykha” è anche nella classifica delle donne più belle del mondo. Proprio il suo fascino e la sua eleganza sono il miglior biglietto da visita per il Qatar, nazione piuttosto controversa per quel che concerne il rispetto dei diritti umani.
SkyTg24 ricorda una dichiarazione di Moza bint Nasser in merito ai suoi modelli di riferimento: “Mio padre, mio marito e il presidente egiziano Nasser”. Ammise che non vi era “nessuna donna” nell'elenco.
Sarebbe bello, invece, se fosse lei a diventare un esempio senza ombre per le donne musulmane, se riuscisse con la sua determinazione e la sua influenza a migliorare la condizione femminile in Qatar (e non solo). Moza agisce da una posizione privilegiata e questo accresce il suo potere. La sua parola ha un peso, ma ciò potrebbe e dovrebbe diventare, da eccezione (sebbene non rara), una regola.
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