
Quarantacinque anni fa, all'età di 80 anni, se ne andava Alfred Hitchcock per tutti il "Maestro della suspense", appellativo che gli fu dato per i suoi capolavori thriller. Nato a Londra nel 1899 Hitchcock era e rimane uno dei più grandi registi nella storia del cinema, noto per la sua maestria nel creare suspense e tensione nei suoi film. E' negli anni '30 che il regista inglese si fece notare con una serie di film di successo tra cui "Il pensionante", "L'uomo che sapeva troppo" e "Il club dei 39"; pellicole che lo portano a proseguire la sua carriera negli Stati Uniti, dove si affermò come re indiscusso del cinema thriller per l'innata abilità di manipolare la suspense e la psicologia dello spettatore. Grazie alla sua tecnica - basata su storyboard, montaggio e piani sequenza, effetti visivi e movimenti di macchina - Hitchcock realizzò film cult come "Rebecca - La prima moglie" (per mio Oscar per il miglior film), "Psyco" (diventato poi un classico), "Notorious - L'amante perduta" e "Il delitto perfetto". Non sempre compreso dalla critica per i suoi racconti a volte inverosimili, il regista seppe dare vita a moltissimi film entrati nella storia come "Intrigo internazionale", "Gli uccelli", "Marnie" e i cortometraggi della serie "Alfred Hitchcock presenta".
Perché Hitchcock non ha mai vinto un Oscar
Sebbene le sue pellicole siano apprezzate ancora oggi e studiate come classici del cinema internazionale, Alfred Hitchcock ottenne un solo riconoscimento in carriera, il Golden Globe per la migliore trasmissione televisiva per "Alfred Hitchcock presenta" nel 1958, oltre all'Oscar alla memoria Irving G. Thalberg nel 1968 a un Golden Globe alla carriera nel 1972. Rimangono celebri i due discorsi che il regista inglese pronunciò in entrambi i casi; un semplice "Thank you" nel 1968 e un omaggio alla moglie, sceneggiatrice e montatrice dei suoi film, Alma Reville: "Lasciatemi ricordare per nome solo quattro persone che mi hanno dato il massimo affetto, stima, incoraggiamento e costante collaborazione. La prima delle quattro è una montatrice, la seconda è una sceneggiatrice, la terza è la madre di mia figlia, Pat, e la quarta è una cuoca capace di miracoli mai compiuti in una cucina casalinga. E si chiamano tutte Alma Reville". La lista delle candidature tra Oscar, Golden Globe, Bafta, Mostra di Venezia e Festival di Cannes però è lunga ma in nessun caso Hitchcock riuscì a trionfare. Pur essendo un maestro della suspense, era spesso considerato più un "artigiano" che un "artista" dagli addetti ai lavori e per questo "snobbato" dalle giurie internazionali e soprattutto dall'Academy.
Le sue "comparsate" sul set
Uno dei tratti del lavoro di Alfred Hitchcock che più incuriosisce il pubblico è la sua presenza in almeno una scena di ogni suo film, in particolare quelli che il regista girò negli Stati Uniti nel periodo della maturità artistica. Quella che all'inizio era solo un'esigenza - cioè ricoprire il ruolo di comparsa al bisogno - si è trasformata nel tempo in veri e propri cammei, brevissime apparizioni in scene chiave o sequenze minori delle sue pellicole. Nate come un'abitudine quasi scaramantica, le sue apparizioni furtive e fugaci diventarono in realtà un gioco tra lui e il pubblico che, a ogni uscita di un nuovo film, si dilettava a scovare la sua presenza all'interno delle varie sequenze. In "Caccia al ladro" appare come uno dei passeggeri a bordo dell'autobus, seduto accanto a Cary Grant. In "La donna che visse due volte" il regista interpreta un passante sulla strada prima della scena in cui James Stewart incontra un amico.
In "Prigionieri dell'oceano" compare invece "virtualmente" in una fotografia sulla pagina di un giornale mentre In "Psycho" si mostra all'inizio del film, fuori dall'ufficio di Marion Crane. Cammei solitamente brevi ma memorabili, che aggiungevano un tocco personale al suo stile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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