Il tapiro di Striscia resterà nella Storia più di Mariotto

Vorrei dire a Mariotto che lo conosco solo perché mia suocera guarda Ballando con le stelle e sento la sua voce di sottofondo

Il tapiro di Striscia resterà nella Storia più di Mariotto
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«Antonio Ricci? Chi? Non lo conosco». Chi può averlo detto? Un montanaro isolato alla nascita senza televisione? Un non vedente sordo muto? No, l’ha detto Guillermo Mariotto, che ha reagito furiosamente quando Staffelli gli ha consegnato un tapiro. Uno con un minimo di cultura dovrebbe essere onorato di ricevere un tapiro, ormai simbolo di una trasmissione che è un’istituzione, creata appunto da Antonio Ricci che è un artista, incontrollabile, ingovernabile, e ogni volta, a seconda delle parti toccate, a dire che quella tal cosa cosa gliel’ha ordinata Tizio o Caio.

La verità è che Striscia la Notizia si regge proprio sulla libertà di Antonio Ricci, in un mondo di narcisisti da sempre dietro le quinte e deus ex machina di una trasmissione che fa ascolto ma è anche un’opera d’arte pop e situazionista e spesso perfino un servizio pubblico. Vorrei dire piuttosto a Mariotto, il quale dichiara a Fanpage.it, riferendosi al genio di Antonio Ricci, di non conoscerlo, e di non avere la televisione a casa, e che «loro, quelli di Striscia, devono portare a casa lo show, i soldi, devono magnà», che io Mariotto lo conosco solo perché mia suocera guarda Ballando con le stelle e sento la sua voce di sottofondo.

Di lui altro, di memorabile, non ricordo, ma se è lì penso che sia perché deve magnà, Mariotto. Un po’ come la Lucarelli, sono tutti giudici di ballo. Io, fossi stato in lui, me lo sarei preso il tapiro, anche se fatto di polistirolo resterà nella Storia più di Mariotto.

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