Una delle parole chiave dell’incoronazione di Re Carlo III è “inclusione”. Sua Maestà vuole che la cerimonia all’Abbazia di Westminster e gli eventi a essa collegati siano una festa per tutti, un momento da vivere non solo tra le mura del Palazzo, ma anche con il popolo britannico e con personalità di spicco da tutto il mondo. Il sovrano spera, così, di realizzare un’occasione storica che valichi i confini nazionali e resti nella memoria di tutti.
Carlo inaugura una nuova tradizione: politici e reali a Westminster Abbey
Nel 1953, all’incoronazione della regina Elisabetta, parteciparono 8mila invitati e l’evento venne trasmesso in televisione per la prima volta. Fu un momento di partecipazione collettiva che riuscì a coinvolgere buona parte delle nazioni del mondo. All’epoca, però, la diffusione dei mezzi di comunicazione era più limitata, così come la velocità con cui le notizie viaggiavano da una parte all’altra del globo. Problemi che oggi non esistono più. Poco importa che Carlo III abbia invitato solo 2mila persone nell’Abbazia: la copertura mediatica della sua incoronazione non ha, per forza di cose, alcun precedente. Inoltre Sua Maestà può contare su “un’arma” comunicativa altrettanto potente e capillare rispetto alla televisione: i social network.
Questa esposizione mediatica senza eguali ha indotto il sovrano a studiare una cerimonia che fosse più inclusiva possibile. Questa è la grande occasione per far conoscere Carlo a tutto il mondo, per togliergli di dosso l’etichetta sbiadita di eterno erede al trono, all’ombra della sfolgorante Elisabetta II, per rendere più affascinante e raggiungibile la Corona britannica.
Per raggiungere tutto il pianeta, però non basta lo sfarzo e un rito che, per quanto secolare, fa parte della Storia di un regno ben delimitato. Occorre rinnovare la tradizione, aprire le porte a diverse culture e fedi. Il modo più immediato per farlo è invitare all’incoronazione esponenti politici e royal, ovvero i rappresentati di diversi Paesi da tutto il globo. Non si tratta solo di diplomazia, ma anche di ritorno d’immagine.
Così Carlo III ha voluto accanto a sé i reali di Giordania Abdallah e Rania, i principi di Monaco Alberto e Charlene, i principi del Giappone Akishino e Kiko (poiché l’imperatore Naruhito non presenzia a celebrazioni di questo tipo) Felipe e Letizia di Spagna, i reali Guglielmo e Maxima d’Olanda, il re dei Maori Tuheitia Paki, il principe Haakon e la principessa Mette Marit di Norvegia, i principi Frederik e Mary di Danimarca, il re Carlo Gustavo XVI di Svezia e della principessa Vittoria di Svezia, Filippo e Matilde del Belgio, Anna Maria di Grecia, Paolo e Marie Chantal di Grecia.
Per quanto riguarda i capi di Stato, invece, Buckingham Palace ha invitato il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il presidente francese Emmanuel Macron con la moglie Brigitte Macron, la First Lady statunitense Jill Biden (in rappresentanza del presidente Joe Biden), il premier australiano Anthony Albanese e il presidente polacco Andrzej Duda, il primo ministro della scozia Humza Yousaf, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif.
Questo elenco è una novità per le incoronazioni dei sovrani britannici. Di solito, infatti, i reali e i politici di altri Paesi non venivano invitati, poiché il rito a Westminster Abbey era considerato un evento che riguardava gli inglesi e una sorta di patto tra il re e Dio. Naturalmente Carlo III non poteva dimenticare la storia politica della Gran Bretagna: non mancheranno all’incoronazione tutti i premier ancora in vita come John Major. Vedremo anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo e Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo.
Nell’Abbazia di Westminster, in totale, 850 posti saranno riservati ai rappresentati delle charity, 450 a coloro che sono stati premiati con la British Empire Medal e 700 a principi, sovrani e politici.
Tutti i vip da Andrea Bocelli a Katy Perry
L’incoronazione di re Carlo III sarà anche un evento pop, diciamo così. Per il concerto al Castello di Windsor del 7 maggio 2023 sono attesi Andrea Bocelli, che si esibirà con il basso-baritono Bryn Terfel, Katy Perry, che si è definita “super entusiasta” dell’invito e anche al pensiero di “rimanere a dormire al Castello di Windsor”. La presenza della cantante è motivata non solo dalle sue doti artistiche, ma anche perché nel 2020 re Carlo III la nominò ambasciatrice del British Asian Trust, fondo creato nel 2007 per aiutare i poveri di India, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka.
Potremo vedere anche Lionel Richie, Andrew Lloyd Webber, la star di Bollywood Sonam Kapoor, i Take That, Paloma Faith, Olly Murs, Steve Winwood,
Nicole Scherzinger e, a sorpresa, un ospite d’eccezione, cioè l’orsetto Winnie The Pooh. Al concerto, ha confermato la Bbc, ci saranno anche star mondiali del calibro di Tom Cruise, Joan Collins e Tom Jones.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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