Dalle assenze al dress code: l'incoronazione (poco vip) di Carlo III

La cerimonia d’incoronazione sarà lo specchio del regno di Carlo III: snella, veloce, sobria a partire dalla lista degli invitati

Dalle assenze al dress code: l'incoronazione (poco vip) di Carlo III

Manca una settimana all’incoronazione di re Carlo III e della Regina consorte Camilla. Tutto è pronto, ormai, i giochi sono fatti, come si dice. Sua Maestà ha chiesto una cerimonia adatta ai tempi moderni, caratterizzata da tradizioni rivisitate e più “snella” a partire dalla lista degli invitati e dal dress code.

Solo duemila invitati

Sono molti gli assenti eccellenti all’incoronazione di re Carlo III. Alcuni giornali sostengono addirittura che sia più lunga la lista degli esclusi rispetto a quella degli invitati. Non hanno tutti i torti: non vedremo 8mila ospiti nell’Abbazia di Westminster, come accadde durante l’incoronazione della regina Elisabetta, settant'anni fa, ma “solo” 2mila. Ben 850 posti saranno riservati ai rappresentati delle charity, 450 alle persone premiate con la British Empire Medal e 700 a teste coronate, capi di Stato, parenti e politici.

In quest’ultimo gruppo spiccano i nomi dei principi Alberto e Charlene di Monaco, dei re di Giordania Abdallah e Rania, di Felipe e Letizia di Spagna, dei principi del Giappone Akishino e Kiko (in rappresentanza dell’imperatore Naruhito), del re dei Maori Tuheitia Paki, dei principi Frederik e Mary di Danimarca (in rappresentanza della regina Margrethe che non potrà essere presente poiché sta affrontando il periodo di convalescenza dopo un’operazione alla schiena), del re Carlo Gustavo XVI di Svezia e della principessa Vittoria di Svezia, del re Guglielmo Alessandro e della regina Maxima d’Olanda.

Tra i capi di Stato vedremo Jill Biden in rappresentanza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il presidente francese Emmanuel Macron con la moglie Brigitte Macron, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo ministro australiano Anthony Albanese, il presidente della Repubblica polacca Andrzej Duda. Presenzieranno alla cerimonia anche gli ex primi ministri britannici ancora in vita, da Liz Truss a John Major.

Per quanto riguarda la royal family, invece, il ruolo d’onore sarà riservato alla principessa Anna, Gold Stick in Waiting della cerimonia. Sarà lei a scortare la carrozza reale da Buckingham Palace all’Abbazia di Westminster e, al ritorno, a guidare il corteo formato da 6mila membri delle Forze Armate. Anche il principe William e il piccolo George saranno protagonisti della giornata: il primo renderà omaggio, come da tradizione, al nuovo sovrano durante il rito, il secondo sarà paggio d’onore insieme ai nipoti della Regina consorte Camilla.

A proposito della sovrana occorre menzionare la presenza del suo ex marito, Andrew Parker Bowles, da anni in ottimo rapporti con re Carlo III, il quale vorrebbe mostrare al pubblico l’immagine di una famiglia allargata e serena, che ha chiuso i conti con il passato.

Qualcuno dovrà restarsene a casa

Tra quelli che non hanno ricevuto l’invito per l’evento del prossimo 6 maggio figurano Sarah Ferguson, che ufficialmente non fa più parte della royal family dal momento del divorzio (ma ci sarà, dicono i tabloid, il principe Andrea), e Lady Pamela Hicks (94 anni), una delle damigelle al matrimonio della regina Elisabetta. Il fatto che il suo nome non figuri nell’elenco degli invitati ha lasciato perplessi i media, i quali ritengono che il Palazzo avrebbe fatto una grave gaffe.

Lady Pamela, infatti, è la figlia di Louis Mountbatten, zio del principe Filippo (fu lui a far incontrare Elisabetta II il duca di Edimburgo), molto amato da re Carlo, il quale non esitava a chiedergli consiglio anche per le questioni di cuore. La sorella di Lady Pamela, ovvero Patricia Knatchbull (morta nel 2017) fu la madrina di battesimo del sovrano.

Sua Maestà si è scusato con i parenti esclusi, ma la sua visione della cerimonia non ammetterebbe eccezioni. Perfino il numero di parlamentari è stato ridotto dagli 800 presenti all’incoronazione di Elisabetta II a poche decine a cui non sarà neanche permesso di portare i coniugi. L’unica eccezione è per il primo ministro Rishi Sunak. Non ci saranno neppure i duchi, i marchesi, i conti e i baroni del regno. A tal proposito il nipote del marchese di Londonderry, Ben Goldsmith, ha commentato: “Si rischia di annacquare questo evento che è caro a tantissime persone, non solo nel Regno Unito, ma in tutto il mondo”.

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Dress code moderno

La sobrietà del rito passa anche attraverso la scelta dell’abbigliamento. Sua Maestà ha rinunciato all’ermellino e alla seta tradizionali per la divisa della Royal Navy realizzata da Savile Row. Per la precisione, stando alle indiscrezioni, il Re potrebbe optare per un mantello di ermellino sintetico. Dovrà comunque indossare gli abiti cerimoniali: il People spiega che Carlo dovrebbe entrare nell’Abbazia indossando la Robe of State (conosciuta anche come Parliament Robe) di velluto cremisi. Prima dell’unzione Carlo dovrà cambiarsi e indossare il Colobium Sindonis, cioè la tunica che simboleggia “la purezza al cospetto di Dio”.

Il Colobium Sindonis (di cui forse è stata realizzata una nuova versione per Carlo) è coperto dalla Supertunica, con ricami d’oro realizzata nel 1911 per l’incoronazione di re Giorgio V e indossata sia da Giorgio VI nel 1937, sia dalla regina Elisabetta nel 1953. Sopra alla Supertunica il monarca porterà la Robe Royal (o Imperial Mantle) e la Stole Royal, rispettivamente il mantello dorato creato per l’incoronazione di re Giorgio IV nel 1821 e la fascia stretta di seta d’oro realizzata per la cerimonia della regina Elisabetta nel 1953, con sopra ricamanti i simboli religiosi, del Commonwealth e della nazione. La Robe Royal e la Stole Royal verranno tolte alla fine della cerimonia, quando Carlo indosserà l’Imperial Robe (o Estate Robe) di velluto porpora.

Per quanto riguarda il dress code degli ospiti, invece, gli uomini potranno portare il tight, le donne abiti eleganti e cappellini al posto dei diademi (a tal proposito sembra che anche Kate Middleton possa decidere di non indossare la tiara).

Difensore “delle fedi”

Durante la cerimonia a Westminster Abbey, che durerà novanta minuti contro le circa tre ore di quella della regina Elisabetta, re Carlo III potrebbe dare un nuovo significato a una delle tradizioni principali alla base dell’incoronazione: di solito, nel corso del rito, il nuovo re d’Inghilterra si proclama “Difensore della fede”.

Carlo III, però, ha invitato i rappresentanti di diverse religioni, tra cui il rabbino capo Ephraim Mirvis. Novità assoluta per un evento del genere, che simboleggia il desiderio di Sua Maestà di essere il difensore di tutte le fedi presenti nel suo regno.

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