Silvia Villani
Era un capolavoro dellarchitettura di inizio Novecento ma a causa dello stato dabbandono in cui versa ormai da anni, larea dellex Ovocultura Valmonte di Cinisello Balsamo, una delle più importanti di tutta Europa, rischia labbattimento. Una demolizione che trafigge il cuore degli storici e dei nonni della città.
A puntare i riflettori sul futuro dellintera zona che sorge lungo il viale Brianza a poche decine di metri dal centro commerciale Auchan e dallarea dove presto sorgeranno hotel e centro congressi, il capogruppo della Lega Nord cinisellese, Simone Boiocchi. «A causa della sordità del Comune e di qualcuno che forse spera di abbattere un pezzo di storia della nostra città per dar vita a una nuova cementificazione selvaggia - spiega lesponente del Carroccio - le tre ville dellOvocultura che custodivano importanti documenti sulle nostre radici e mobili di pregio sono state saccheggiate. I mobili non ci sono più, e i documenti sono sparsi per terra dove extracomunitari irregolari e prostitute che lavorano nelle vicinanze li bruciano per scaldarsi la notte».
La decadenza di quello che a Cinisello tutti affettuosamente chiamano «lex pollaio» non è però solo un problema architettonico e storico. La villa del vice podestà, i magazzini, le strutture di appoggio e il pollaio vero e proprio si sono trasformati in una sorta di «hotel» per i senzatetto e per le prostitute che qui portano i loro clienti. Se, infatti, laccesso di via Matteotti è presidiato dai volontari dellassociazione nazionale carabinieri che qui hanno realizzato la loro sezione di coordinamento per gli interventi, gli altri due accessi allarea sono incustoditi e proprio da lì gli abusivi riescono facilmente a raggiungere le costruzioni ormai pericolanti. Allinterno delle tre ville principali, così come nelle altre strutture di appoggio, materassi, tavolini da campeggio e tende tirate alla bella e meglio dividono gli ampi saloni in piccoli «monolocali» che la notte si trasformano e diventano un punto di appoggio sicuro per i clandestini.
«Non è tollerabile - continua Simone Boiocchi - che la giunta comunale e le forze dellordine, pur sapendo quel che accade allinterno dellOvocultura Valmonte, lascino correre. Non è una questione di umanità ma di rispetto. Perché lufficio Cultura non si attiva e salva il patrimonio libraio e i documenti ancora presenti allinterno della struttura per poi realizzare, magari proprio in uno degli edifici abbandonati, un museo sulla storia locale? Invece di spendere soldi per le feste egiziane e per le ballerine cubane, la Giunta guidata dallesponente di Rifondazione, Angelo Zaninello, dovrebbe anche ricordarsi dei cinisellesi». Delle splendide vetrate ad arco, delle scale in ferro battuto e degli affreschi non rimane più nulla.
Al piano terra della villa ancora esiste un archivio completo delle schede dei dipendenti. Alle sue spalle, a terra, i resti ben evidenti di un falò acceso con moduli bancari, registri contabili, manuali tecnici e altri documenti, tutti risalenti alla prima metà del Novecento.
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