La Pfm torna a suonare con De André (per gli 85 anni di Faber)

Un doppio cd del lungo tour in cui la band ha celebrato il sodalizio con il cantautore genovese

La Pfm torna a suonare con De André (per gli 85 anni di Faber)
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Ieri avrebbe compiuto 85 anni. Oggi, è facile immaginarsi i suoi occhi malinconici accennare un lampo soddisfatto. Fabrizio De André (foto in alto) viene celebrato come si deve dalla Premiata Forneria Marconi con la pubblicazione di Pfm canta De André Anniversary, in uscita in digitale e doppio cd dal 21 febbraio e in doppio vinile una settimana esatta dopo. Fitto di 21 brani, il disco contiene le registrazioni realizzate durante il tour del 2023 e 2024 con cui la band di Impressioni di settembre ha celebrato i 45 anni di un sodalizio che segnò la storia della musica italiana. In quel lontano biennio 1978/1979 la prog band di culto guidata dai ritmi creativi di Franz Di Cioccio (foto in basso) sigillò un patto imprevedibile con il cantautore genovese, tra i più individualisti e riservati della scena nazionale.

A chi chiede da dove scoccò la scintilla, gli storici membri coinvolti oggi il citato batterista Di Cioccio con il bassista Patrick Djivas, il violinista Lucio Fabbri e il pianista Flavio Premoli offrono un'ipotesi a testa, ma quella di Djivas è la più suggestiva: «Fabrizio passava su qualsiasi ostacolo, non c'erano discografici che potessero interferire. E poi c'era la storia di Bob Dylan quando passò all'elettrico: Faber adorava Dylan e quella scelta coraggiosa lo ispirò. Tutti quelli del suo giro lo sconsigliavano, lui non dette retta per fortuna». Premoli aggiunge: «Fabrizio aveva bisogno di una tribù che lo proteggesse in questa scelta, e noi Pfm eravamo quella tribù». Mille gli aneddoti che piovono nella presentazione dell'album organizzata ieri sui Navigli a Milano: «De André usciva malvolentieri di casa e noi lo portammo ovunque prosegue Djivas Fu davvero un'intesa perfetta. Anche in studio e dal vivo: Fabrizio suonava la chitarra sempre da solo e faceva fatica a seguire perfettamente il tempo della band. Decidemmo dunque noi di seguire lui. Dal vivo Faber nella spia sentiva solo sé stesso e la sua chitarra». E anche questo può servire a capire la maestria tecnica della Pfm.

La lezione di De André? «La poesia incredibile dei testi spiega Di Cioccio L'intuizione fu portare il nostro volume strumentale e la nostra rilettura con arrangiamenti originali alle sue canzoni che vivevano sui testi. Se per la Pfm esiste un prima e un dopo De André? Senza dubbio: già con l'album Suonare Suonare del 1980 la nostra attenzione ai testi fu scrupolosa». La lezione di De André va ancora in scena: al Festival di Sanremo sono state due le cover di brani del cantautore genovese eseguite da Bresh con Cristiano de André per Crêuza de má e dal vincitore del Festival Olly con Goran Bregovic per Il pescatore: «Con piacere ho notato che Olly ha scelto di riprendere i nostri arrangiamenti spiega Premoli Quest'ultimo Festival ha dimostrato, da parte dei giovani, una grande attenzione ai testi, dunque la lezione di Fabrizio resta viva».

Sull'attenzione riguardo alla musica, invece, basti la risposta sincera (e involontariamente implacabile) di Franz Di Cioccio: «Chi è Olly?». La Pfm tornerà in tour da aprile e per tutta l'estate, a ottobre andrà in Giappone, e per l'inverno prossimo tornerà nei teatri. «Con qualche materiale inedito», anticipa Patrick Djivas.

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