Una bambina di pochi mesi che viene ricoverata d'urgenza per una grave crisi respiratoria. Una ragazza di 25 anni che si presenta al pronto soccorso con febbre alta e vomito seguiti da crisi convulsiva prolungata e coma: sottoposta a risonanza magnetica le viene diagnosticata una trombosi estesa (non presentava fattori di rischio locali o generali). Le due pazienti ora stanno bene. In comune hanno il fatto di vivere a Milano, di aver dato del filo da torcere ai medici e di essere tuttora al centro di un ampio dibattito scientifico. Entrambe si sono presentate al pronto soccorso (il pediatrico De Marchi, la prima, quello del Policlinico la seconda) nei giorni in cui le centraline cattura smog, specie quelle vicine alle loro abitazioni, segnalavano livelli di PM10 (le polveri sottili prodotte dalle combustioni, auto o riscaldamento, che si insinuano dalle narici ai polmoni) superiori alla norma. "Due eventi che hanno come unico sospettato l'inquinamento ambientale - afferma senza giri di parole Emilio Fossali direttore del pronto soccorso De Marchi di via della Commenda - Se è difficile stabilire un nesso di causa-effetto fra gli alti valori di Pm10 e gli episodi clinici capitati da noi e fortunatamente risolti, è altrettanto vero - ci sono fior di ricerche a dimostrarlo - che quando cresce il particolato sottile nell'aria aumentano gli episodi trombotici". Che lo smog sia responsabile di gravi malattie dell'apparato respiratorio è noto da tempo. Meno conosciuto il fatto che alti livelli di polveri fanno crescere i decessi e i ricoveri per infarto ictus e trombosi. I casi clinici realmente accaduti saranno oggetto di una rappresentazione e di un dibattito dal titolo "Casi clinici in scena. Ambiente e salute" aperto a tutti, il 7 giugno alle 18 nell'aula Magna dell'università Statale, via Festa del Perdono 7. Interverranno oltre a Emilio Fossali, Luigi Allegra direttore della Broncopneumologia del Policlinico, Pier Alberto Bertazzi direttore della Medicina preventiva del Policlinico, Sergio Harari direttore di Pneumologia all'ospedale San Giuseppe e Pier Mannuccio Mannucci direttore del dipartimento di Medicina e specialità del Policlinico. Ed è il professor Mannucci a citare un lavoro pubblicato sulla rivista scientifica "Circulation" nel giugno del 2009: "Una ricerca svolta dai miei collaboratori del Policlinico dimostra che non solo le infezioni delle vie respiratorie e le embolie polmonari sono più frequenti nelle città inquinate ma anche che trombosi venose, infarti e ictus crescono di pari passo con il Pm10. In particolare per ogni 10 microgrammi di incremento di polveri la mortalità aumenta dell'1 per cento. Chi rischia di più? Chi abita vicino a una strada trafficata a una distanza di 3-4 metri rischia fino a 4 volte più di uno che risiede a 400 metri di distanza".
Le polveri formerebbero coaguli nel sangue e innalzerebbero la pressione. Il 7 giugno gli esperti approfondiranno i casi clinici giudicati estremi e esamineranno gli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra salute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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