"Più libri più liberi". Un consiglio: meno ideologia più pluralismo

"Più libri più liberi", la seconda fiera del libro italiana, è diventata una faida interna all'intellighenzia

"Più libri più liberi". Un consiglio: meno ideologia più pluralismo
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da Roma

Avrebbe dovuto essere l'edizione di consacrazione di Chiara Valerio ma si è trasformata in un regolamento di conti nel mondo dell'amichettismo culturale. Tra polemiche, boicottaggi, faide incrociate, violenti attacchi social, eventi dei centri antiviolenza sulle donne andati deserti, l'edizione chiusasi ieri, a Roma, di «Più libri più liberi», la seconda fiera del libro italiana, è diventata una faida interna all'intellighenzia.

Per una volta la colpa non è dei giornali di destra, degli intellettuali conservatori (esistono?), del governo, dei fascisti (immaginari), ma hanno fatto tutto loro. A chi è estraneo ai «giri che contano» nel mondo dell'editoria italiana non è rimasto che godersi lo spettacolo che, a dire il vero, era già cominciato nei giorni precedenti l'avvio della manifestazione.

Tutto è iniziato con l'invito della direttrice Chiara Valerio al filosofo Leonardo Caffo (imputato in un processo per maltrattamenti alla ex compagna) a presentare un suo libro dopo aver dedicato la manifestazione a Giulia Cecchettin. Apriti cielo. Non è bastato il passo indietro di Caffo né l'iniziale appellarsi al garantismo della Valerio finita sotto il fuoco incrociato di transfemministe e attiviste del «Sorella io ti credo» (che credeva amiche) costringendo l'organizzazione a chiedere scusa e a mettere a disposizione gratuitamente tre sale per associazioni e centri antiviolenza sulle donne. Eppure, nonostante la polemica sui social e i commenti indignati delle femministe, ai primi due eventi non si è presentato nessuno (11 persone giovedì e 14 venerdì scorso) mentre all'ultima presentazione c'era pubblico ma il problema è stato quanto detto tra «mascolinità tossica», «gabbie della cultura patriarcale», «occorre sederci ognuno in una sedia diversa tante quante sono le Identità di genere».

Non sono poi mancati i boicottaggi tra cui quello di Zerocalcare che ha disertato l'evento con Chiara Valerio ma non ha rinunciato al firmacopie allo stand del suo editore perché gli ideali sono importanti ma i soldi dei libri venduti di più.

Ha invece partecipato a una presentazione Roberto Saviano attaccando gli scrittori che hanno boicottato la fiera definendole «reazioni infantili» dettate dalla «paura dei follower». Parole che non sono piaciute a molti tra cui Selvaggia Lucarelli (in versione critica letteraria): «Chiara Valerio non ha riportato equilibrio, ha portato un rovinoso disequilibrio che ha danneggiato la rassegna, accendendo una luce sull'arroganza di alcuni circoletti culturali di cui Saviano fa parte e che difende».

Terminata la manifestazione occorre chiedersi qual è la

lezione di quanto avvenuto (l'organizzazione ha parlato di «grande successo per l'edizione 2024»)? Risposta: meno amichettismo più pluralismo, meno ideologia più libertà, meno marchette più cultura. Speriamo sia stato compreso.

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