Più libri più liberi e la cultura (in)sostenibile

Più libri più liberi e la cultura (in)sostenibile
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Io a «Più libri più liberi», la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che si terrà a Roma, alla Nuvola, dal 7 all'11 dicembre, non metterò piede. A parte che già il nome non si capisce cosa significhi: più libri, dipende che libri, più liberi boh?, sono come quelli di Liberi e Uguali, altro ossimoro. Basta guardare il programma, come ogni anno sempre più una serie di eventi del Pd, femminismo e terzomondismo spiccioli, spicciolissimi, con titoli di conferenze che sembrano comici.

Cioè, vi immaginate andare fino all'Eur per sentire Roberto Saviano, Michela Murgia e Chiara Valerio parlare di «Cremini e altre cose nere. Un viaggio nei registri simbolici nei quali siamo cresciuti»? I registri simbolici nei quali siete cresciuti voi? Ma che me ne frega? D'altra parte il programma lo ha scritto, insieme alla storica direttrice editoriale Silvia Barbagallo, Chiara Valerio, e dal prossimo anno la Fiera la dirigerà lei, cosa volete di più, o meglio di meno, sarà tutto chiarissimo e murgissimo. Quindi il femminismo domina sovrano tra i conferenzieri e le conferenziere, tutti all'opposizione di un governo che ha la prima donna premier e appartenenti a una sinistra che non ha mai messo una donna a capo del loro maggiore partito. Almeno dovrebbero aver capito che uomo o donna non conta, conta il cervello di una persona, macché.

Ci sarà Azar Nafisi, scrittrice iraniana che dialogherà con Michela Murgia sulla situazione delle donne nel suo Paese. Proprio con la Murgia, che ha appena pubblicato un catechismo femminista per essere femministe e cattoliche come lei, la mullah Murgia che promosse un boicottaggio per non farmi più pubblicare i miei libri (meno male più libri più libri), e che non si è accorta che nell'ultima cena il messia è maschio e non c'è un apostolo donna, sono tutti maschi, ma lei vuole essere cattolica e femminista lo stesso e comunque ama anche l'islamismo, quando incontra una donna islamica si mette il velo: fosse almeno non religiosa, neppure quello.

Ci si muove quindi tra Percorsi femminili a Roma (non ci vado certo per capire quali siano) e manifesti ospitati nello spazio Rai tipo No Women No Panel - senza donne non se ne parla (ma de che?). Dall'estero hanno chiamato Ellen Lupton per parlare del suo volume Extra Bold. Una guida femminista, inclusiva, antirazzista, non binaria per graphic designer. Non mancano incontri su ambientalismi e ecologismi, la bontà verso il pianeta da salvare sprizza da tutti i pori da boyscout, c'è perfino «Il lato green dell'editoria: per un manifesto dell'editoria sostenibile». Ma cosa volete essere sostenibili se siete tutti insostenibili, tutta carta sprecata per fare la propria carriera francescana e veltroniana nel mondo letterario, magari partendo dalla Scuola Holden.

Infatti non può mancare Alessandro Baricco, che terrà una lectio (questi tengono sempre lectio, come diceva Woody Allen in Manhattan a proposito delle cattedre assegnate all'intellighenzia radical chic: «Con

tutte queste cattedre dove metteranno i banchi?») sul tema: «Perdersi e ritrovarsi», i libri e la libertà, e si ritrovano sempre gli stessi a parlare con gli stessi delle stesse cose, ma magari si perdessero senza ritrovarsi.

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