Più ritmo e più positività. La ricetta di Ed Sheeran per restare il prodigio pop

L'album si intitola "Play" e oggi esce il singolo "Azizam". L'appello al premier inglese Starmer

Più ritmo e più positività. La ricetta di Ed Sheeran per restare il prodigio pop
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A dirla tutta, Ed Sheeran continua a restare controcorrente. In un pop sempre più svagato e dilatato, ampiamente perso dentro i fatti suoi, questo trentaquattrenne rimane vecchio stile, se per vecchio si intende il modo normale di essere popstar. Fa musica. Parla di musica. Non si concede troppo allo spetteguless e, se proprio deve fare qualcosa fuori dall'ordinario, si mette a suonare con parrucca e occhiali un brano inedito in una stazione della metropolitana di New York. Ah, di fianco a lui c'era anche Jimmy Fallon, praticamente il re dei talk show americani, ma questo è un dettaglio.

Perciò bentornato Ed Sheeran che da oggi distribuisce nel mondo il suo nuovo singolo Azizam che è anch'esso controcorrente perché è arioso, veloce e, soprattutto, ha un titolo persiano che significa «mio caro». Ascoltandolo, si capisce subito che sarà uno dei pochissimi brani capaci di scardinare in Italia l'autarchia della classifica sempre più imperniata sul nostro urban pop prodotto in serie. L'idea del testo non si sa, ma quella del titolo arriva senza dubbio dal suo produttore iraniano Ilya Salmanzadeh e il brano è stato oltretutto registrato suonando anche strumenti caratteristici di quella gigantesca area che comprende l'Asia centrale, l'India e il Pakistan.

È un segnale di rinnovamento per questo golden boy super platinato che con gli ultimi due dischi, perlomeno in Italia, aveva venduto meno del previsto. Anche per questo l'album che uscirà in autunno ha cambiato ritmo, sarà più corale e meno autoriferito, meno triste, meno personale. Insomma, più vita, più positività. E un titolo diverso, visto che si chiamerà Play e per la prima volta uscirà dalla sequenza di segni grafici come + e x scelti per gli ultimi dischi: «Quando avevo 18 anni - ha raccontato qualche giorno fa al Tonight Show di Jimmy Fallon - ho avuto l'idea per un ciclo di dieci album: +, ×, ÷, = e , e poi Play, Pause, Rewind, Fast Forward, Stop. Ero fissato con Tarantino e con il suo progetto di realizzare dieci film, con progetti collaterali come Grindhouse». Album dopo album, arriverà anche all'ultimo che lui - con vero spirito british - si è immaginato così, sempre al Jimmy Fallon: «Ho sempre sognato di pubblicare un album il giorno in cui morirò, intitolato Eject. Pensa se alla morte di Paul McCartney uscisse un disco con canzoni scritte a 16, 20, 30 anni... Nel mio caso, la gente si domanderà: Quello persino dalla tomba non ci dà pace».

E che comunque Ed Sheeran non riesca a tenersi un segreto si capisce anche dalle sue improvvisazioni, tipo quando il 15 marzo ha suonato questo brano all'improvviso per le strade di New Orleans con una banda di ottoni. O, come ha fatto a Nashville poco dopo, quando ha cantato Old Phone, altro brano nuovo, di fronte a una trentina di fortunati.

In sostanza, è un ragazzo dalle buone maniere, sposato dal 2019 con una compagna del liceo Thomas Mills High School di Framlingham, nel Suffolk, proprietario di una casa vicino al Lago Trasimeno, così legato ai cosiddetti valori da dire, lui megastar che fattura come una multinazionale, una cosa del tipo «sono in giro per il mondo da quando avevo 16 anni. Non ho intenzione di fermarmi, ma lo farò in modo più intelligente: concerti solo nei weekend per sette mesi, così posso tornare a casa». A proposito, sarà allo stadio Olimpico di Roma il 14 giugno, ovviamente tutto esaurito, e non a caso è un sabato. Poi dritto filato a casa dalla famiglia. Capite anche voi che è un altro mondo rispetto ai suffumigi social e alle overdose di filtri cui ci abituano quasi tutti gli altri. Anche per questo, nonostante non pubblichi musica nuova da due anni, ha tuttora 76 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, dicesi settantasei, e Whatsapp ha scelto la sua Azizam come prima canzone utilizzabile nelle foto e nei video inviati tramite la funzione «Stato».

Praticamente la conferma che c'è chi fa tanto rumore per nulla e chi, come lui, lo

fa soltanto quando ha qualcosa di grande da dire (come quando ha inviato una lettera aperta al premier britannico Starmer nella quale gli chiedeva di finanziare l'educazione musicale nelle scuole: quanti ci penserebbero?).

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