La Borsa riesce a segnare l'ottavo rialzo consecutivo al termine di una seduta caratterizzata dalla volatilità, con gli indici passati dal segno positivo al negativo seguendo l'andamento delle piazze internazionali e le performance diversificate all'interno dello stesso listino. Il Ftse Mib archivia la giornata con un progresso dello 0,48% mentre l'All Share sale dello 0,38%, con volumi dell'attività di poco superiori ai 2,1 miliardi di controvalore. Gli acquisti prevalenti su titoli importanti dei diversi settori come Telecom Italia, Parmalat, Prysmian, Mediaset, Mediobanca, Unicredit, Terna hanno dunque ampiamente compensato le flessioni di Fiat, penalizzata dall'andamento del primo trimestre, dei petroliferi, che hanno risentito della frenata del prezzo del greggio tornato sotto quota 65 dollari, e di alcuni altri bancari come Bpm. Dopo una mattinata più incerta, nel pomeriggio le piazze europee si sono risollevate anche se l'andamento di Wall Street si è subito delineato come contrastato, dopo l'allarme occupazione negli Usa rilanciato dal presidente della Fed Ben Bernanke durante la sua audizione al Senato. Piazza Affari si è adeguata alla media, ma caratterizzandosi con alcuni temi specifici. In particolare, la diffusione dei conti trimestrali di Fiat non ha favorito il titolo che nei giorni scorsi aveva guadagnato in attesa dei dati e oggi ha invece perso l'1,7% a 7,8 euro, dopo aver superato in avvio di seduta anche la soglia tecnica degli 8 euro. A deludere il mercato è stato soprattutto il dato sulla perdita netta, risultata superiore alle attese degli analisti. Le rassicurazioni sui target a fine 2009 e sulle prospettive di Chrysler hanno risollevato il titolo dai minimi di giornata (7,655). In calo anche i titoli del settore petrolifero, in particolare Eni (-0,63%), alcuni bancari (Bpm -1,42%) e assicurativi (Fonsai -0,92%) fra quelli che più hanno guadagnato nella fase rialzista. Acquisti decisi su Telecom Italia, che sale del 3,75% dopo la «promozione» e l'aumento del target price da parte di Bofa-Merrill Lynch. Un nuovo contratto in Libia da 541 milioni è stato all'origine del forte rialzo di Ansaldo (+6,11%) ma fra gli industriali chiude in netto rialzo anche Parmalat (+2,76%).
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