da Torino
Il signor Alessandro Del Piero raggiunge oggi quota 500. Partite in bianconero, certo. Meglio di lui, solo Gaetano Scirea (552) e Beppe Furino (528). Peccato che festeggi la cifra tonda in serie B, cosa che mai si sarebbe aspettato qualche mese fa: il destino ogni tanto gioca brutti scherzi. A ben vedere, però, la sua figura ne uscirà ancora rafforzata: perché uno così nobilita il palcoscenico sul quale si esibisce, non ne viene certo sminuito. E allora sarà anche il Bari, avversario odierno, a godere del momento: così come, in passato e a posteriori, hanno fatto il Foggia (gara numero uno in bianconero del nostro: 12 settembre 1993), il Nantes (numero 100, il 3 aprile 1996), l'Inter (200, 25 ottobre 1998: con tanto di gol della vittoria), il Bayer (300, 29 novembre 2001) e l'Ajax (400, 15 settembre 2004).
Il Bari, peraltro, è squadra cui Del Piero è particolarmente legato: contro i pugliesi, il 18 febbraio 2001 allo stadio San Nicola, ha infatti segnato uno tra i gol più belli della sua carriera. Sicuramente uno tra i più significativi: suo papà era scomparso da pochi giorni e lui si inventò una rete da cineteca con pianto e dedica a seguire.
Oggi sarà solo il giorno della festa e la Juve celebrerà il suo capitano insieme alla Fiat: prima della partita, Del Piero riceverà dal presidente Cobolli Gigli e dal responsabile Brand Fiat, Luca De Meo, una targa personalizzata e un modellino della nuova Cinquecento, macchina che vedrà la luce il prossimo settembre e che gli sarà ovviamente omaggiata. Pinturicchio si piazzerà in mezzo al campo e riceverà la solita ovazione da parte dei suoi tifosi che canteranno - come sempre - «sei la cosa più bella che c'è». Avrà probabilmente la solita barba di un paio di giorni, i basettoni Anni '70 e la stessa voglia di stupire che lo ha accompagnato in tutta la carriera: condisse il tutto con un gol e con l'ormai solita linguaccia fuori dai denti, sarebbe una giornata perfetta a patto che arrivino anche i tre punti.
Martedì scorso, contro il Cesena, ha festeggiato la sua rete numero 203 incitando poi il pubblico a farsi sentire nelle fasi finali di un match sofferto come nessuno si sarebbe aspettato: «Ha dato l'esempio a tutti i nostri giovani - ha detto ieri Deschamps -. Un giocatore così non è mai un peso, nemmeno nello spogliatoio: per la Juve ha dato tutto, è giusto celebrarlo». Ha praticamente dato anche un ginocchio, l'ormai lontano 8 novembre 1998 in quel di Udine: nove mesi lontano dai campi di calcio e una carriera che avrebbe anche potuto interrompersi lì. Invece Del Piero non si è arreso: è tornato, ha vinto ancora tanto e, dopo essere sopravvissuto a Capello, è diventato campione del mondo mettendo il sigillo alla semifinale contro la Germania. Dopo di che, ha accettato di buon grado la serie B senza troppo discutere. Il giorno della Befana, appena finito il Trofeo Berlusconi, ha sibilato: «La dirigenza dovrà convincere anche me a rimanere».
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