Di Pietro accusa il suo governo: «Basta fare sconti ai criminali»

Il ministro polemico con gli alleati: «Saremo ricordati solo per l’indulto». Calderoli: «Pecoraro si dimetta»

da Roma

Abbandona la diplomazia ministeriale, il ministro Antonio Di Pietro, e lancia nello stagno l’accusa che da tempo volteggiava insieme ai fumi delle combustioni dei roghi, ma che i rappresentanti istituzionali del’Ulivo ancora non avevano formulato con tanta nettezza: «Gli incendi nel nostro Meridione sono opera della criminalità organizzata». Il leader dell’Italia dei Valori non ha dubbi: «Bisogna spegnere il cerino prima che scoppi l’incendio e mettere in galera chi lo tiene in mano». Ma il ministro si spinge più in là, collegando l’allarme incendi a quello che lui considera l’errore capitale del governo in materia di giustizia: l’indulto. Tutto parte dall’ultimo «bollettino di guerra», da un episodio che ha indignato il ministro: «Ieri in Campania hanno sparato contro un elicottero antincendio che trasportava dell’acqua e attuato un sabotaggio del ponte radio della Regione. Siamo ormai al Far West, o forse peggio». Il ruolo dello Stato, aggiunge Di Pietro, è quello di «tutelare i suoi cittadini e farsi rispettare. Non è più possibile concedere una sorta di extra territorialità a una parte consistente del Paese». Poi l’affondo polemico più delicato: «Questo governo rischia di essere ricordato, in materia di ordine pubblico, solo per l’indulto e per la messa in libertà di migliaia di criminali, se non farà una rapida inversione di rotta, tutelando territorio e cittadini con un’applicazione rigorosa e senza sconti delle leggi e con un presidio delle aree a rischio anche con l’invio dell’esercito».
Ma le fiamme della polemica si alimentano anche nel confronto fra destra e sinistra. Ad esempio fra Lega e Verdi. Attacca il coordinatore della Lega Roberto Calderoli: «In un paese serio, quando accadono cose gravi come quelle che stanno accadendo, dove si perdono boschi e un patrimonio naturale e faunistico inestimabile e, oltre ai boschi anche vite umane, il ministro dell’Ambiente, al posto di fare accuse e lanciare proclami mediatici come sta facendo Pecoraro Scanio, si dimette e basta». E subito dopo, ribadendo il punto: «Si dimette, lui e gli altri ministri competenti, semplicemente per non essere stato all’altezza di prevenire o reprimere i fatti criminosi che hanno determinato gli incendi e tutto quello che ne è seguito».
Parole che suscitano la reazione del capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli: «Calderoli dovrebbe vergognarsi: di fronte ad un dramma che ha causato anche dei morti, quale è quello degli incendi, è indecoroso innestare una polemica di basso livello». Maurizio Gasparri non la pensa così: «Se con il centrodestra ci fosse stato un decimo degli incendi di oggi, Pecoraro avrebbe inveito.

E ora che dice di fronte alla devastazione del territorio favorita dall’imprevidenza di un governo che mette in ginocchio protezione civile e vigili?» . E L’ex ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, chiede: «Dove sono finiti i finanziamenti promessi al Corpo Forestale dello Stato?».

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