Marianna Bartoccelli
da Roma
Non era mai successo che un ministro per protesta si sospendesse «dalle attività ministeriali». Lo ha fatto ieri Antonio Di Pietro che per opporsi alla legge sullindulto decide di attuare una sorta di sciopero bianco: sino a quando la vicenda non sarà definita (oggi o domani) non metterà piede nella sede del ministero e non parteciperà a nessun incontro istituzionale. Chiede un vertice con Prodi subito, per discutere «la compatibilità del provvedimento con il programma dellUnione», e annunzia che in questi giorni, o meglio ore, si occuperà soltanto del dibattito daula sullindulto. Malgrado continui a ripetere che «si impegna a non far cadere il governo», il suo gesto è visto dallopposizione come «lennesima prova di quanto il governo sia alla frutta», afferma lex ministro di An, Altero Matteoli.
E se Maurizio Ronconi dellUdc stigmatizza come «singolare» la decisione di Di Pietro e lo invita anche a determinare «linterruzione della indennità e di tutti i benefits legati allincarico ministeriale», il diessino Luciano Violante, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, apre invece al leader dellItalia dei Valori: «Sarebbe opportuno che riflettessimo un po più approfonditamente sulle questioni formulate in relazione allestensione dellindulto ai delitti finanziari, bancari e ai delitti di corruzione, concussione e peculato», afferma Violante. E tra i Ds cè chi comincia a preoccuparsi che neanche stavolta si riuscirà a varare la legge. Le frasi di Violante suonano polemiche verso il suo collega al Senato, Massimo Brutti, responsabile giustizia dei Ds, che da giorni ripete che il testo portato in aula non si può cambiare, perché esprime «un punto di equilibrio» il più avanzato possibile con la Cdl per ottenere i 2/3 necessari per approvare la legge. «Non rappresenta alcun colpo di spugna», ribadisce.
Di traverso allindulto è tutto il gruppo dellIdv. Non solo Di Pietro che si blinda alla Camera come semplice deputato, ma anche Luca Orlando, oggi portavoce, che lancia laccusa: «Lindulto è il cavallo di Troia utilizzato anche dai furbetti del quartiere, Cooperative e non. Verrà favorito anche Moggi».
In effetti potrà anche succedere che molti degli imputati degli ultimi avvenimenti politico-giudiziari godranno delleffetto indulto. «La legge è uno sconto di pena sui reati commessi sino al 2 maggio 2006, data di avvio delliter parlamentare», spiega Gaetano Pecorella. «Il che vuol dire che coloro che verranno condannati per reati commessi entro quella data vedranno la loro pena ridotta. Le leggi sullindulto sono sempre state così, non capisco lo stupore», aggiunge lex presidente di Forza Italia della commissione Giustizia.
A favore dellindulto si sono schierati con nettezza sia lattuale presidente della Camera, Fausto Bertinotti che lex Pier Ferdinando Casini. «Lindulto è unassoluta priorità. Spero che il Parlamento la faccia valere al più presto» afferma Bertinotti, che ha dalla sua tutto il gruppo di Rifondazione. «Ricordo a Di Pietro - spiega il capogruppo Gennaro Migliore - che le persone coinvolte per reati finanziari sarebbero 78 e per loro basta linterdizione, mentre lindulto libererà 12mila detenuti». Ancora più deciso Casini che ricorda come sullindulto da mesi «ci sia un balletto estenuante. Speriamo - aggiunge - che domani sia il giorno della verità e che atti ostruzionistici non impediscano lapprovazione».
Se tutto andrà come previsto, l'indulto avrà il sì della Camera entro questa settimana e probabilmente anche quello del Senato entro i primi giorni di agosto.
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