Pino Pascali, il pubblicitario troppo «audace»

Artista pugliese noto soprattutto per le sue sculture, Pino Pascali aveva esordito come disegnatore pubblicitario ed è proprio a questo suo aspetto che la galleria Emmeotto (in via Margutta, 8) dedica una mostra a quarant’anni dalla sua prematura scomparsa. Aveva solo 33 anni, infatti, quando nel 1968 un incidente motociclistico pose fine alla sua promettente carriera. La rassegna «Pino Pascali. Disegni per la pubblicità», fino al 7 maggio espone materiali che testimoniano l’inclinazione al gioco, la raffinata ironia, la fantasia appaiata al rigore di questo artista. Ci sono disegni su carta o acetato, collages e fotomontaggi che servivano per preparare i filmati e poi i filmati stessi: alcuni esempi di spot per il cinema, le sigle di programmi famosi come TV7 e soprattutto gli spot pubblicitari che alle 8.30 di sera inchiodavano le famiglie italiane davanti a Carosello. Possiamo ammirare anche i progetti rifiutati dai clienti perché troppo innovativi, come il cartone animato dei «Killers», ovvero i piccoli gangster creati per la Algida. Si tratta di una piccola banda di personaggi degli anni ’30, cui Pascali era particolarmente affezionato. In particolare Al Cafone del ’61 e il Tenente O’Clock del ’65 hanno un taglio spiritoso forse troppo raffinato e difficile per la loro epoca. Spiritosi sono pure i soldatini creati per le sigarette Amadis, il velocipedista per le Ferrovie dello Stato o il soldato per i biscotti Maggiora.

L’impressione che si ha è che il suo Carosello degli anni ’60 fosse una straordinaria palestra in cui si inventavano i nuovi linguaggi della televisione e della pubblicità. I suoi disegni pubblicitari possono essere visti come l’antefatto delle sue opere maggiori, esposte a Roma nel ’65 nella galleria La Tartaruga e alla Biennale di Venezia.

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