Pinochet il vampiro è assetato di sangue

Augusto Pinochet ritratto nel modo più nero che c'è. In bianco (poco) e nero (molto), immaginandolo addirittura come un vampiro

Pinochet il vampiro è assetato di sangue
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Augusto Pinochet ritratto nel modo più nero che c'è. In bianco (poco) e nero (molto), immaginandolo addirittura come un vampiro. Quindi ancora tra noi con più di due secoli di vita. Il regista cileno Pablo Larraín se lo immagina così in El Conde, presentato in concorso a Venezia80. L'idea, abbastanza geniale e pure divertente, potrebbe essere in realtà declinata su qualsiasi dittatore, anche di sinistra, e porterebbe probabilmente alle stesse allegorie horror e mortifere legate alla gestione del potere.

Ma il regista cileno, che ha appena compiuto 47 anni e che per quinta volta è in concorso a Venezia, due anni dopo Spencer su Lady Diana, è fissato con la storia del suo Paese sarà anche in contrapposizione con il padre che è stato un importante politico conservatore e dopo Post Mortem, No - I giorni dell'arcobaleno e Il club torna ora con El Conde agli stessi temi presentando Pinochet ormai anziano, ma ancora vivo, nascosto in un palazzo in rovina nella gelida punta meridionale del continente.

Tra cuori congelati, suo sostentamento, e un fedele maggiordomo interpretato dal suo attore feticcio Alfredo Castro, la (non)vita del dittatore diventa un supplizio perché funestata dalla sua stessa famiglia, con i figli che lo vanno puntualmente a trovare con lo scopo, non celato, di ritornarsene con un po' di soldi in saccoccia dei tanti che ha sottratto al suo Paese. Anche se lui proprio non vuole essere ricordato come un ladro.

«Augusto Pinochet dice il regista non si è mai dovuto confrontare realmente con la giustizia: è morto in libertà, molto ricco, e tale impunità l'ha reso quasi eterno. Questa eternità è restituita al meglio dalla figura del vampiro».

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