La quotazione di Sea è in fase di rullaggio. Entro lunedì, come anticipava ieri il Sole 24 Ore, gli advisor (Mediobanca, Morgan Stanley, Banca Imi e Unicredit) depositeranno il prospetto prima in Consob e poi in Borsa per far decollare le azioni della società aeroportuale sul mercato entro ottobre. Massima prudenza sul prezzo, ma le stime indicano una forchetta tra i 420-450 milioni. Il Comune manterrà la maggioranza con il 51% del pacchetto e potrebbe incassare già prima dello sbarco sul listino il dividendo da 160 milioni. Si era tenuta anche più cauta Letizia Moratti - 115 milioni - quando prima di lasciare Palazzo Marino in mano al nuovo sindaco aveva presentato la relazione conclusiva sul bilancio. Uno schiaffo per Giuliano Pisapia, che dopo la gaffe in consiglio comunale due giorni fa su Serravalle - prima ha accusato l’ex sindaco di non aver lasciato nei cassetti alcuna valutazione sulla vendita, poi si è scusato e ha ammesso che esiste ed è pure datata a inizio maggio - forse dovrà ringraziarla per un’operazione che porterà ossigeno alle casse comunali. Anche se in aula Pisapia è tornato all’attacco su un «buco di bilancio non irrilevante».
Ma l’ex assessore Giacomo Beretta sostiene che «dopo lo scivolone su Serravalle, forse è anche daltonico sui conti perché abbiamo gli lasciato un elenco di azioni urgenti da portare a fondo. Se non lo farà, rischierà sì di svuotare le casse entro fine anno». Ma lascia intendere che Palazzo Marino ha già il suo Tremonti. Il neo assessore al Bilancio «con la scusa dei problemi sulle entrate va già dicendo che sarà lui il vero sindaco e deciderà le linee politiche della giunta in base alla disponibilità delle risorse».
Beretta ristabilisce la verità sui conti. E i rischi a cui va incontro il Comune (e quindi i milanesi) se Pisapia cancellerà con un colpo di spugna la Finanziaria della giunta Moratti. A partire dalla quotazione di Serravalle: entrata prevista tra 164 e 201 milioni secondo una stima di Dexia a inizio maggio. «Per prudenza - spiega - abbiamo approvato la delibera per avviare l’operazione prevedendo un’entrata di 170 milioni». Ma «se hanno deciso di non vendere più lo dicano chiaro, la giunta presenti un atto in cui spiega perché e come reperirà gli stessi fondi». Il 15% delle azioni potrebbe valere nettamente di più ammette, se Filippo Penati quand’era presidente Pd della Provincia avesse accettato il patto di sindacato invece di acquistare le quote di Gavio «così ha svuotato le casse di Palazzo Isimbardi e creato un danno al Comune, che oggi per ironia paga Pisapia». Ma «se per 2 mesi la sinistra parla di sopravvalutazione nessuno si farà avanti per comprare, forse vogliono far saltare l’operazione?». Altro capitolo, il Pgt in stallo. Con la continua incertezza «gli investitori non scommettono su Milano e ci sarà un crollo degli oneri di urbanizzazione. Avevamo ipotizzato 180 milioni entro fine anno, di questo passo se arriveranno a 90 sarà già tanto».
Il progetto Sedi? Entrate previste (dalla Moratti) oltre 57 milioni, si tratta di accorpare uffici in zone servite dai mezzi (già individuati due stabili in zona Jenner) e affittare i palazzi comunali in centro.
«Noi saremmo partiti subito, ora la macchina è bloccata» sostiene l’ex assessore. Che invita la nuova giunta a «non raccontare frottole sui presunti tagli agli sprechi: dicono di aver bloccato il festival Led e il sito sul Turismo. Hanno fatto bene, era già nel nostro elenco delle spese congelate».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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