Matteo Chiarelli
«Geometria del possibile» o «quadratura del quadrato»? Sembra un quesito minaccioso e invece sono concetti formulati dalla critica d'arte intorno a quella sorta di pittura-scrittura, in dialogo con la forma geometrica del quadrato e ondeggiante tra una cristallina razionalità ed un segreto soggettivismo, che pare potersi scorgere nell'opera pittorica di Carlo Ciussi.
Per omaggiare l'artista, assente dal palcoscenico milanese ormai da anni, la galleria «A arte Studio Invernizzi» (via Scarlatti 12, fino all'11 novembre), la Lorenzelli Arte (corso Buenos Aires 2, fino al 15 ottobre) e Palazzo Isimbardi (corso Monforte 35, fino al 31 ottobre), in collaborazione con la Provincia, esporranno in contemporanea diversi suoi dipinti dell'ultimo periodo e una scultura in ferro di grande dimensioni.
Le sue opere «si configurano come segni che diventano figure - scrive Francesco Tedeschi, curatore della mostra -, forme che appaiono ispirate a un principio di stabilità e lo mettono alla prova in una continua variabilità: di posizione, di accordo, di destinazione nello spazio».
Carlo Ciussi, friulano, classe 1930, oggi vive e lavora tra Milano e Udine. Artista affermato ormai da diversi anni, ha raccolto numerosi riconoscimenti tra i quali gli inviti ad esporre alle Biennali di Venezia del 1964 e del 1986, e alla XI Biennale di San Paolo del Brasile del 1967.
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