LOnu, organizzazione delle Nazioni Unite, luogo nel quale si professa e si pratica il peggior terzomondismo daccatto, dietro il quale si nasconde il vero razzismo dellepoca nostra, dovrà farsene una ragione. Per la prima volta le nostre motovedette hanno rimandato in Libia un barcone con duecentoventisette immigrati clandestini che cercavano di entrare illegalmente nel nostro Paese. Lo hanno fatto in pieno rispetto delle convenzioni e delle regole democratiche. Nessuno ha sparato alzo zero come a Ceuta e Melilla nel 2005, per ordine del socialista José Luis Zapatero. Nessuno sul suolo italiano ha alzato una barriera di filo spinato, zeppa di trappole con getti di spray al peperoncino.
Il nostro governo ha difeso per la prima volta i diritti e la sicurezza degli italiani. Ci sono parole che danno il senso dello Stato. Per il ministro dellInterno, Roberto Maroni, il fatto che la Libia abbia accettato di prendersi carico degli immigrati «può rappresentare una svolta nel contrasto allimmigrazione clandestina», «un risultato storico a cui abbiamo lavorato per un anno e nei prossimi giorni partirà anche il pattugliamento congiunto tra Italia e Libia». Quanto ai capricci ingiustificabili e avidi di Malta, Maroni dice sacrosantamente che «noi siamo andati più di seicento volte a recuperare migranti in acque maltesi. Ho deciso che da ora in avanti ciò che è compito nostro lo faremo e ciò che non lo è non lo faremo».
Ce ne sono altre che danno il senso del ridicolo, del grottesco, dellimpudenza. LAlto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha espresso «grave preoccupazione per la sorte dei clandestini ricondotti in Libia senza unadeguata valutazione delle loro possibili necessità di protezione internazionale, e che forse saranno rispediti tutti nei Paesi dorigine dove potrebbero essere in serio pericolo». Non basta, lo stesso Alto Commissario che ha costruito quella bella palude razzista e antisemita che si chiama Durban 2, conclude drasticamente che: «Questo incidente mostra un radicale mutamento nelle politiche migratorie del governo italiano e rappresenta fonte di grave preoccupazione». Ed esprime «profondo rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questo episodio».
Dietro lorganizzazione delle Nazioni Unite si accodano preoccupati e indignati a chiedere spiegazioni tutti gli enti di tutela dei rifugiati, il famoso Tavolo Asilo, che con i clandestini ci lavorano e, a dirla tutta, ci guadagnano il pane e il companatico: Amnesty Italia, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cir, Federazione delle Chiese Evangeliche, e via con le ong.
Malta aveva rifiutato, naturalmente, come è sua abitudine storica e mai contestata, nonostante prenda dei bei soldi per gestire lattività di «search and rescue» nel Mediterraneo, di accogliere i migranti e aveva detto di essere «disgustata dallintransigenza dellItalia» sulla questione umanitaria degli extra comunitari.
Italia e Libia hanno messo in atto finalmente le norme del loro accordo ratificato anche dal progetto Frontex dellUnione europea che nel 2007 aveva concordato pattugliamenti contro limmigrazione clandestina nel Canale di Sicilia a partire dal 2008. È un progetto per fermare limmigrazione clandestina che costa ottanta milioni di euro allanno, finora gettati al vento. Laccordo lo ha fatto il governo precedente, Romano Prodi, do you remember, con lintervento tecnico dellallora capo della polizia Gianni De Gennaro, e prevede perfino di «impedire luscita dai porti». Unaltra modesta osservazione. LOnu non dice una parola su e contro la Libia, non si appella alla Convenzione Europea, non tuona sullarticolo 3, perché la Libia del colonnello Gheddafi è stata presidente di turno fino a poco tempo fa del Consiglio dei diritti umani a Ginevra, magna pars dellOrganizzazione delle Nazioni Unite.
LAlto Commissario che oggi accusa lItalia di razzismo, Navi Pillay, ha organizzato la conferenza di Ginevra, Durban 2, finita nello scandalo per lintervento di Mahmoud Ahmadinejad contro Israele. Nel pregare lItalia, gli Stati Uniti, il Canada, e gli altri Paesi che non ne volevano sapere di fare apologia dellantisemitismo, la signora aveva garantito che avrebbe offerto «la piattaforma e il quadro più ampio per combattere lintolleranza e il razzismo nelle loro numerose forme».
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