Fino al 60% di detrazione, cumulabile in un decennio, per l'efficientamento energetico delle case e fino al 100% per coloro che hanno un Isee sotto i 15mila euro. Dopo le modifiche dei mesi scorsi ai programmi esistenti, continuano le manovre politiche e tecniche per modificare i bonus sull'edilizia e le ristrutturazioni delle case.
E dopo la cascata di aiuti garantiti da misure come il Superbonus 110% con sconto in fattura ora la priorità del governo Meloni è quella di garantire aiuti più mirati e di concetrare sui titolari di redditi più bassi i sostegni fiscali. L'obiettivo è permettere una maggiore equità nella gestione degli aiuti e anticipare le possibili conseguenze delle direttive europee sulla casa in discussione, che potrebbero promuovere un'incisiva campagna di ristrutturazione edilizia nel Paese in nome dell'efficienza energetica, evitando l'effetto spiazzamento per le fasce più svantaggiate della popolazione.
Nuovi bonus: alla Camera una proposta di legge
Di cosa si sta parlando negli uffici parlamentari e nei ministeri? Il punto di partenza sono una proposta di legge e un documento governativo. La proposta di legge che sta prendendo piede è stata presentata il 3 marzo scorso alla Camera avente come primo firmatario il leghista Alberto Gusmeroli e fresca di assegnazione alla Commissione Finanze di Montecitorio. Il piano in questione prevede proprio la doppia aliquota per le ristrutturazioni edilizie con un focus prioritario sui redditi inferiori. Qualora la direttiva europea sulla casa dovesse entrare in vigore, oltre i due terzi del patrimonio immobiliare privato dovrà essere portato oltre gli attuali livelli di efficienza E, F e G entro un periodo compreso tra il 2033 e il 2035.
La proposta di legge vuole rimettere ordine tra i vari bonus casa e aprire la strada a un dibattito che si potrà strutturare definitivamente con la discussione sulla Legge di Bilancio che avrà luogo in autunno. Durante la quale eventuali programmi di modifica del parco-bonus potranno essere finanziati a dovere e in forma completa.
Il Pniec del governo sostiene la riforma dei bonus
Il documento governativo è invece la proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) inviata da Roma a Bruxelles il 30 giugno scorso su iniziativa del titolare del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica (Mase), il forzista Gilberto Pichetto Fratin. La proposta di modifica del Pniec del governo Meloni mette nero su bianco la volontà di combattere la crisi climatica ed energetica anche attraverso il ruolo strategico dell'edilizia promuovendo "una riforma degli incentivi che identifichi priorità (edifici meno performanti e situazioni di povertà energetica) e differenzi il livello di assistenza".
"Nell’aggiornamento è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su fonti rinnovabili elettriche, produzione di combustibili rinnovabili (biometano e idrogeno), ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali (pompe di calore)", ha dichiarato Pichetto Fratin a Il Sole 24 Ore parlando della riforma del Pniec. Alla selva di incentivi oggi previsti, dal Superbonus al bonus facciate, dall'Ecobonus al bonus per elettrodomestici ad alta prestazione, il governo vuole dunque sostituire una serie di progetti più lineari che consentano una ristrutturazione energetica profonda: all'efficienza a tutto campo sul tema della riduzione dei consumi termici attraverso la riduzione della dispersione si aggiungeranno misure antisismiche, elettrificazione, di digitalizzazione dei servizi, di riduzione degli impatti idrici e di sviluppo dell'autoconsumo da rinnovabili.
L'obiettivo
è fare sistema e rendere i bonus equi e virtuosi per l'economia. Un obiettivo sfidante, ma che mira a essere all'altezza delle grandi sfide che la riforma della normativa e la pesante eredità dei bonus del passato impone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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