La bufala della sinistra sull'assegno unico. Il Mef: "Nessun taglio"

Il dicastero di Giancarlo Giorgetti smonta l'indiscrezione di Repubblica, rilanciata dall'opposizione: "Ipotesi fantasiosa". Roccella: "Non sottrarremo mai un solo euro alle famiglie"

La bufala della sinistra sull'assegno unico. Il Mef: "Nessun taglio"
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Il governo è al lavoro per smontare l’assegno unico con la legge di Bilancio dal prossimo anno. Questa l’indiscrezione lanciata da Repubblica:“Meloni taglia il bonus famiglia”. Notizia rilanciata immediatamente dall’opposizione per denigrare l’esecutivo e tentare di guadagnare qualche punticino nei sondaggi. Ma la realtà dei fatti è un’altra, con buona pace di chi era già pronto a scendere in piazza: il governo non ha alcuna intenzione di tagliare la misura di welfare: la smentita è arrivata direttamente dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

In una breve nota, il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti ha definito "fantasiosa e senza alcun fondamento l'ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra". Ancora più netta la presa di posizione della ministra Eugenia Roccella. La titolare di Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, senza lesinare stoccate, ha ribadito che il governo ha sempre messo le famiglie al centro delle proprie priorità, le ha sempre sostenute come certificato dall'Ufficio parlamentare di bilancio e ovviamente continuerà a farlo. Dito puntato nei confronti dell'Ue, che ha aperto sul provvedimento una procedura di infrazione e che chiede "chiede di cancellare completamente il requisito della residenza in Italia (attualmente di due anni) per i percettori dell'assegno non lavoratori, e anche quello della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno sei mesi), e addirittura di riconoscere l'assegno anche a chi ha figli residenti all'estero". Modifiche che "avrebbero ulteriori implicazioni potenziali che andrebbero ben oltre quelle immediate, e per via giudiziaria potrebbero portare a un effetto domino incontrollabile".

Una cosa è certa, ha aggiunto la Roccella: "Il nostro governo non sottrarrà mai un solo euro alle famiglie, nei confronti delle quali il nostro impegno resta prioritario e trasversale a tutti i ministeri. Abbiamo impiegato per le famiglie tutte le risorse possibili, e non ci sono stati avanzi perchè l'incremento dell'assegno, in particolare per le famiglie numerose e per quelle con particolari fragilità, è stato significativo, con una crescita della spesa da 16 a 20 miliardi. Continueremo a stare accanto alle famiglie e ai bambini, e su questo non c'è alcun dubbio. Finchè ci saremo noi al governo, i marziani sulla terra non arriveranno e le famiglie saranno sostenute".

Posizione condivisa da diversi esponenti della maggioranza di centrodestra, che hanno bollato la notizia come "fake news". Interpellato da Affari Italiani, il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli ha evidenziato che il confronto sulla manovra partirà da domani e ogni pseudo indiscrezione riguardante la cancellazione dell'assegno unico è una totale bufala. Di "notizia inventata" parla invece il leghista Andrea Crippa, che ha puntato il dito contro la sinistra rea di cavalcare un'indiscrezione falsa.

Da casa FdI è intervenuto Marco Osnato, che non ha utilizzato troppi giri di parole: i toni di Repubblica sono come sempre apocalittici. Il presidente della Commissione Finanze della Camera ha posto l'accento sulla procedura di infrazione sulla quale la Commissione europea deciderà entro il 2025 e non ha escluso una revisione della norma, senza però andare a toccare la struttura portante."Da qui a dire che verrà cancellato tutto mi sembra come al solito un atteggiamento di prevenzione nei confronti del governo di chi invece dovrebbe fare informazione", l'analisi dell'onorevole meloniano.

Insomma, l'assegno unico non è in pericolo.

La validità degli attacchi della sinistra - da Pd ("il governo attacca le famiglie", la certezza di Piero De Luca) al M5s, passando per Avs e Italia Viva ("il governo è alla canna del gas", la profezia di Raffaella Paita) - è durata pochi minuti. Come spesso accade.

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