Condono penale, ecco come fare per ottenerlo

Le novità che porta il decreto-legge approvato dal governo Meloni in merito al mancato pagamento di tasse e conseguenze penali

Condono penale, ecco come fare per ottenerlo

Il decreto-legge, riguardante in particolar modo le bollette, approvato ieri, 28 marzo, in Consiglio dei ministri dal governo comprende un pacchetto che interviene anche sulla tregua fiscale. Lo fa sia attraverso delle proroghe che con ampliamenti delle situazioni regolarizzabili.

Allo stesso tempo l'esecutivo elimina alcune conseguenze penali al di sopra delle soglie monetarie oltre le quali, oggi, ci sarebbe reato. Questo accade se il contribuente salda il conto con il Fisco. Infatti, come spiega Palazzo Chigi attraverso un comunicato: "Si prevedono cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari (omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 euro per annualità, omesso versamento di Iva di importo superiore a 250.000 euro per annualità, indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 euro), in particolare quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità previste". Una modifica che, riporta il Messaggero, era già stata cercata nella scorsa legge di Bilancio ma che alla fine il governo scelse di non portare a compimento. Inoltre, non era presente nelle bozze del pre-Consiglio.

Come funziona

L'assioma alla base della teoria dietro questa misura è molto semplice: se paghi ciò che dovevi al Fisco, il tuo reato è cancellato. Allo stesso tempo, però, il perimetro rispetto all'idea iniziale è stato ristretto. Se inizialmente veniva prevista l'estinzione di reati come omessa dichiarazione, omesso versamento e dichiarazione infedele, ora il campo di azione è stato diminuito. Come riporta la Repubblica, per l’omesso versamento di ritenute dovute o certificate (per un importo superiore a 150 mila euro all’anno), ma anche per l’omesso versamento dell’Iva per un importo superiore a 250 mila euro all’anno, ancora per indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50 mila euro.

Le altre novità

Per quanto riguarda gli avvisi di accertamento, di rettifica, di liquidazione e gli atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili al primo di gennaio di quest'anno, quelli che sono diventati definitivi a causa di una mancata impugnazione nel periodo che va dall'inizio dell'anno al 15 febbraio rientreranno nella definizione agevolata. Si hanno 30 giorni di tempo per aderire. Sostanzialmente, viene permesso ai cittadini di mettersi in regola pagando l'imposta dovuta e risparmiando sull'importo di sanzioni e interessi.

In riferimento agli avvisi definitivi con la modalità dell'acquiescenza nel periodo che arriva al 15 febbraio, per i quali è in corso il pagamento rateale, è prevista la possibilità di rinegoziare in maniera più favorevole gli importi dovuti a titolo di sanzione. L'esecutivo ha deciso di intervenire anche sulla regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute per acquiescenza, accertamento con adesione, conciliazione giudiziale, reclamo o mediazione.

La giustizia tributaria

Per quanto riguarda le controversie davanti alla giustizia tributaria che hanno come oggetto atti impositivi, in cui è parte l'Agenzia delle Entrate, ci sarà un'estensione temporale del meccanismo. Infatti, sono comprese anche le controversie pendenti fino al 31 gennaio. Nel testo originario la scadenza era fissata al primo gennaio, ossia l'entrata in vigore della legge.

Invece, la definizione agevolata si perfezionerà con il pagamento degli importi dovuti entro il prossimo 30 settembre. Qualora la cifra dovesse superare i mille euro sarà ammesso il pagamento rateale fino a un massimo di venti rate. La prima dovrà essere versata a fine settembre, la seconda a fine ottobre e la terza a fine novembre.

I tempi e le cifre

Sono previste delle proroghe dei tempi per pagare. Lo slittamento riguarda in particolare la regolarizzazione delle violazioni formali e il ravvedimento speciale che altro non è che ciò che permette al contribuente di rimuovere altri tipi di violazioni sulle dichiarazioni validamente presentate. Per il primo caso la nuova scadenza è il 31 ottobre.

Sono previsti 200 euro per ciascun anno di imposta interessato. Nel secondo caso, invece, la data è il 30 settembre. Di conseguenza viene ridefinito il calendario delle rate successive alla prima che inizierà il 31 ottobre 2023 e terminerà il 20 dicembre 2024.

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