Ormai manca poco. Nel corso della giornata di domani, 1 maggio, il nuovo decreto Lavoro arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri, con tanti punti affrontati e novità che riguarderanno, più in concreto, il rapporto fra datore di lavoro e lavoratore.
Come saranno i contratti a termine
Focus importante sui contratti a termine. Le causali dai 12 ai 24 mesi, infatti, saranno rese meno rigide e dipenderanno dai contratti collettivi o aziendali. Si potrà anche decidere di demandare a un accordo tra datore di lavoro e lavoratore.
Lo scopo, insomma, sarà rendere il tutto più flessibile, lasciandosi alle spalle quel decreto dignità tanto voluto dall'ex ministro del Lavoro Luigi Di Maio (2018) che andava a modificare il Jobs Act, inserendo nuove norme per i contratti a tempo determinato.
Chiaramente il decreto su cui sta lavorando il governo Meloni ha già ricevuto critiche da parte dell'opposizione, che parla di una "deregulation" che andrà a favorire il precariato.
In realtà, l'obiettivo dell'attuale esecutivo è proprio il contrario, come spiegato dal ministro del Lavoro Marina Calderone. "L'obiettivo non è precarizzare ma rendere più fluido e più corretto il singolo adempimento e la gestione dei contratti", ha infatti dichiarato, come riportato da Il Corriere della Sera.
Proprio perché si cerca di superare misure come il Reddito di cittadinanza, la volontà del governo è quella di aiutare le persone a trovare un impiego e a recuperare dignità. L'esecutivo cercherà di fare questo mettendo in campo diversi incentivi, e concentrandosi soprattutto sui giovani.
Gli incentivi
Alcuni incentivi saranno riconosciuti ai datori di lavoro se verranno rispettati determinati criteri. Ci sono incentivi, ad esempio, che riguardano i giovani fino a 30 anni. Questi avranno una durata di 12 mesi, e saranno validi dal primo giugno 2023 fino al termine dell'anno. Si tratta di una misura che inciderà circa del 60% sulla retribuzione mensile. Lo stesso incentivo sarà messo a disposizione anche per i contratti di apprendistato e somministrazione.
Non solo. Verrà confermato anche l'esonero contributivo per l'assunzione nelle regioni del Sud e nelle Isole di quei giovani fino ai 35 anni e disoccupati.
Per il 2023 è stato messo a punto un fondo di 10 milioni di euro, mentre per il 2024 2 milioni saranno disponibili per famiglie di studenti di scuole e università deceduti mentre si trovano impegnati in attività di formazione (esempio, l'alternanza scuola-lavoro).
I voucher
Altro nodo importante è quello dei voucher. Il tetto di utilizzo è stato accresciuto, passando da 10 mila a 15 mila euro. Al contempo, sarà eliminato il limite dei 29 anni che era applicato ai contratti di apprendistato nei settori turistico e termale. Sarà possibile assumere con contratti di apprendistato anche persone disoccupate di età superiore ai 40 anni.
Flessibilità anche per i contratti di espansione
Meno rigidità anche per i contratti di espansione. È stata prevista una proroga fino al termine del 2023 per quanto concerne lo scivolo pensionistico con anticipo di 5 anni per quelle aziende che hanno più di mille dipendenti.
Cuneo fiscale
C'è invece ancora un po' da lavorare per quanto riguarda la questione del cuneo fiscale.
Con i tagli al cuneo, il governo intende dare un po' di respiro ai lavoratori, che vedranno gli effetti in busta paga.La volontà dell'esecutivo è quella di applicare una riduzione di 4 punti per quei redditi fino a 35 mila euro annui, ma ci sono ancora dei punti da risolvere.
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