Energia, Pichetto sveglia l'Ue: "Subito misure per ridurre i prezzi"

Il ministro a Bruxelles ribadisce la necessità di "interventi in grado di abbassare i prezzi nel breve periodo". Italia pronta dare il proprio contributo con proposte concrete di imminente presentazione

Energia, Pichetto sveglia l'Ue: "Subito misure per ridurre i prezzi"
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Abbassare i prezzi dell'energia "nel breve periodo". Occorre farlo presto, rendendo il tema prioritario in Europa. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha evidenziato l'urgenza di un'azione comunitaria intervenendo stamani al Consiglio dei ministri dell’Energia in corso a Bruxelles. E lo ha fatto con particolare riferimento alla situazione italiana, nella quale - ha spiegato - in questo momento le maggiori preoccupazioni sono costituite proprio dagli alti costi dell’energia. Secondo una recente analisi dell'osservatorio utilities Agici-Accenture, infatti, l'Italia ha un prezzo all'ingrosso dell'elettricità fra i più elevati d'Europa, pari a circa 109 euro/Mwh nel 2024, quasi il doppio rispetto alla Francia.

"Guardiamo con preoccupazione ai differenziali di prezzo con altri Paesi Ue e della stessa Ue rispetto ai Paesi terzi e agli effetti che essi hanno sulla competitività delle nostre imprese e ricadute sui nostri cittadini e famiglie", ha affermato Pichetto Fratin. Le misure del Clean Industrial Deal e dell’Action Plan for Affordable Energy - ha proseguito l'esponente del governo italiano - "sono positive ma portano risultati soprattutto nel medio e nel lungo periodo". Diversamente, la situazione richiede rapidità. "Servono piuttosto interventi in grado di abbassare i prezzi nel breve periodo", ha infatti sollecitato il ministro, precisando che "l'Italia è pronta a dare il proprio contributo attraverso proposte concrete che domani verranno presentate ai commissari Fitto, Ribera, Hoekstra e Jorgensen".

A Bruxelles, Pichetto Fratin ha anche riconoscito l'importanza di "agire tempestivamente nel negoziato sulla proposta di revisione del Regolamento stoccaggi per introdurre maggiore flessibilità nell'attuazione degli obblighi di riempimento ed evitare speculazioni che hanno generato alti valori dello spread tra tra i prezzi invernali ed estivi". E ancora, il nostro ministro ha messo in chiaro il ruolo proattivo dell'Italia, tracciando anche un possibile percorso fatto di priorità e di azioni da seguire, unite alle proposte in arrivo. "Sosteniamo con forza - ha dunque ribadito - l’obiettivo, affermato dalla Commissione, di favorire il decoupling dei prezzi dell’energia elettrica dal mercato del gas naturale attraverso la diffusione dei contratti a lungo termine e i contratti per differenza".

Nel proprio intervento in plenaria, l'esponente di governo ha anche affermato di condividere le posizioni della Commissione sulla volontà di proseguire gli sforzi sul monitoraggio dei mercati energetici e su quella di promuovere gli investimenti per la flessibilità e per l’adeguatezza del sistema elettrico, purché - ha precisato - "sia lasciata agli Stati membri sufficiente libertà di manovra circa l’implementazione". Tra gli aspetti di "fondamentale importanza" evidenziati dal ministro, anche lo sviluppo delle interconnessioni tra Paesi Ue e con Paesi extra Ue, in particolare quelle che collegano Nord Africa ed Europa, "al fine di diversificare le fonti e creare mercati più competitivi ed integrati con effetti positivi sui differenziali di prezzi".

Nei giorni scorsi, anche Agici-Accenture aveva attestato come l'elevato costo dell'energia in Italia abbia impatti "molto elevati" sulla competitività delle imprese e sul costo della vita dei cittadini sono molto elevati. A determinare il prezzo elevato, secondo l'analisi dell'osservatorio, sarebbero tre principali cause. La prima riguarda il mix di produzione con forte dipendenza dal gas, che copre ancora il 45% del totale al 2024 e un minore sviluppo delle rinnovabili. A incidere poi sarebbe anche il meccanismo di formazione del prezzo che fa sì che la generazione a gas agisca da price setter nel 70% delle ore, a causa dell'assenza di alternative programmabili. La terza causa riguarda la localizzazione sia della domanda che della generazione rinnovabile non ottimale rispetto alle aree geografiche con il maggior potenziale di risorse rinnovabili a basso costo.

A ciò - aggiungiamo - si somma un ritardo accumulato dall'Italia sul nucleare, l'energia pulita che consente già oggi a

molti Paesi di avere bollette molto più vantaggiose e una maggior tranquillità in materia di sicurezza energetica. Al riguardo, nei giorni scorsi lo stesso Pichetto Fratin aveva fornito dati illuminanti, stimando che il nucleare in Italia potrebbe ridurre i costi energetici del 30-40%.

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