Guerra dei dazi, Trump alle prese con l'incognita inflazione

La battaglia commerciale avviata dal presidente Usa potrebbe aumentare ulteriormente i prezzi, trasformando le mosse di Donald in un boomerang. Le previsioni degli analisti

Guerra dei dazi, Trump alle prese con l'incognita inflazione
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Meglio un uovo oggi o la gallina domani? Il proverbiale dilemma si abbatte sull'attualità politica statunitense e in particolare sulle mosse dell'amministrazione Trump, alle prese con i contraccolpi della guerra dei dazi. Le muscolari decisioni del presidente americano stanno infatti prospettando riverberi su una situazione economica già contrassegnata dall'inflazione (su cui Joe Biden si giocò ampia parte dei consensi) e da prezzi ancora elevati per i comuni consumatori. In tal senso, le uova - aumentate in cinque anni da 1,5 a 8 dollari a dozzina - sono diventate la cartina di tornasole di quanto sta accadendo negli States, dove l'inflazione dei beni al dettaglio si è rafforzata. E dove i dazi potrebbero accentuare il fenomeno.

I rivenditori stanno infatti agendo rapidamente per cercare di trasferire i costi aggiuntivi (sia realizzati che previsti) e, secondo gli analisti, questa reazione sarebbe influenzata proprio dalle politiche commerciali dell'amministrazione Trump. "Ci aspettiamo ulteriori aumenti dei prezzi delle merci derivanti da costi più elevati associati all'aumento dei dazi sulle importazioni cinesi, ai dazi sulle merci non conformi all'Usma (che potrebbero aumentare i costi per alcuni produttori di automobili che operano in Messico, tra le altre cose) e ai dazi sull'acciaio e sull'alluminio", spiega Tiffany Wilding, economista di Pimco. Al contempo l'inflazione core, una misura che esclude i settori volatili dei prodotti alimentari e dell'energia, è però risultata più debole del previsto a febbraio, riducendosi al 3,1% su base annua rispetto al 3,3% precedente.

A pesare, appunto, sono i dati sul Cpi (indice dei prezzi al consumo), dai quali si desume che i costi tariffari aggiuntivi potrebbero comportare un maggiore spostamento dei prezzi relativi. Con ricadute sui dati generali sull'inflazione. "L'aumento dei costi, che intacca il reddito disponibile reale dei consumatori, arriva in un momento in cui l'elevata incertezza politica sta chiaramente iniziando a pesare sul sentiment e sull'economia in generale. Tradizionalmente, queste condizioni dovrebbero essere più coerenti con un aggiustamento dei prezzi relativi, poiché prezzi più elevati per una serie di beni si traducono in una domanda più bassa e in prezzi più bassi in altre categorie", ha analizzato ancora l'economista Wilding, spiegando però che "nel caso di febbraio, le categorie 'travel' più flessibili hanno compensato".

La debolezza delle tariffe aeree evidente nel rapporto Cpi di febbraio - ha proseguito l'analista di Pimco - "è coerente con la domanda più debole e le previsioni di guadagni più bassi riportate dagli amministratori delegati delle compagnie aeree nei recenti rapporti sugli utili. Anche vari retailer hanno rivisto al ribasso le previsioni, suggerendo una capacità più limitata di trasferire i costi aggiuntivi anche in quelle categorie. Nell’ambito dei beni al dettaglio, l'abbigliamento e l'arredamento per la casa (elettrodomestici) sono stati particolarmente solidi, mentre altre aree, tra cui l'elettronica, sono state più deboli".

La Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) al momento mantiene un atteggiamento di catuela. Il vero impatto della guerra commerciale, di cui non si conosce ancora l’esatta estensione, non è ancora chiaro, al di là delle previsioni degli analisti e dei timori degli stessi consumatori. Ma se il braccio di ferro dei dazi dovesse proseguire o addirittura inasprirsi, si preannuncia un impatto tale da condizionare la politica monetaria della Fed.

I traders, considerando i paventati effetti negativi sull’economia, scommettono su almeno tre tagli dei tassi d’interesse di 25 punti base quest’anno. Ma dall'Eccles Building di Washington D.C. non trapela l'intenzione di agitare l'arma a doppio taglio delle decisioni drastiche.

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