"L'intelligenza artificiale? In Italia può creare 900mila nuovi posti di lavoro"

Nel secondo giorno di lavori del "Forum in Masseria", si è parlato di intelligenza artificiale e come questa può impattare positivamente sul mondo del lavoro. L'intervento del Ceo di "Fiven" Valerio D'angelo

"L'intelligenza artificiale? In Italia può creare 900mila nuovi posti di lavoro"
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È una vera e propria "rivoluzione industriale" quella che l'intelligenza artificiale sta apportando nell'economia e nel mondo dl lavoro. Di questo importante argomento, che è un po' il mattone sul quale di costruirà il futuro economico e lavorativo del nostro Paese, si è parlato oggi nel corso della sesta edizione del Forum in Masseria, la rassegna economica e politica ideata e organizzata da Bruno Vespa che si sta svolgendo a Manduria (Ta).

Le opportunità lavorative dell'AI

Nella seconda giornata, il tema dei lavori è stato incentrato su: Le sfide del lavoro in Europa tra denatalità, intelligenza artificiale e concorrenza internazionale, e ha visto la presenza anche del ministro del Lavoro Marina Calderone. Tra i tanti interventi, uno dei più significativi quello del Ceo di Fiven, Valerio D’Angelo.

Ci troviamo davanti a una rivoluzione industriale che, come le precedenti, non solo non deve essere temuta o limitata, ma al contrario va cavalcata. Quando parliamo di rivoluzione industriale legata all'AI, parliamo di un impatto enorme e di una rapidità impressionante" ha spiegato d'Angelo, andando poi al focus della questione e parlando dei timori più diffusi su questo tipo di tecnologia.

900mila nuovi posti di lavoro

"L’AI non elimina posizioni lavorative - ha detto il Ceo - ma le sostituisce. Richiede cioè all’uomo maggiori e migliori qualifiche consentendogli di non dover più svolgere i lavori a minor valore aggiunto. Questo chiaramente aumenta il mismatch tra domanda ed offerta del lavoro, ma se noi formiamo professionalità adeguate il potenziale è enorme, sia in termini di occupazione, sia in termini di Pil: considerando che già oggi mancano all’appello circa 310 mila figure in ambito ICT ((Information and Communication Technologies) e che nei prossimi anni questo numero si moltiplicherà, possiamo tranquillamente affermare che solo in Italia l’Intelligenza Artificiale può creare oltre 900 mila nuovi posti di lavoro da qui al 2027, per un valore aggiunto sul Pil che sfiora i 100 miliardi di euro”.

La mancanza di figure esperte

D'Angelo ha inoltre sottolineato come "nel 2070 si stima che nel nostro Paese mancheranno all'appello 5 milioni di lavoratori". "Se pensiamo che già oggi, con 23 milioni di lavoratori, in Italia ne mancano già 2 milioni - ha aggiunto -, l'AI potrebbe essere una delle soluzioni per calmierare questo gap, chiaramente accompagnata da delle politiche di formazione e incentivo ad hoc per determinate professioni".

Salari più alti

È anche molto importante pensare come questo tipo di forza lavorativa specializzata, abbia posizioni con Ral (retribuzione annua

lorda), molto interessanti che possono arrivare anche a superare il 50% in più rispetto a quelle offerte per tecnologie meno innovative: "che sono molto appealing per il mercato del lavoro", ha poi concluso il Ceo.

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