John Elkann si difende alla Camera: "Ci davano per spacciati, ora quarto costruttore"

Oggi John Elkann, presidente di Stellantis, viene audito dalla Commissioni Attività produttive della Camera

John Elkann si difende alla Camera: "Ci davano per spacciati, ora quarto costruttore"
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"Ci siamo preparati all'audizione di oggi con grande attenzione; perché per noi l'Italia ricopre un ruolo centrale. Di questa nostra lunga storia, la storia della Fiat che ora è diventata Stellantis, noi siamo, io personalmente lo sono, molto orgoglioso". John Elkann, presidente di Stellantis, entrando a Montecitorio per essere audito dalla Commissioni Attività produttive della Camera, accompagnato da Jean Philippe Imparato, responsabile di Stellantis in Europa, Antonella Bruno, responsabile di Stellantis in Italia, Santo Ficili, amministratore delegato di Alfa Romeo e Maserati e Monica Genovese, responsabile acquisti di tutta la parte powertrain.

"Non è un fatto scontato, considerato che meno dell'1% delle aziende fondate all'inizio del Novecento risultano ancora in vita", ha detto Elkann spiegando che il suo intervento avviene in qualità di responsabile della gestione operativa di Stellantis, incarico ricevuto dal cda dopo le dimissioni di Carlos Tavares. "E se tra poco vi parlerò di investimenti, nuovi modelli e di tecnologie avanzate, significa che questa forza, questa volontà di progresso e il coraggio di guardare al futuro sono sempre presenti", ha aggiunto precisando che "la sua successione sta procedendo secondo i tempi stabiliti: il nuovo ceo di Stellantis sarà annunciato entro la prima metà dell'anno". Elkann ha ricordato che, nel 2003, quando l'avvocato Gianni Agnelli, "la Fiat Auto fatturava 20 miliardi di euro e ne perdeva 2". All'epoca, la Fiat, con i suoi 4 marchi vendeva 1 milione e 700 mila auto, di cui quasi la metà in Italia "ed era fuori dalla top ten dei costruttori mondiali". Ma non solo. "Molti parlavano nel 2004 della Fiat come un'azienda spacciata, fallita o da nazionalizzare", ha detto il nipote dello storico fondatore. Elkann ricorda gli investimenti fatti dalla sua famiglia e l'opera di risanamento compiuta da Sergio Marchionne per salvare l'azienda e per "darle un ruolo da protagonista nel panorama mondiale dell'auto". Un'opera che, secondo Elkann ha dato i suoi frutti: "Oggi - dice Elkann - Stellantis è il quarto costruttore al mondo, è redditizio e fattura 157 miliardi. Con i suoi 14 marchi vende 5 milioni e mezzo di veicoli, di cui meno della metà in Europa. 20 anni fa lottavamo per la sopravvivenza". Il presidente di Stellantis ha poi rivendicato con orgoglio: "Oggi siamo fra i primi costruttori al mondo. Di questo straordinario percorso di sviluppo, l'Italia e gli italiani hanno avuto grande merito e a tutto il Paese va la nostra gratitudine". Elkann, inoltre, ha sottolineato che "se non ci fosse oggi Stellantis, non saremmo qui, perché l'auto italiana sarebbe già scomparsa da tempo, come l'informatica dopo l'Olivetti e la chimica dopo la Montedison". Il presidente di Stellantis ha, poi, snocciolato una serie di cifre sulla crisi che ha colpito il settore automobilistico negli ultimi 20 anni in cui si è ridotto del 30% il mercato domestico e del 20% l'occupazione: "Questo - ha detto - significa che l'azienda ha difeso la produzione e l'occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all'export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle Ds a Melfi". Elkann ha sottolineato che, nonostante questa situazione di crisi, l'azienda negli ultimi 20 anni ha pagato direttamente 14 miliardi di imposte all'erario che salgono a 32,2 miliardo se si considera l'Iva e le imposte versate per i dipendenti. "La spesa per investimenti e ricerca e sviluppo in Italia è stata pari a 53 miliardi, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo: un rapporto fra dare e avere di 50:1", ha detto Elkann ricordando infine che "Stellantis nel 2024 è stato il Gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia" e che ogni brevetto "è un passo avanti nell'innovazione tecnologica del Paese". Secondo uno studio dell'università Luiss Guido Carli emerge che dal 2004 al 2023 "Stellantis - ha detto Elkann - ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro". Se si considera la filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie "il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell'economia", ha aggiunto Elkann il quale ha poi lanciato la speranza "che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l'azienda non sia più un tema divisivo, ma un'opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da 125 anni, orgogliosamente con l'Italia".

Il presidente della nota casa automobilistica ha inoltre assicurato che tutti gli stabilimenti italiani "sono e saranno dotati di tutte le piattaforme multi-energia di Stellantis per la produzione di autovetture: Stla Small, Medium e Large, quest'ultime due già operative a Melfi e Cassino". Ma non solo. "Ad Atessa è installata una piattaforma dedicata ai veicoli commerciali leggeri", ha rivelato Elkann garantendo inoltre che "questi investimenti permetteranno agli stabilimenti italiani la massima flessibilità per poter produrre la più ampia gamma di modelli". Sempre sul fronte investimenti, invece, Stellantis ha previsto di spendere per l'anno in corso "circa 2 miliardi di euro di investimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani" e dalla sua nascita "ha acquistato servizi e componenti dalla filiera italiana dell'auto per un valore di 24 miliardi di euro, che diventeranno 30 alla fine del 2025". Di certo il futuro non è molto roseo perché nel 2025 vi sarà una contrazione del mercato del 7%, ma "dal 2026 - ha detto Elkann - si prevede un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi". Per quanto riguarda Pomigliano, Elkann si è detto orgoglioso perché "nel mese di gennaio e febbraio 2025 la Pandina è stata scelta da oltre 25.400 clienti" perché "con una quota di mercato di circa il 10 per cento, supera da sola tutti i marchi che operano in Italia" e ha confermato che la produzione della Panda ibrida è estesa fino al 2030. Il futuro di Maserati, invece, "è indissolubilmente legato all'Italia, a Modena e alla Motor Valley", ma su questo Elkann avvisa: "Alfa Romeo e Maserati come tutti i marchi legati alle esportazioni dovranno tenere conto della politica dei dazi che saranno applicati". Il futuro di Mirafiori non riguarda la produzione dell'attuale Fiat 500 elettrica, ma "tra due settimane - ha annunciato Elkann - partiranno i lavori di adeguamento delle linee di assemblaggio e di lastratura per la Nuova 500 Ibrida, e già a maggio avremo i primi prototipi su cui faremo le attività di sviluppo utili alla messa in produzione". E ancora: "Mirafiori è un importante sito produttivo non solo per l'auto più iconica di Fiat, ma anche per i cambi elettrificati eDCT", con una capacità produttiva installata di 600.000 unità, equipaggiando tutte le motorizzazioni ibride dei modelli prodotti nei nostri stabilimenti in Europa. "In futuro ci permetteranno anche di produrre motori ibridi a basse emissioni, inferiore ai 100 grammi di Co2 per km", ha annunciato Elkann.

Il presidente di Stellantis ha definito "non sufficiente" lo sforza della Commissione Europea per olmare il divario con la Cina con l'Industrial Action Plan da 1,8 miliardi di euro e ha ricordato che "il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale di un veicolo elettrico" e che oggi ci sono 263 Gigafactory attive in tutto il mondo di cui 214 sono in Cina e solo 13 in Europa."Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia", ha ammonito Elkann.

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