È recente la comunicazione di Bankitalia sullo spondamento della quota di 3000 miliardi del debito pubblico italiano. Una cifra che si fa difficoltà anche a scrivere e che come una morsa impedisce alla nostra economia di prendere il volo.
Le soluzioni
Come diminuire l’enorme debito pubblico senza rinunciare al welfare? Può esistere “sovranità” senza indipendenza economica? A queste e a molte altre domande esponenti del mondo politico, universitario e finanziario hanno cercato di dare una risposta nel convegno “L’Italia tra debito e libertà”, organizzato dall’associazione di promozione culturale M.Arte. presso la Fondazione museo Venanzo-Crocetti in via Cassia a Roma.
All'incontro moderato dal professor Vittorio De Pedys presidente dell’associazione M.Arte e docente di finanza presso Escp Europe, sono intervenuti il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, l’avvocato Villy De Luca Professore della Facoltà di Economia all’Università Europea di Roma e il dottor Renato Loiero, consigliere per le Politiche di bilancio del presidente del Consiglio. Le conclusioni affidate al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica e alla pianificazione degli investimenti pubblici, on. Alessandro Morelli.
Gli interventi
Tanti sono stati gli interventi importanti che hanno cercato di dare una risposta, a partire da quello di Alessandro Morelli che ha spiegato: “La sovranità economica non si misura soltanto nella capacità di uno Stato di onorare i propri debiti, ma nella possibilità di orientare le scelte strategiche in funzione degli interessi nazionali. Questa sovranità si fonda su tre pilastri: Gestione sostenibile del debito pubblico, indipendenza energetica ed indipendenza tecnologica e digitale".
Morelli ha poi continuato: “L’Italia importa circa il 75% dell’energia che consuma. La dipendenza da fornitori esteri, unita alla transizione energetica guidata da obiettivi europei spesso scollegati dalle nostre esigenze nazionali, rappresenta un serio rischio. Serve un piano strategico nazionale che diversifichi le fonti di approvvigionamento, potenzi il gas naturale e valuti l’opportunità del nucleare di nuova generazione, senza ignorare lo sviluppo delle rinnovabili”.
Aumentare le quote di debito detenute dai creditori
La strada percorribile per Willy De Luca: “Se si vuole un’Italia forte e sovrana a livello internazionale bisogna intervenire su due direttrici: limitare le occasioni in cui si aumenta il debito pubblico e aumentare la quota di debito detenuta da creditori italiani. Ogni aumento di debito pubblico dovrebbe essere solo un’eccezione e dovrebbe essere approvato solo da una larga maggioranza. Al tempo stesso bisogna diminuire la quota del debito in mano a “non residenti”.
Le parole del moderatore
Idee molto chiare quelle di Vittorio De Pedys: "Swap del 2-3% della ricchezza dei cittadini con azioni di un Fondo Nazionale, di circa 300 miliardi. I proventi dello swap vanno tutti destinati ad abbattere lo stock di debito pubblico, progressivo riacquisto dei titoli di Stato in possesso di non-residenti e de-listing dal mercato MTS ed in ultimo l'abolizione del divorzio Tesoro-Banca d’Italia, con ripristino della possibilità per quest’ultima di intervenire per assorbire eventuali titoli invenduti in asta”.
Puntare sulla crescita
Nonostante le differenze di posizioni tutti gli interventi concordano non solo sulla necessità di ridurre il debito pubblico, ma farlo puntando
soprattutto sulla crescita economica e su un giusto contenimento della spesa pubblica, salvaguardando i servizi. Ma senza sovranità ed indipendenza energetica e digitale non vi sarà mai una soluzione definitiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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