Pronto il piano per il nucleare: cosa prevede

Collegato alla manovra in Consiglio dei ministri entro gennaio. Accordo strategico tra Edf, Edison ed Enea

Pronto il piano per il nucleare: cosa prevede
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L’Italia si prepara a compiere un passo significativo verso il rilancio del nucleare. Il governo Meloni, infatti, intende varare entro gennaio un disegno di legge quadro per l’energia nucleare. Secondo fonti governative, il provvedimento è in fase di verifica e comprenderà la creazione di un’agenzia di controllo dedicata, un’iniziativa che mira a garantire sicurezza e trasparenza. Per completare il quadro normativo, tuttavia, saranno necessari circa due anni.

Meloni: “Con la fusione si cambia il corso della storia”

Durante il World Future Energy Summit ad Abu Dhabi, la Premier Giorgia Meloni ha evidenziato il ruolo strategico della fusione nucleare, definendola una soluzione che potrebbe “produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in risorsa ampiamente accessibile e cambiando di fatto il corso della storia”. Questa visione si collega agli sforzi per rilanciare la competitività italiana, gravata da costi energetici più alti rispetto a Paesi come Spagna, Germania e Francia.

Il piano di Urso

Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso il suo sostegno al progetto. Ieri nel Question Time alla Camera, Urso ha sottolineato l’importanza di “un approccio pragmatico e razionale” per garantire l’indipendenza energetica dell’Italia. Il ministro ha annunciato la creazione di una società nazionale a maggioranza pubblica (con Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo) che si occuperà di produrre e implementare reattori nucleari di ultima generazione, come gli Small Modular Reactor (SMR), descritti come "sicuri, puliti e componibili". Questi impianti, trasportabili su container e installabili su richiesta delle imprese, rappresentano una risposta innovativa alle esigenze energetiche.

Urso ieri aveva anticipato la presentazione a breve del collegato alla manovra economica per ridefinire il quadro normativo del nucleare. Questa strategia, secondo il ministro, completerà lo sviluppo delle rinnovabili, garantendo un mix energetico bilanciato e la sicurezza strategica del Paese.

Lo sviluppo della filiera italiana

Il ritorno dell’Italia al nucleare non si limita all’ambito normativo. Accordi strategici, come quello siglato da Edf, Edison ed Enea, mirano a sviluppare tecnologie all’avanguardia per reattori modulari di piccola taglia. Questi reattori sono considerati essenziali per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità carbonica e per ridurre i costi energetici. “Grazie alla collaborazione con Enea, compiamo un ulteriore passo concreto verso l’utilizzo delle nuove tecnologie nucleari”, ha affermato Lorenzo Mottura di Edison.

Progetti come quello tra Newcleo in Slovacchia, che prevede la realizzazione di reattori avanzati per un valore di 3,2 miliardi di euro, dimostrano come l’Italia stia riaffermando la propria leadership tecnologica. “Le eccellenze italiane nel settore nucleare devono contribuire anche in Italia, come già avviene all’estero”, ha dichiarato il ministro Urso.

Un futuro basato su nucleare e rinnovabili

Il governo italiano sottolinea che il nuovo nucleare non si contrappone alle fonti rinnovabili, ma le integra, creando un sistema energetico resiliente e sostenibile. Il modello italiano punta su impianti avanzati, come gli SMR, capaci di combinare energia elettrica e calore per usi industriali. Uno studio di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group, presentato a Cernobbio, prevede che, con il nucleare al 10% del mix energetico entro il 2050, l’impatto economico potrebbe superare i 50 miliardi di euro, generando fino a 117.000 nuovi posti di lavoro.

Una sfida culturale

Nonostante i progressi tecnologici, il nucleare in Italia dovrà superare le resistenze dell’opinione pubblica, fortemente contraria dopo il referendum del 2011. Il governo punta a sensibilizzare i cittadini sui vantaggi dei nuovi impianti modulari, molto diversi dai reattori tradizionali, sia in termini di sicurezza che di sostenibilità.

In gioco c’è un futuro energetico sicuro e la competitività del sistema-Italia.

Due giorni fa il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aveva sottolineato che “oggi serve da subito fare in modo che l’energia possa costare meno al nostro Paese perché soffriamo costi doppi rispetto a quelli dei nostri concorrenti”.

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