Dazi, il filo spezzato Musk-Trump e le reazioni: cosa sta succedendo

Il fondatore di Tesla auspica: "Zona di libero scambio". Dall'Ue fanno sapere che i calcoli del presidente americano sono sbagliati, mentre l'Argentina sta stringendo un accordo commerciale con gli Usa

Dazi, il filo spezzato Musk-Trump e le reazioni: cosa sta succedendo
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Elon Musk ha condiviso un vecchio video, pubblicato da un altro utente, in cui l’economista e premio Nobel Milton Friedman, utilizzando l’esempio della matita, spiega le diverse fasi in diverse parti del mondo per creare una matita. "Migliaia di persone hanno collaborato per realizzare questa matita", afferma Friedman, scomparso quasi 20 anni fa, parlando di "magia del sistema dei prezzi" e aggiungendo che "è per questo che il funzionamento del libero mercato è così essenziale". Un post sibillino. Ma la posizione del premio Nobel sul libero mercato è sempre stata chiara. E c’è già chi insinua che il miliardario stia criticando Donald Trump.

Sabato, in videocollegamento con il congresso della Lega, lo stesso Musk aveva lanciato un messaggio distensivo alla Ue: "Spero che gli Usa e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta, c'è già un’alleanza ma spero sia più stretta e forte. E riguardo ai dazi ci sposteremo in una situazione di zero dazi nel futuro, verso una zona di libero scambio", ha detto rispondendo a una domanda di Matteo Salvini. "È la mia speranza per il futuro", ha aggiunto, assicurando che "questo è il consiglio che ho dato al presidente".

Oggi sono arrivate le prime reazioni alle parole del patron di X, Tesla e SpaceX. Alla domanda se volesse zero tariffe con il Vecchio Continente come sostenuto da Musk, il presidente americano Donald Trump ha detto: "L’Europa ha fatto una fortuna con noi. L'Europa ci ha trattato molto molto male" ma "stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale". Insomma, Trump tiene il punto anche se come ha già detto nei giorni scorsi si tiene disponibile per “rispondere al telefono” a chi vuol trattare.

Nel frattempo, la stessa domanda è stata posta ai leader europei a margine del Consiglio del Commercio Ue che si è riunito questa mattina a Lussemburgo. "Il calcolo che ha fatto Donald Trump su surplus e dazi è sbagliato. Dal mio punto di vista è assurdo. È errata perfino la base filosofica di questo calcolo. Io dico ai partner europei, siamo uniti", ha detto il ministro per l’Economia tedesco Robert Habeck all’arrivo al Consiglio. "Ho letto cosa ha detto Elon Musk in merito all'auspicio che in futuro non ci siano dazi tra Usa e Ue, "penso che sia un segno di debolezza e forse di paura. Quindi dovrebbe andare dal suo presidente e dirgli: prima di parlare di zero dazi, smettiamo con le assurdità e il caos che avete creato nell'ultima settimana. È ridicolo, e l’unica interpretazione che posso dare è che ora si rende conto che le sue stesse aziende, ma anche le economie, stanno per crollare a causa del disastro che hanno combinato. Quindi ha paura", ha aggiunto.

Sulla proposta di Musk per azzerare i dazi tra Usa e Ue è intervenuto anche il ministro delegato al Commercio della Francia, Laurent Saint-Martin con una risposta lapidaria: “Penso sia un’ottima idea".

Intanto, va segnalata la mossa dell’Argentina. Il presidente, Javier Milei, sta infatti spingendo per un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti che eluda i dazi recentemente imposti da Donald Trump escludendo una cinquantina di prodotti dalla tassazione. "Questo è un passo avanti nella decisione della Repubblica Argentina di procedere con un accordo commerciale con gli Stati Uniti, dove tariffe e barriere commerciali sono un ricordo del passato. Perché non c'è altra via se non quella della libertà", ha sostenuto il leader ultraliberista.
Secondo alcuni esperti, l’idea originaria di un accordo di libero scambio richiederebbe almeno due anni. Attualmente, il 54% dei prodotti argentini esportati negli Stati Uniti è soggetto alla tariffa del 10% voluta dal tycoon americano. Fonti argentine hanno riferito che è invece esente il 46% dei prodotti che il Paese commercia con gli Usa, quali petrolio, oro, argento e tutti i loro derivati.

Il piano dell'amministrazione Milei è di ampliare "l’elenco dei prodotti esentati" e raggiungere rapidamente 50 prodotti con tariffe pari a zero. Nei prossimi giorni sono previsti incontri formali per far progredire gli aspetti tecnici dell'accordo.

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