Come si è già visto per l'aumento di capitale del Monte Paschi e per l'operazione Rete di Tim, anche per Poste Italiane le Fondazioni bancarie faranno la loro parte. Il ministero dell'Economia, che vorrebbe incassare una cifra intorno ai 2 miliardi di euro dal collocamento di un 14% di Poste, potrà contare su un contributo tra 4 e 500 milioni dalle fondazioni. L'operazione arriverà nel 2025, entro la prossima primavera, e se questi numeri saranno confermati vorrebbe dire un 25% della quota in vendita già prenotata.
Solo la scorsa settimana il presidente di Cariplo, Giovanni Azzone, aveva preannunciato uno investimento fino a 50 milioni per il collocamento del gruppo guidato da Matteo Del Fante (in foto). Azzone, peraltro, è presidente di Acri - l'associazione che raggruppa le fondazioni italiane - e aveva affermato che c'erano già diverse realtà interessate a ottenere un posto tra gli investitori. Del resto, la cosa non stupisce visto l'alto rendimento (intorno al 7% con i soli dividendi) costituito da un investimento in Poste, vale a dire il profilo perfetto per una fondazione bancaria. Il dossier non è sfuggito in particolare alle più grandi, con un'adesione all'operazione di sistema che probabilmente vedrà almeno una quindicina di fondazioni ritagliarsi un ruolo da protagoniste. Se Cariplo manterrà le promesse e sostanzierà una corposa fiche da 50 milioni, è difficile che una realtà di rilievo come Compagnia di Sanpaolo non decida di fare lo stesso tipo di investimento. Era stato così anche per Mps, quando le due fondazioni più grandi portarono avanti un investimento da 10 milioni ciascuna, ed è stato così anche per quanto riguarda il veicolo di F2i che ha rilevato il 10% di Fibercop: in questo caso, il contributo fu di 35 milioni per uno. Anche la stessa Fondazione Crt, terza per patrimonio, nonostante le note vicende legate all'ormai famigerato patto occulto, non ha intenzione di tirarsi indietro a priori della partita. Qualora decidesse di farlo, in ogni caso, il suo significativo patrimonio dovrebbe permetterle di stanziare un robusto contributo tra i 15 e i 20 milioni. Sono già noti, inoltre, gli interessamenti di Fondazione Cassa Cuneo, CariFirenze e Lucca, oltre a Cariverona dalle quali è verosimile aspettarsi un contributo compreso tra i 5 e i 10 milioni.
Ma questi sono solo alcuni dei nomi che potrebbero essere
della partita, che ha ancora diversi mesi avanti a sè per infoltire la pattuglia di fondazioni e casse di previdenza disposte a costituire il nocciolo duro di investitori italiani che il governo vorrebbe vedere in Poste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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