Ritorno al nucleare: il ddl delega in Consiglio dei ministri venerdì

Atomo fondamentale per la produzione di energia sostenibile. Prevista la costruzione di nuovi impianti. La produzione di idrogeno sarà parte della nuova politica

Ritorno al nucleare: il ddl delega in Consiglio dei ministri venerdì
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Il disegno di legge delega per il ritorno dell’Italia alla produzione di energia nucleare sostenibile sarà discusso nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, 28 febbraio, insieme al decreto sulle bollette. Il provvedimento, presentato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, rappresenta un passo cruciale verso la sicurezza energetica e la decarbonizzazione del Paese.

Obiettivi strategici e tempistiche

Il ddl, intitolato “Delega al governo in materia di nucleare sostenibile”, prevede che l’esecutivo abbia 24 mesi dall’entrata in vigore della legge per adottare i decreti legislativi necessari a regolamentare la produzione di energia nucleare. L’obiettivo è chiaro: ridurre le emissioni di carbonio, garantire l’indipendenza energetica e contenere i costi per famiglie e imprese.

Le misure previste

Tra le misure chiave del testo figurano:

  • La costruzione e l’esercizio di nuovi impianti nucleari sostenibili, anche per la produzione di idrogeno.
  • L’adeguamento della normativa nazionale agli standard europei e internazionali.
  • Lo smantellamento degli impianti nucleari non destinati alla ricerca.
  • La gestione sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito.
  • La promozione della ricerca sulla fusione e il potenziamento della formazione tecnica e professionale.

Sicurezza, trasparenza e incentivi territoriali

Il provvedimento istituisce un’autorità indipendente per la vigilanza sugli impianti e rafforza i sistemi di radioprotezione. Sono previsti incentivi per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la valorizzazione dei territori ospitanti, con ricadute occupazionali ed economiche.

Sostenibilità finanziaria

La clausola di invarianza finanziaria impone l’uso delle risorse pubbliche esistenti, evitando oneri aggiuntivi per lo Stato, salvo specifiche previsioni di bilancio.

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