Timmermans la dà vinta alla Germania sulle auto. Lo "strappo" con l'Italia

Via libera agli e-fuels. L'Italia chiedeva un negoziato comune, ma Berlino ha tirato dritto. E sogna l'asse con Parigi

Timmermans la dà vinta alla Germania sulle auto. Lo "strappo" con l'Italia

La Germania ha tirato dritto e con l'Unione Europea ha raggiunto un accordo ad hoc per emendare la disposizione sull'auto elettrica obbligatoria dal 2035 e aprire a un mantenimento dei motori endotermici. Una notizia che ha un grande substrato politico: l'Ue voleva vietare la vendita di tutte le nuove auto con motore a combustione ma la Germania è leader europea nella ricerca sugli e-Fuels: sostiene infatti che possono essere prodotti in modo da non rilasciare ulteriori emissioni nell'atmosfera. L'Italia invece non ne produce e ha puntato tutto sui biocarburanti. Modificare le norme Ue per includere questi ultimi, ai sensi dell'obbligo di mantenere il 100% di taglio alle emissioni per il 2035, sarà possibile solo nel 2026 a questo punto. Berlino ha tirato dritto strappando il suo compromesso per costruire il suo vantaggio competitivo.

Com'è andata

Il Ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck e il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, "zar" del Green New Deal, hanno raggiunto un compromesso che va nella direzione auspicata da Berlino: a ottenere una deroga per la vendita dopo il 2035 saranno le auto alimentate con i cosidetti e-Fuels, che rispondono al piano europeo del taglio del 100% delle emissioni di anidride carbonica dei combustibili del motore. Una definizione che alla tecnologia vigente varrebbe solo per l'elettrico, ma che per la Germania va intesa in senso ampio.

Il ministro dei trasporti tedesco Volker Wissing ha a tal proposito ricordato che gli e-Fuels rispettano di fatto la neutralità carbonica per i combustibili auto richiesti dall'Europa e ha proposto una bozza di emendamento. Habeck, Ministro dei Verdi, e Wissing, esponente dei Liberali dell'Fdp, più critici del 100% elettrico, hanno costruito il compromesso. Al Consiglio Europeo il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz l'ha rifinito.

L'Italia esclusa dalla mediazione congiunta

E proprio in quest'ottica Timmermans e i suoi hanno deciso di assecondare le richieste tedesche, mentre Berlino e il cancelliere Olaf Scholz, che si confermano in grado di dettare la linea in Europa agendo fuori dalle logiche negoziali dei Ventisette, non hanno accettato la prospettiva italiana di una mediazione congiunta. Da un lato la notizia positiva dell'accordo Bruxelles-Berlino è che pochi mesi dopo la nascita, il piano dell'addio all'endotermico viene picconato. Dall'altro, desta sconcerto il solipsismo di Berlino. Sì agli e-Fuels, prodotti liquidi o gassosi generati attraverso processi di elettorolisi impieganti ad esempio idrogeno ottenuto con fonti verdi, e no ai biocarburanti. Questi ultimi, generati con prodotti di scarto di tipo organico e non completamente privi di impronta carbonica, sono però una piattaforma utilissima per applicare ragionamenti di economia circolare, riconvertire in forma più ecologica le raffinerie, abbattere le emissioni.

L'asse con la Francia

"La nuova posizione tedesca, oltre a rappresentare un netto cambio di rotta rispetto alle decisioni del governo di Angela Merkel, ha un altro risvolto politico di particolare importanza perché rinsalda l’asse con la Francia", nota Quattroruote. "Parigi, subito dopo la presentazione delle proposte della Commissione europea inserite nel pacchetto di misure Fit-for-55, si è impegnata a difendere la tecnologia dell’ibrido plug-in e a garantire la sopravvivenza dei motori a combustione anche dopo il 2035" e punta su campioni industriali congiunti franco-tedeschi.

La mossa spiazza Roma, che investe apertamente su una tecnologia diversa, e viola nuovamente il principio di neutralità tecnologica, se vista dal punto di vista italiano. Mentre la Germania rivendica di aver salvato la sua industria dal rischio di una trasformazione molto spinta. All'Italia il compito di puntare fortemente sull'estensione ai biocarburanti. Anche se la prospettiva che si dovrà aspettare il redde rationem del 2026 per modificare l'accordo è, alla luce dell'accordo, sempre più vicina. Nulla è perduto se la linea resterà chiara e si aprirà la strada al pragmatismo.

"L'approccio non sia ideologico"

"Prendiamo atto dell'accordo tra la Commissione UE e il governo tedesco sugli e-fuels", sottolinea Vannia Gava, viceministro leghista dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Gava aggiunge che è necessatio "ribadire con forza e nettezza la posizione dell'Italia sui biocarburanti. La neutralità climatica è un principio che condividiamo. Ma l'approccio deve essere sostenibile e di buonsenso, non ideologico e dagli impatti devastanti per le economie degli Stati membri". Una linea di condotta che dovrà essere perseguita per mesi, forse anni per evitare che la transizione si trasformi in un bagno di sangue industriale per l'Italia.

L'eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini sottolinea in una nota che "nell'attesa della costruzione degli atti delegati, cioè di quanto in Ue vale effettivamente sul piano legislativo, continuiamo a sostenere con forza il tentativo meritorio del governo Meloni di ottenere un'apertura anche sui biocarburanti". "Si tratta di una linea di buon senso - osserva Salini - che insiste sul mix tecnologico. Sul piano tecnico, dunque anche su quello legislativo, i biocombustibili hanno infatti pari dignità rispetto agli e-fuels.

La transizione verde deve essere condotta favorendo il dialogo tra le istanze dei diversi Paesi Ue, senza chiusure pregiudiziali che allontanano le istituzioni europee dalle esigenze reali di famiglie e imprese". L'endotermico, perlomeno, è salvo. Si tratta ora di lavorare a favore dell'interesse nazionale.

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