Gli scenari di un'ipotetica escalation non spaventano Mosca, che mostra i muscoli, esibisce il suo arsenale e minaccia di colpire l'Europa in caso di aggressione da parte di missili Usa di stanza in Occidente. Peskov, portavoce di Putin, lo ammette senza troppi fronzoli: «Siamo preparati, sappiamo come rispondere. Le potenziali vittime saranno le capitali di quei Paesi».
I dati aggiornati, almeno quelli non secretati, generano una certa apprensione. La Russia dispone di 4.489 testate nucleari. Di queste 1.674 sono strategiche e operative, montate su missili balistici, cioè intercontinentali, pronte per un uso immediato. La modernizzazione dell'arsenale russo prevede tra l'altro l'intera sostituzione delle testate dell'era sovietica entro la fine del decennio. In Russia 834 testate strategiche si trovano nelle basi terrestri, principalmente nella parte europea del Paese. Altre 640 sono nei 37 sottomarini a propulsione nucleare, e circa 200 negli aeroporti degli squadroni di bombardieri strategici Tupolev. «Abbiamo un'ottima capacità di deterrenza e di risposta», ribadisce il vice ministro degli Esteri Ryabkov, ma secondo gli analisti l'arsenale nucleare di Mosca presenta difficoltà dovute ai problemi economici del Paese e a una generale carenza di manutenzione. Situazioni aggravate dalle sanzioni che hanno investito
la Russia a seguito dell'invasione dell'Ucraina. Il costante attrito derivante dal conflitto ha comportato la progressiva regressione dell'esercito, dotato di una buona potenza di fuoco, ma segnato da una scarsa mobilità dovuta alla generale assenza di mezzi moderni.
L'Europa si può quindi considerare al sicuro? Garanzie ovviamente non ce ne sono, poiché nel target del Cremlino figurano aeree sensibili e militarizzate con testate nucleari Usa presenti in Italia (ad Aviano), Belgio, Germania e Olanda. Basi strategiche collegate alla Guerra fredda che riprendono forza, e finiscono sotto tiro, dopo l'inizio dell'Operazione Speciale. Non solo: la Nato dispone di questo tipo di armi anche in Turchia, in un territorio formalmente asiatico, ma comunque a ridosso dell'Europa e del Mediterraneo, all'aeroporto greco di Araxos, e nella base inglese di Lakenheath.
Le minacce concrete di Mosca sono collegate all'annuncio della Nato, che durante il vertice di Washington ha fatto sapere che tra due anni gli Usa inizieranno a dispiegare i loro missili a lungo raggio sul territorio tedesco per una presenza duratura. L'arsenale a stelle e strisce comprenderà missili SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche che hanno una gittata significativamente più lunga rispetto ai missili dislocati oggi in Europa.
In un futuro neppure troppo lontano sarà tuttavia la Francia a giocare un ruolo determinante nella
protezione dell'Europa dalle possibili azioni russe. È l'unico paese europeo dotato di una propria forza nucleare. Macron è consapevole che in un mondo in cui le armi atomiche sono una realtà, l'Europa non può basare la propria difesa solo su quelle convenzionali, trasformandosi in un vaso di coccio nelle terre di mezzo tra Washington e Mosca. L'arsenale composto da 290 testate pone Parigi in una posizione privilegiata e dominante, e quindi capace di orientare le scelte future.
Lo schieramento dei missili in Germania, inizialmente previsto come temporaneo, diventerà parte della strategia permanente di «deterrenza integrata» della Nato in Europa, che vorrebbe estendere il posizionamento di vettori anche all'Italia per proteggere l'area balcanica.
In questa direzione, Germania, Francia, Italia e Polonia hanno firmato una lettera di intenti per sviluppare l'European long-range strike approach (Elsa), un programma volto a potenziare le capacità missilistiche europee per quanto riguarda i missili da crociera lanciati da terra con una gittata superiore ai 500 km di distanza. Si torna ai tempi della guerra fredda, in un clima politico rovente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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