"Agiva da candidato". Rielaborate le accuse a carico di Trump sui fatti del 6 gennaio

La specifica interpretazione dell'immunità presidenziale, fornita dalla Corte Suprema, ha permesso una riformulazione delle imputazioni contro il tycoon. Ecco come

"Agiva da candidato". Rielaborate le accuse a carico di Trump sui fatti del 6 gennaio
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Colpo di scena nella saga giudiziaria di Donald Trump. Il procuratore speciale Jack Smith ha presentato, infatti, un atto d'accusa sostitutivo, "alleggerito", a proposito del ruolo che l'ex presidente ha avuto nel tentare di invalidare le elezioni del 2020. Nell'atto viene mantenuto lo stesso tipo di accuse, che tuttavia vengono ristrette a seguito del parere della Corte Suprema che conferisce una parziale immunità agli ex presidenti.

All'interno del team dei legali del candidato del Gop una svolta di questo tipo era attesa. Un'udienza sul caso era già stata fissata nell'aula del giudice Tanya Chutkan per giovedì prossimo, ma la presentazione dell'atto sostitutivo così rapida è stata accolta con sorpresa dai difensori di The Donald.

Cosa significa "rielaborare" l'atto d'accusa

L'ufficio del procuratore speciale sostiene che l'aggiornamento dell'accusa, depositato presso la corte federale di Washington, è stato emesso da un gran giurì che non aveva precedentemente avuto a che fare con le prove sul caso. Adesso tutto sta nel poter confutare o meno questa presunzione di immunità.

Questo non vuole dire che le imputazioni diventino meno gravi o inferiori numericamente: nessuna delle quattro accuse mosse contro l'ex presidente è stata eliminata, bensì solo rielaborate. "L'atto di accusa sostitutivo, che è stato presentato a un nuovo gran giurì che non aveva precedentemente ascoltato le prove in questo caso, riflette gli sforzi per rispettare e attuare le decisioni della Corte Suprema", ha detto l'ufficio del procuratore speciale. Nell'atto d'accusa rielaborato, si sostiene più volte che Trump non aveva alcun dovere presidenziale costituzionalmente assegnato per quanto riguarda la transizione di potere post-elettorale.

"Candidato" o "Presidente"? Come l'immunità sposta la visione dei fatti

Una novità che ora sposta nuovamente gli equilibri della campagna elettorale. Per gran parte di quest'anno, le vicende legali e politiche dell'ex presidente si sono fuse nella narrazione da vittima di una cospirazione dell'amministrazione Biden per usare la giustizia come arma contro di lui. Ma il successo del team legale di Trump nell'utilizzare il processo di appello per ritardare la maggior parte dei suoi processi e la discesa in campo di Kamala Harris hanno recentemente messo in ombra i guai legali dell'ex presidente.

L'atto di accusa sostitutivo taglia il testo sulle interazioni dell'ex presidente con alti funzionari del Dipartimento di Giustizia e aggiunge una parte che descrive le fasi in cui considerare Trump come candidato e non come presidente. "L'imputato non aveva responsabilità ufficiali in relazione al procedimento di certificazione, ma aveva un interesse personale come candidato nell'essere nominato vincitore delle elezioni", afferma l'atto di accusa sostitutivo, in una frase che non era presente nell'atto di accusa originale. In diversi casi, i pubblici ministeri hanno ripetutamente aggiunto un linguaggio che descrive Trump come un “candidato” e descrizioni dei suoi presunti complici come individui che non erano “funzionari governativi durante le cospirazioni” e che invece “agivano nella loro veste privata”.

Via il quarto cospiratore, "alleggerito" Pence

Interessante notare anche la mutata considerazione del ruolo di Mike Pence. Il team di Smith ha anche sottolineato che l'allora vicepresidente stava svolgendo un "ruolo cerimoniale" in qualità di presidente del Senato quando ha presieduto i procedimenti di certificazione del Collegio elettorale il 6 gennaio 2021. La distinzione è importante perché i procuratori sostengono che la campagna di pressione di Trump su Pence era al di fuori dell'ambito dei suoi doveri ufficiali, e dunque rientrava nei normali giochi fra un candidato e il suo numero 2.

Inoltre, i pubblici ministeri hanno tagliato i riferimenti al quarto cospiratore. La Cnn aveva identificato quella persona come l'allora funzionario del Dipartimento di Giustizia Jeffrey Clark, che avrebbe cercato di usare la sua posizione per aiutare Trump a ribaltare le elezioni del 2020. In un'altra sezione, l'ufficio del procuratore speciale riprende la causa intentata dalla campagna di Trump in merito ai risultati in Georgia, che ha perso però di misura. Il vecchio atto di accusa affermava che la causa era stata "introdotta a suo nome", ma l'atto di accusa rielaborato afferma che era stata "introdotta nella sua veste di candidato alla presidenza".

La specifica applicazione dell'immunità ora "rischia" di rendere le cose più facili a Trump in tribunale, indipendentemente da quando il processo riprenderà.

Dall'altro lato priva la controparte, che sta giocando l'intera campagna sul dualismo procuratrice/imputato, di un argomento valido da usare in campagna elettorale e nei dibattiti. Con l'aggravante di avere un atto d'accusa rielaborato con il placet della Corte Suprema.

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