A testa alta. E senza il velo. Non ha mostrato soggezione di alcun tipo Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca che due giorni fa insieme all'omologo francese Jean-Noël Barrot, a Damasco ha incontrato il nuovo leader islamista siriano Ahmad al-Sharaa, già noto come Abu Mohammed al-Jolani.
I due ministri sono sbarcati per conto dell'Ue nella Siria appena liberata dalla feroce dittatura di Assad e caduta nelle mani dei «ribelli» jihadisti. Obiettivo del viaggio: prendere contatto col nuovo governo, farsi un'idea della situazione sul campo, tentare una transizione pacifica verso uno Stato possibilmente non teocratico.
Ma dell'incontro di Damasco si è parlato soprattutto per la mancata stretta di mano: da venerdì è «virale» (come si dice) il video con al-Jolani che, concedendo ad Annalena solo un cenno - una mano avvicinata al petto - ha platealmente deciso di stringere la mano solo al ministro uomo, rifiutandosi di fare altrettanto con la ministra donna.
Molti ne hanno parlato, traendo considerazioni sull'islam e sulla coalizione al potere nella capitale siriana. Paradossalmente però, non si è guardato abbastanza alla Baerbock. Non si è parlato abbastanza di lei. Esperta di diritto internazionale, 45 anni, esponente dei Verdi tedeschi, nati con un'impostazione certamente più libertaria rispetto al nostro «Sole che ride», la Baerbock è stata una giovanissima candidata cancelliera, e pochi giorni dopo la nomina a ministro ha fatto sapere che il marito, Daniel, aveva lasciato il lavoro alle poste per occuparsi più della casa e delle figlie. Ma qui non sono le sue posizioni politiche che interessano qui, e tanto meno il suo ménage familiare, quanto il suo contegno a Damasco.
Immaginandosi probabilmente la scena in cui sarebbe piombata, si è presentata al cospetto del barbuto al-Jolani mostrandosi tutt'altro che impreparata. Stando un passo avanti rispetto al collega francese, è entrata nella sala con passo deciso, piantando sul pavimento dei tacchi piuttosto alti e indossando un paio di pantaloni attillati e chiari, come la camicia.
Pronta al trattamento che poi le è stato riservato, non ha teso la mano verso l'islamista - lui sì impacciato in un improbabile completo scuro - e ha proseguito la sua missione a testa alta. Una scena e una scelta molto diversa da quella delle esponenti della sinistra italiana, ovviamente femministe, che si sono mostrate velate e remissive di fronte al potere degli integralisti, in Iran e non solo. Per avere un'idea della differenza si possono rivedere le immagini della visita al parlamento di Teheran di una velata e imbarazzata Federica Mogherini (allora ministra Ue).
Il pragmatismo nei rapporti diplomatici è inevitabile.
Non sempre si possono avere interlocutori democratici e liberali e nessuno può indurre o costringere un islamista a stringere la mano a una donna, se non vuole, eppure la reazione fa la differenza. Di fronte a un integralista misogino si può abbassare la testa, e velarla, oppure si può andare a testa alta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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