Come la Cina ha perso l'America

Il crollo dei regimi comunisti non ha cambiato i regimi in democrazie. Il tentativo di esportare la democrazia in medio Oriente non ha funzionato

Statua di Cristoforo Colombo a Rapallo
Statua di Cristoforo Colombo a Rapallo
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Non tutti, forse, hanno colto appieno quel riferimento a Cristoforo Colombo che il nostro Presidente del Consiglio ha rivolto a Donald Trump nella sua fortunata trasferta statunitense: ed è qualcosa che tornava in mente, ieri, nel leggere l'editoriale scritto da Giovanni Orsina che era dedicato, tra altro, alla crisi d'identità che affligge l'Occidente a fronte delle sfide della Cina e del mondo islamico e, nondimeno, della Russia di Putin, tutte forze a vocazione non «universalistica» come invece, nell'ultimo mezzo secolo, ha cercato di essere quella occidentale. Una vocazione, ricordava Orsina, che non ha trasformato le grandi autocrazie mondiali in democrazie, così come, negli ultimi trent'anni, non le hanno trasformate in democrazie i germi del mercato: autoritarismo ed economia capitalistica si sono rivelate tra loro perfettamente compatibili.

Il crollo dei regimi comunisti non ha cambiato i regimi in democrazie. Il tentativo di esportare la democrazia in medio Oriente non ha funzionato. Le primavere arabe del 2011 sono infine sfociate in sistemi altrettanto autoritari. L'autocrazia cinese, più di altre, ha fatto coincidere elementi di capitalismo selvaggio con la mancanza dei diritti più elementari. È anche da questi fallimenti che ha preso leva quell'autodistruzione dell'Occidente chiamata cancel culture, versione radicalizzata di sommovimenti che covavano dal Dopoguerra: ciò contro cui, in scenari diversi, si battono Donald Trump come Giorgia Meloni.

Quello che invece sembra dividere Trump e Meloni è una sigla: il primo ha per slogan «MAGA» (restituiamo l'America alla sua grandezza) e la seconda ha cercato di rimodularlo in «MWGA» (restituiamo l'Occidente alla sua grandezza). Trump, ossia, rifiuta ormai l'universalismo occidentale dei diritti (lo considera fallito) mentre Meloni, pur consapevole che gli Usa non esauriscono l'Occidente ma ne sono la locomotiva, ripropone l'imprescindibile centralità dell'Occidente e dei suoi anticorpi storici: e qui si inserisce la figura «scorretta» di Cristoforo Colombo, scambiato da molti osservatori per un mero omaggio agli italiani e non invece, com'è, un omaggio all'essenza stessa dell'America e dell'Occidente.

Al tempo di Cristoforo Colombo, infatti, come già era da migliaia di anni, le realtà più tecnologicamente avanzate erano l'Islam ma soprattutto la Cina. Quest'ultima aveva inventato, ricordiamo, la bussola, la polvere da sparo, la carta, la stampa ed era una straordinaria potenza marittima: era in grado di allestire flotte di centinaia di navi formidabili. Uno storico del 1450 avrebbe avuto difficoltà a prevedere per l'Europa un futuro di preminenza: e allora, domanda, perché queste navi non arrivarono mai in Europa? Soprattutto: perché non attraversarono il Pacifico arrivando in America prima di Cristoforo Colombo? Per rispondere occorre mettere da parte la Storia nozionistica e riproporre, come si fa una ventina d'anni, un ponte robusto tra Storia, discipline scientifiche e mondo delle humanities socioculturali. La risposta è questa: in Europa nacque l'Occidente, in Cina invece restò un impero. Dalla Cina, come gli studiosi sanno, partirono sette grandi spedizioni tra il 1405 e il 1433, ma furono sospese all'improvviso a causa di un'aberrazione politica: la lotta di potere all'interno della corte tra una fazione e i loro avversari. Quella che vinse, poi, bloccò le spedizioni, smantellò la flotta e proibì la navigazione transoceanica. Sembra incredibile, ma andò così: una decisione di pochi fermò la navigazione che da temporanea divenne definitiva, perché non rimasero più cantieri. Per contrasto alla Cina ecco invece l'Europa e Cristoforo Colombo: l'italiano era inizialmente al servizio del re del Portogallo, che rifiutò di fornirgli navi; Colombo si rivolse al conte di Medina-Celi e infine ai regnanti di Spagna, che si decisero a finanziarlo.

Se l'Europa fosse stata «troppo» unita, ossia un impero come la Cina, la scoperta dell'America probabilmente non sarebbe stata europea: invece fu il pluralismo «universalistico» del Vecchio Continente a farla scoprire e a far fiorire l'Occidente, a far nascere ossia il capitalismo e a far primeggiare, nel bene e nel male, la tradizione critica di origine greco-giudeo-cristiana. Una lezione per tutti: anche per Donald Trump ma, nondimeno, per chi la statua di Colombo si è preso l'occidentalissima libertà di cercare di abbatterla.

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