Il carcere, l'effetto sul voto e l'appello: cosa può succedere ora a Trump

Sono molteplici gli scenari che si aprono da qui alle prossime elezioni Usa: in attesa della sentenza, la condanna di Trump getta benzina sulla più strana campagna elettorale della storia americana

Il carcere, l'effetto sul voto e l'appello: cosa può succedere ora a Trump

La colpevolezza di Donald Trump nel caso Stormy Daniels ora incombe come un macigno nella campagna elettorale per elezioni Usa. Il magnate è ora, ufficialmente, un felon, un criminale.

Il verdetto su Donald Trump

Giudicato "guilty" in tutti e trentaquattro i capi d'imputazione, il tycoon è il primo ex Presidente della storia americana condannato in un processo penale. Il suo avvocato, Todd Blanche, ha intanto chiesto al giudice Juan Merchan di fissare l'udienza in cui verrà quantificata la condanna nella seconda metà di luglio. Blanche ha chiesto inutilmente al giudice di annullare il verdetto, impostato sulla testimonianza di Michael Cohen, ex avvocato di Trump e faccendiere, condannato per aver dichiarato il falso e "bugiardo dichiarato".

Merchan ha respinto la mozione. Un verdetto giunto in anticipo rispetto alle previsioni di alcuni analisti giudiziari, un elemento che è apparso immediatamente un cattivo segnale per Trump: pur in presenza di prove, lo scoglio più duro sarebbe stato raggiungere l'unanimità in un contesto probatorio in cui perfino il Wall Street Journal si era schierato per l'insufficienza di prove. Senza contare poi le pressioni esterne esercitate dal Gop, che sembravano poter La pressione influenzare almeno un membro dei giurati: uno, soltanto un voto contrario non avrebbe fatto scattare il verdetto di colpevolezza.

L'ipotesi appello per "salvare" Trump

Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana del Senato federale Usa, ha dichiarato di aspettarsi un ribaltamento in appello del verdetto di condanna pronunciato ieri. "Questi capi d'imputazione non dovevano neanche essere formulati. Mi aspetto che la condanna venga ribaltata in appello", ha scritto McConnell su X: un giudizio lapidario e inaspettato, visto che il leader dei senatori repubblicani e l'ex presidente sono noti per la loro inimicizia. Tuttavia, McConnell ha ufficialmente annunciato il suo appoggio alla campagna presidenziale di Trump lo scorso marzo, dopo le ripetute vittorie di quest'ultimo alle primarie del Partito repubblicano.

Ora spetta alla squadra degli avvocati del tycoon tentare il miracolo. Il team legale di Trump fa sapere, infatti, di stare "valutando tutte le opzioni" dopo la condanna in primo grado inflitta ieri: lo ha dichiarato l'avvocato Will Scharf. "Questo caso trabocca di errori reversibili, dal primo giorno sino alle istruzioni della giuria. Ogni aspetto di questo caso apre a un ricorso. Ricorreremo in appello il prima possibile, e chiederemo una revisione rapida del caso", ha dichiarato Scharf all'emittente Fox News. Anche Todd Blanche ha assicurato che presenterà appello contro il verdetto di colpevolezza "appena possibile".

Parlando con la Cnn, il legale ha riferito che l'ex presidente porterà avanti le mozioni post-processo e "se ciò non avrà successo, non appena potremo fare appello, lo faremo". Blanche, inoltre, ha affermato che i diritti costituzionali del suo cliente sono stati violati "in molti modi". Rispondendo alle domande di Jesse Watters su Fox, il legale ha sostenuto che l'ex presidente "non ha avuto un giusto processo". Si tratta, tuttavia, di un ricorso che andrebbe per le lunghe e certamente oltre la data del 5 novembre.

Che cosa rischia Donald Trump

Da "criminale comune", gli scenari che aleggiano attorno a Donald Trump sono diversi. La data dell'emissione della sentenza (11 luglio), così vicina alla Convention repubblicana (15 luglio) promette, inoltre, un clima al vetriolo che proseguirà fino a novembre senza esclusione di colpi. Il rischio più grande, per i detrattori e avversari del candidato di punta del Gop, è che ora la sentenza lo trasformi in un martire delle giustizia, perseguitato per fini politici.

Cosa che sta già accadendo: la pagina web della campagna elettorale destinata alle donazioni finanziarie si è bloccata poco dopo la condanna dell'ex presidente per via dell'improvviso e massiccio afflusso di donazioni da parte dei sostenitori. "I cittadini americani riconoscono che questo è un processo farsa montato dal corrotto (presidente) Joe Biden", recita un messaggio pubblicato su X dalla campagna dell'ex presidente. "Così tanti americani sono stati spinti a donare alla campagna del presidente Trump, che le pagine WinRed si sono bloccare. Stiamo lavorando per riportare il sito web online il prima possibile".

Almeno sulla carta, Trump ora rischia almeno quattro anni di carcere. Tuttavia, le manette non sono scattate e, pur da criminale ufficiale, potrà girare liberamente e candidarsi alla Casa Bianca. Trump è residente in Florida da quando ha lasciato la Casa Bianca, l'età (ha 77 anni) e la mancanza di precedenti condanne influiranno sull'ammontare della pena. Ma da valutare ci saranno anche le continue violazioni dell'imputato al divieto di accusare pubblicamente giudici, procuratori, giurati e testimoni. I 34 capi d'imputazione per cui è stato dichiarato colpevole fanno parte della categoria E dei reati, la più bassa secondo le leggi dello Stato di New York. Trump, inoltre, è accusato di reati non violenti, il che rende possibile che il giudice non voglia passare per essere il primo a mandare dietro le sbarre un ex presidente degli Stati Uniti.

In più c'è un problema pratico: come tutti gli ex presidenti, Trump ha diritto alla protezione a vita da parte dei Servizi segreti: ciò significa che gli agenti dovrebbero proteggerlo in cella, mettendo sottosopra la vita del carcere, con costi ingenti per lo Stato. Una cosa è certa: la Costituzione (e la storia) consentirebbero a Trump di continuare la campagna elettorale e perfino di essere votato proprio come accadde a Eugene Debs, arrestato nel 1918 con l’accusa di aver violato il Sedition Act, e in corsa alle presidenziali due anni dopo dal penitenziario federale di Atlanta, in Georgia, dove rimase rinchiuso fino al 1921.

Questo genera un dubbio accessorio: potrà Trump votare alle presidenziali? La giurispridenza si divide: tendenzialmente, a fare da discrimininate sarà l'eventuale arresto; in questo caso, il diritto al voto del tycoon potrebbe essere sospeso, mentre potrebbe essere consentito in tutte le altre ipotesi di pena. Un dettaglio tutt'altro che accessorio che priverebbe Trump di un'immagine forte all'interno dell'iconografia singolare di questa strana campagna elettorale.

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