La democrazia liberale e gli interessi di potenza

Gli Stati Uniti sono una democrazia liberale e nessun presidente ha il potere di cambiarla, la democrazia definisce solo il sistema elettorale per la rappresentanza interna e non si applica alle relazioni tra gli Stati

La democrazia liberale e gli interessi di potenza
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Trump non ci voleva. Si è sfilato mentre noi stavamo comodamente girati a oriente osservando come il Mondo stia cambiando, sicuri che dietro avevamo un amico forte che ci avrebbe comunque protetto. È questa la sensazione perché è così che le cose ci vengono raccontate. Ma è davvero così che stanno?

Lo chiamano imperialista, e magari ci sta pure. Ma quand'è che una grande potenza non lo è stata? L'Impero Britannico governava col potere politico e le chiamava colonie. Adesso la Cina sta usando la leva finanziaria per acquisire il controllo di porti, strade e ferrovie, fino a comprare il debito dei governi. Gli Stati Uniti nel secolo scorso hanno colonizzato con le industrie, difendendole con i marines quando necessario. L'hanno fatto anche le amministrazioni democratiche, pure di più e peggio a dirla tutta. A mandare la Libia fuori controllo fu il duo Barack/Hillary su mandato di Sarkozy per il petrolio, perché è quella l'unica cosa che conta, non i migranti, ma a noi raccontavano del dittatore Gheddafi che viveva sotto una tenda. Finito col Mediterraneo, la coppia liberal si spese per l'Ucraina con gli epiloghi che conosciamo, anche lì sbattendo in prima pagina la rivoluzione Euromaidan.

È proprio questa la differenza. The Donald non racconta storielle struggenti, non la prende da lontano mandando gli Inuit al TG di mezzo mondo a rivendicare quanto si sentano oppressi dalla Danimarca. No, scopre subito le carte, che la Groenlandia da anni fa gola a lui come alle altre potenze, per la posizione strategica sulla rotta artica e per le risorse che contiene.

Tuttavia la funzione delle favole è sempre la stessa: farci addormentare sereni sentendoci dalla parte dei buoni. I modi bruschi e privi di garbo istituzionale ci svegliano dal sogno e ci mostrano che non è una disputa tra buoni e cattivi ma tra portatori di interessi contrapposti, tutti orientati al benessere dei propri cittadini. No, non ci voleva proprio, non dopo che c'eravamo dati la missione di legare i tappi alle bottiglie invece di garantire energia e risorse a buon mercato per produrre ricchezza. No, è solo un dittatore che vuole soffocare la democrazia liberale.

Poveri noi. Premesso che gli Stati Uniti sono una democrazia liberale e nessun presidente ha il potere di cambiarla, la democrazia definisce solo il sistema elettorale per la rappresentanza interna e non si applica alle relazioni tra gli Stati. Queste sono governate dal bilanciamento migliore possibile di interessi, alcuni convergenti e altri divergenti, a prescindere dal sistema di potere. Tutti gli Stati hanno alleanze con dittature e democrature come pure rivalità con regimi democratici.

Poi certo fa differenza se per far valere le tue ragioni, magari legittime, sbrocchi come la Russia passando ai carri armati e se un Presidente ti pizzica dandoti del conquistatore te lo tieni e stai zitto. Ma finché uno porta la pace, ovviamente regolando con terreni e portafoglio gli squilibri, è difficile storcere il naso. Tra una guerra fiabesca e una pace brutale, è tanto difficile?

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