Elezioni europee, la Germania vira a destra. Il segnale per Scholz e l'Europa

Il risultato delle elezioni europee in Germania non lascia dubbi. Il Paese sembra saldamente orientato verso destra. E la crescita dell'Afd conferma che una parte dell'opinione pubblica tedesca è critica anche sul posizionamento internazionale di Berlino

Elezioni europee, la Germania vira a destra. Il segnale per Scholz e l'Europa
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La Germania vira a destra. Ed è un segnale che per l'Europa non è certo secondario. Le tendenze erano ormai sotto gli occhi di tutti gli osservatori da diversi anni. Ma quello che scaturisce dal voto tedesco alle elezioni europee è un'indicazione abbastanza netta. Il blocco composto da Cdu/Csu ha ottenuto quasi il 30% dei voti, l'ultradestra di AfD ha raggiunto lo storico risultato del 16,5%, diventando così per la prima volta il secondo partito del Paese. I socialisti dello Spd, quelli del cancellerie Olaf Scholz, sono in calo al 14%, mentre i Verdi crollano di altri punti, raggiungendo il 12-

Per la Germania si tratta di un voto particolarmente significativo, che pone almeno due temi. Il primo è quello di una costante crescita dell'Afd, che nonostante le accuse riguardo i legami con potenze rivali (in particolare Cina e Russia) e le dichiarazioni molto controverse dei suoi esponenti (non ultimo quella sulle SS), è riuscita comunque a tenere botta confermando un'evoluzione che va avanti da mesi. L'estrema destra tedesca piace. E l'attrazione del voto di protesta si capisce anche dal fatto che l'affluenza in Germania è aumentata addirittura di due punti percentuali rispetto alle precedenti europee del 2019. Inoltre, quello che appare ormai come un dato acclarato del mondo germanico è il fatto che la destra più estrema abbia ormai il suo bacino di consensi più forte nell'ex Repubblica democratica tedesca. In Germania orientale, come mostrano le proiezioni, l'Afd è il primo partito con il 27% dei consensi. E mentre lo Spd supera di poco l'11 per cento, a reggere sono i "rossobruni" dell'Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), e la Cdu con il suo 20%. Il secondo dato che rivela il voto tedesco è poi il consenso ormai stabile della Cdu, che pur non avendo il proprio leader alla guida del Paese, è di fatto il partito di maggioranza che ormai è ufficialmente candidato alla guida della Germania, e con il rischio che possa dover riflettere su un'eventuale partnership con l'Afd in piena ascesa. Un'ipotesi difficile, considerato il blocco che i centristi tedeschi hanno nei confronti della destra più radicale. Ma non è da escludere che si avvii un percorso di riavvicinamento in casi eccezionali.

Elezioni che danno anche un'indicazione chiara sul sentimento dell'opinione pubblica tedesca, apparsa da tempo molto meno granitica su alcuni punti-chiave dell'agenda del governo. La crescita di un partito come l'Afd, oltre a indicare un senso di disaffezione verso i partiti che da sempre governano in Germania, può confermare anche un certo desiderio di rimarcare alcune delle idee più forti e controverse del partito, a cominciare dal posizionamento internazionale. Già in questi giorni, Scholz, parlando al Bundestag, aveva definito "imbarazzante" il fatto che quel partito avesse "ricevuto grandi elogi dal presidente russo Putin. Ma hanno lavorato duramente per questo. I cittadini sapranno come giudicarlo". Il discorso di Scholz si rfieriva alle parole con cui il capo del Cremlino aveva detto di non vedere “segni di neonazismo nelle azioni dell’AfD”, invocando poi una sorta di collaborazione. Il messaggio è chiaro. Ma è chiaro anche quello arrivato dal voto.

Una parte della Germania non sembra avere grande interesse nella sfida tra Occidente e Russia, e anzi considera a questo punto un problema la frattura innescata con l'invasione dell'Ucraina. E questi temi, uniti al freno della locomitva economica tedesca, accendono le analisi di molti esperti, interessati dal fatto che la Germania sembra essere sempre più distante da quella sognata da chi è al governo.

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