Prima grana per Trump: un giudice federale sospende l'ordine contro lo ius soli

La toga si è schierata dalla parte dei quattro Stati democratici che avevano fatto ricorso: "Si tratta di un ordine palesemente incostituzionale"

Prima grana per Trump: un giudice federale sospende l'ordine contro lo ius soli
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Tre giorni dopo l’insediamento, ecco la prima grana per Donald Trump. Un giudice federale di Seattle ha deciso di bloccare temporaneamente l'entrata in vigore dell'ordine esecutivo con cui il presidente americano voleva negare ai figli di immigrati senza documenti la "birthrigth citizenship”, la cittadinanza per diritto di nascita, la versione a stelle e strisce dello ius soli.

Come riportato dal New York Times, il giudice John C. Coughenour si è schierato dalla parte dei quattro Stati democratici che avevano fatto ricorso. "Si tratta di un ordine palesemente incostituzionale" il parere della toga rispetto all’ordine esecutivo. Entrando nel dettaglio del provvedimento, l'ordine di Trump stabiliva che i bambini nati negli Stati Uniti da immigrati irregolari non potessero essere ritenuti cittadini americani, ed era esteso anche ai bambini nati da madri che si trovavano nel Paese solo temporaneamente, come turiste, studentesse universitarie o lavoratrice temporanee.

Nominato nel 1981 da Ronald Reagan, Coughenour ha ascoltato in udienza gli argomenti dei procuratori generali dei quattro stati che hanno presentato ricorso – Arizona, Oregon, Washington e Illinois – che avevano affermato che l'ordine di Trump negherebbe – illegalmente - a circa 150 mila bimbi nati negli Usaogni anno la cittadinanza garantita loro dal quattordicesimo emendamento e dalla legge federale. Una causa federale separata, presentata da altri diciotto Stati e due città, è ora in corso in Massachusetts.

Secondo quanto previsto, nei tribunali che non bloccheranno l’ordine da Trump, i bambini nati da mamme che vivono legalmente ma temporaneamente non verranno automaticamente riconosciuti dal governo federale come cittadini americani, a meno che il padre non sia un cittadino statunitense o residente permanente.

Come evidenziato dal quotidiano americano, il team del tycoon ha confermato che l'ordine si sarebbe applicato ai "figli di immigrati illegali nati negli Stati Uniti", ma il linguaggio dell’ordine andrebbe oltre: se il padre del bimbo non è cittadino o residente legale permanente, "nessun dipartimento o agenzia del governo degli Stati Uniti emetterà documenti che riconoscano la cittadinanza".

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