"Una guerra tra spie e bande criminali": così Mosca aggira le sanzioni occidentali

Il Washington Post riporta come la Russia sia riuscita a garantire la produzione di armamenti procurandosi componenti critiche dalla Cina o dall'Occidente grazie all'impiego di spie e trafficanti

"Una guerra tra spie e bande criminali": così Mosca aggira le sanzioni occidentali
00:00 00:00

Lontano dalle linee del fronte del conflitto che vede l’esercito ucraino opporre una strenua resistenza a quello russo si consuma nell’ombra una guerra di spie e trafficanti per garantire a Mosca l’afflusso di nuove armi sul campo e l’aggiramento delle sanzioni imposte dalla coalizione occidentale. A confermare uno dei sospetti che diversi commentatori avevano già sollevato osservando l’evoluzione dei combattimenti in Ucraina è il giornalista Pulitzer Joby Warrick in un'inchiesta appena pubblicata dal Washington Post.

Warrick riporta che quasi tre anni di sanzioni senza precedenti contro la Russia hanno indebolito la macchina bellica del Cremlino forzando la Federazione a ricorrere ad armamenti datati e di bassa qualità. Un esempio di ciò è rappresentato dai droni Geran-2 adoperati da Mosca contro Kiev. Tali velivoli senza pilota perdono spesso il controllo e si schiantano al suolo prima di raggiungere il loro obiettivo oppure finiscono facilmente nel mirino delle batterie di difesa ucraine.

L’alto livello di disfunzionalità riscontrato nei droni russi deriverebbe da componenti di scarsa qualità di origine cinese e di dimensioni non più grandi di un pacchetto di sigarette. Anche la perdita massiccia di carri armati e le anomalie che determinano l'imprecisione dei missili nel colpire i loro bersagli deriverebbero dallo scarso livello di microchip e sensori presenti negli armamenti della Federazione.

Nonostante le difficoltà causate dalle sanzioni, la Russia di Vladimir Putin sta però comunque riuscendo ad ottenere parti essenziali di armi occidentali con l’aiuto di agenti segreti e bande criminali o sfruttando in alternativa canali cinesi, iraniani e indiani. Pertanto, scrive il Washington Post, l’impiego di droni di bassa qualità come i Geran 2 rappresenta una piccola e rara vittoria per l’intelligence occidentale impegnata nel cercare di arrestare l’approvvigionamento bellico russo. C'è poi da segnalare che Mosca fa sempre più affidamento sull’impiego in gran numero di questa tipologia di droni - più di 2000 solo ad ottobre - travolgendo le difese ucraine e azzerando così l’impatto delle sanzioni.

Lo sforzo condotto da Washington e dai suoi alleati si è trasformato dunque in una lotta in continua evoluzione da parte delle spie occidentali e del dipartimento del Tesoro Usa per individuare e smantellare rotte e linee di approvvigionamento attraverso le quali passano componenti occidentali necessarie per la produzione delle armi. A questa lotta il Cremlino ne contrappone un’altra impiegando appunto i propri 007, trafficanti, burocrati corrotti e bande criminali.

La scorsa estate in uno scambio di prigionieri concordato con gli Stati Uniti e altri quattro Paesi europei è stato liberato Vadim Konoshchenok, un trafficante operativo dei servizi segreti russi dell’Fsb. Per le autorità americane Konoshchenok era parte di una rete di agenti incaricati da Mosca di reperire strumentazioni militari occidentali. Ad attenderlo sulla pista dell’aeroporto di Mosca, oltre al presidente Putin, c'era anche il capo dell’Fsb Alexander Bortnikov, un segnale dell'importanza dei prigionieri liberati.

Riferendosi all'utilizzo massiccio di droni Max Bergmann, esperto del Center for Strategic and International Studies, riconosce che “la quantità ha la sua qualità” ma l’elusione delle sanzioni comporta per Mosca “costi aggiuntivi”. Inoltre, considerato il tasso attuale di distruzione di carri armati della Federazione, per George Barros, analista dell’Institute for the Study of War, nel 2025 i russi potrebbero non avere un sufficiente numero di tali veicoli da combattimento.

Se queste considerazioni forniscono qualche nota di ottimismo per Kiev, una variabile di cui l'Ucraina sa di dover tenere conto è la probabile riduzione di aiuti militari americani anticipata da Donald Trump, la quale potrebbe far pendere pericolosamente gli equilibri del conflitto a favore della Russia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica