Guerra di spie in Turchia, il Mossad braccato dalla potenza disallineata della Nato

Ankara ha imposto il fermo a 34 persone accusate di appartenere a una rete di spionistica al soldo di Israele. È noto che il Mossad e lo Shin Bet abbiano occhi e orecchie ovunque nel mondo, meno noto il contrasto con la Turchia, potenza disallineata rispetto alla Nato

Guerra di spie in Turchia, il Mossad braccato dalla potenza disallineata della Nato

Istanbul antico crocevia d’intrighi e interessi che si affaccia sul Bosforo, si è sempre ben prestata alle spie. Lo sapevano i romanzieri di spionaggio con Fleming e Ambler, e lo sapeva lo stesso servizio segreto turco, il Mit o Milli İstihbarat Teşkilatı che ha sempre "osservato" e monitorato i movimenti di tutti: della Cia, del fu Kgb, e degli altri servizi stranieri. Israele compreso. Ciò che era poco noto è quanto e come il servizio segreto di Erdogan stesse combattendo da tempo una guerra silenziosa contro il Mossad. Una guerra di spie culminata nell’operazione che ha portato alla cattura di 34 persone, tutte “sospettate” di aver condotto attività di spionaggio per conto di Israele.

L’operazione, svelata in maggiore dettaglio nelle scorse settimane quando i giochi erano chiusi, e avvenuta tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, è stata definita dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan come "il primo passo" di un impegno più ampio. All'azione è seguito un monito rivolto allo Stato ebraico: "vedranno di cosa siamo capaci". Messaggio inviato in chiaro al Mossad e allo Shin Bet, che non potevano non essere al corrente delle tendenze interne al servizio d'intelligence che controlla le attività della potenza meno allineata della Nato.

Secondo l'intelligence turca i 34 arrestati erano tutti agenti del Mossad che si sono stabiliti a Istanbul con l'obiettivo di "identificare, sorvegliare e rapire cittadini stranieri residenti in Turchia". Il lungo silenzio sull'operazione è stato rotto solo recentemente, quando funzionari del Mit hanno iniziato a svelare alcuni dettagli mentre a Gaza si combatte e in Qatar si tenta di negoziare una nuova tregua e lo scambio di prigionieri senza ottenere i successi sperati. Almeno per ora.

La missione turca

Israele "reclutava e addestrava cittadini stranieri" quasi tutti provenienti da paesi del Medio Oriente, secondo quanto riportato, per monitorare gli spostamenti, scattare fotografie e raccogliere informazioni utili su civili e dissidenti di origine palestinesi residenti in Turchia. Questi i dettagli rivelati alla stampa da fonti anonime che operato all'interno del Mit. I profili delle presunte spie di Israele che operavano a Istanbul - non è chiaro se sono associate al Mossad, il servizio segreto israeliano che conduce operazioni all'estero, o allo Shin Bet, il servizio d'intelligence addetto alla sicurezza interna allo stato di Israele - di solito sono divisi in due tipi ha spiegato il controspionaggio turco: agenti residenti in Turchia cui vengono assegnati "compiti di routine", e operativi entrano nel Paese con svolgere compiti specifici.

Secondo l'intelligence turco in questo ultimo caso gli arresti riguarderebbero spie che corrispondono al primo di questi due profili. Non va dimenticato, tuttavia, come l'intelligence israeliana possa contare fin dalla nascita dello Stato di Israele sulla controversa figura dei sayanim, parola ebraica usata per designare quegli "ebrei che amano Israele" e per spirito di patriottismo possono all'occorrenza collaborare con il Mossad dall'estero fornendo informazioni su questioni legate alla sicurezza dello Stato Ebraico. Essi sono considerati come "agenti dormienti" ma non appartengono ufficialmente alle agenzie d'intelligence.

Sempre secondo le stesse fonti le attività di spionaggio si sarebbero intensificare dopo il 7 ottobre, data del blitz terroristico condotto da Hamas. Il conseguente flusso di informazioni ha messo in allerta il Centro operativo servizio intelligence turco.

Esiste un'unità anti-Mossad in Turchia?

Secondo alcuni analisti che concentrano le loro attenzioni sullo spionaggio, l'Organizzazione nazionale di intelligence (Mit) della Turchia, potenza a maggioranza islamica e membro strategico dell'Alleanza Atlantica in passato molto vicino a Mosca, avrebbe al suo interno diverse figure da considerare come "filo-iraniane", e avrebbe istituito un’unità specializzata anti-Mossad. Essa sarebbe composta da ufficiali veterani del servizio segreto e avrebbe portato avanti per anni una guerra contro le spie con Israele. Guerra che si è portata a un livello più elevato dall'inizio di questo nuovo e sanguinoso capitolo del conflitto israelo-palestinese.

La scoperta dell'esistenza di questa unità sarebbe associata all'affermazione di Abdurrahman Şimşek, giornalista identificato come agente addetto alla pubbliche relazioni del Mit, o comunque figura vicina agli interessi del servizio che vanta legami con la comunità dell'intelligence turca. “All’interno dell’organizzazione c’è un’unità molto attiva ed esperta impegnata nella lotta contro il Mossad. Ci sono squadre abbastanza abili, diciamo. Sono consapevoli di ogni passo compiuto dal Mossad", ha dichiarato Şimşek in un'intervista pubblicata dal giornale con in quale collabora, Sabah. Sempre secondo lo stesso, il Mit ha "inflitto colpi significativi alle risorse del Mossad in Turchia" negli ultimi anni. Si annota inoltre che il capo dell'agenzia di spionaggio turca, Ibrahim Kalin, avrebbe avuto in passato rapporti con le Guardie della Rivoluzione e in particolare con la Forza Quds della Repubblica Islamica dell'Iran.

Le operazioni del passato e i timori del presente

Gia nel 2020, 15 persone di etnia araba erano state arrestate con l’accusa di collaborare con il Mossad e per questo spiare "studenti palestinesi" iscrittisi in diverse università della Turchia. Nel del maggio 2023, la stessa rivista per la quale collabora Abdurrahman Şimşek pubblicò un articolo nel quale venivano citati altri 15 persone sospettate d'essere al servizio del Mossad; vennero arrestate con l’accusa di spionaggio, questa volta concentrato su "obiettivi iraniani". Nel novembre del 2023 il servizio segreto turco avrebbe avuto ruolo attivo nel "salvataggio di un hacker palestinese" individuato dal Mossad in Malesia. L'hacker era accusato di aver "sviluppato un software di hacking in grado di infiltrarsi nel sistema Iron Dome", il sistema di difesa antiaerea che protegge lo spazio aereo di Israele.

Uno dei compiti particolari affidati a questa un’unità specializzata anti-Mossad era ed è assicurarsi che non vengano compiute eliminazioni di obiettivi di alto valore appartenenti ad Hamas sul territorio turco. Il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, aveva affermato in passato e riconfermato recentemente quanto Israele fosse "determinata" nel localizzare e uccidere i leader di Hamas “in ogni luogo” del mondo. Proprio come avvenne in seguito alla strage di Monaco nel corso dell'Operazione Ira di dio. Questo comprenderebbe colpire in Qatar, Siria, Libano (come di fatto è avvenuto, ndr) e anche in Turchia.

Il presidente turco Erdogan, in seguito alla rivelazione di "presunti piani di assassinio" elaborati dal Mossad per colpire membri di Hamas localizzati in Turchia, aveva dichiarato: “Se osano fare un passo del genere contro la Turchia e il popolo turco, saranno condannati a pagare un prezzo dal quale non potranno riprendersi”. La dichiarazione, forse non per caso, venne rilasciata durante una visita in Qatar.

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