In realtà, al netto di tutte le discussioni in materia, restiamo convinti che in natura esistano solo due generi. I poveri e i ricchi. Il resto, nullatenenti e miliardari, sono sfumature: i primi ci impietosiscono, i secondi ci spaventano. Ed è il motivo per cui non abbiamo preferenze fra i paperoni delle Big Tech e della finanza: Musk, Zuckerberg, Bezos, Gates, Soros... Oltre certe cifre il capitalismo non è più una garanzia di libertà ma uno strumento di umiliazione.
Comunque, per quanto fatichiamo a dire chi dei due ci è meno simpatico, siamo rimasti colpiti, ieri, dalle parole di Bill Gates contro Elon Musk: «È un folle che può destabilizzare la politica in altri Paesi». Abbiamo provato a rileggerle senza ridere. Senza farcela.
Bill Gates il maggiore finanziatore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, quello che voleva oscurare la luce del sole con nuvole artificiali piene di gesso e zolfo per ridurre il riscaldamento globale, quello che incontra premier, Capi di Stato e leader di partito, che detta l'agenda dei governi, che chiama l'allora primo ministro italiano Giuseppe Conte per discutere le linee guida antiCovid insomma, quel Bill Gates si lamenta perché Elon Musk influenza la politica internazionale. Domanda: ma è ipocrisia o è satira?
L'umanità senza distinzione di classe e di censo quando passa il carro del
vincitore si divide in due. Chi ci salta su e chi gli mette i bastoni fra le ruote.Va bene, dai. Meglio derubricare tutta la polemica a pura rivalità personale. A questi livelli non esistono buoni o cattivi. Ma solo concorrenti.
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